27 Ottobre 2005
la Repubblica

Al corteo come un videogame in piazza la generazione-clic

Concita de Gregorio

ROMA – Generazione clic, è un attimo. «Clicca dai, clicca. Rivediamolo». Rivediamo sul computer la guerra di ieri. «Ecco qui è quando siamo entrati dal vicolo, qui quando ci siamo infilati nel cinema. Li abbiamo schivati per un pelo». Rewind, fai rewind. «Ecco vedi: il poliziotto è là. Lo vedi che tiene il manganello alla rovescia? Così fa più male. Noi eravamo scappati da quella stradina laggiù in fondo». Stop, vuoi fare restart?
Parlano la lingua del computer, lo usano come il terzo braccio. Rivisti sullo schermo sembrano l´esercito di un videogame. Warcraft. Il giorno dopo se la raccontano così, seduti sui gradini della Sapienza occupata: «Siamo entrati nel vicolo perché era l´unico varco, quando abbiamo visto che in fondo era chiuso abbiamo ripiegato a destra, abbiamo aspettato un po´ poi il campo era sgombro, allora via». Con leggerezza, senza violenza. Una guerra, ma di abilità: chi ha la strategia migliore passa di livello. Level five, adesso. Gli agenti in tenuta antisommossa. Cambiare strategia. Cambiare itinerario, se vuoi saltare clicca qui. Vent´anni, ventidue. Vanessa, Chiara, Denise. Quasi tutte ragazze. Fisica, Scienze politiche. Hanno pantaloni militari a vita bassa braccia magre piercing in bocca. Un po´ Lara Croft, t´immagini che sappiano anche camminare sui muri come Matrix. I compagni di corso, specie quelli un po´ più vecchi, le guardano a bocca aperta e poi dicono: «Toste, no?». Tostissime, auguri. Però gentili e beneducate, anche. Buoni studi, licei. Famiglie a casa che aspettano per pranzo, spesso.
Eccola qui riunita in assemblea la generazione agile come un´eroina disegnata al computer e cresciuta coi gameboy e con le Xbox, quella che ha imparato a comunicare in blog e ha cominciato a leggere sul web. Chi ha più di trent´anni fa fatica a capire. Avete mai passato voi i vostri pomeriggi a Casal Palocco, al quartiere Trieste a sviluppare la strategia di “Age of Empires”, a fare in modo che il vostro esercito allestisse piantagioni e falegnamerie in modo da fronteggiare il nemico senza perdite? Cosa sapete di Metal slug, avete mai detto “quitta” per dire esci?
Ecco: loro dicono clicca come se fosse italiano e forse ormai lo è, poi studiano matematica, secondo anno, come la ragazza che ha pensato per prima la tattica da adottare alla manifestazione: «Io avevo proposto: piccoli gruppi separati nei vicoli fino a Montecitorio, ma mi hanno bocciata perché il coordinarci pareva impossibile. Poi quando è venuto il momento abbiamo fatto così. Ma senza una regia. Abbiamo fatto così perché tutti contemporaneamente abbiamo capito che era la cosa da fare».
Tutti, contemporaneamente. Hanno vent´anni e sono cresciuti così: hanno la velocità, i riflessi, la reattività di fronte all´ostacolo che serve per passare di livello. Più veloce, adesso. Più difficile, e vediamo se sei capace. Davide Sacco, che ha curato la campagna per le primarie di Simona Panzino, Francesco Raparelli, che ha già fatto il Movimento del 2001 ed è uno dei veterani, vengono da un centro sociale (“atelier occupato”) che si chiama Esc. Esc come il tasto del computer: escape. «Rispetto al movimento del 2001 questi ragazzi sono più dinamici, non hanno schemi ideologici, sono una vera generazione videoelettronica – dice Raparelli, 26 anni, laureando in filosofia politica – il sabato sera allestiscono eventi con performances e impianti sound system che sono un vero spettacolo. Comunicano solo in rete. Sono ironici, mai pesanti».
Sulla porta di Fisica, da cui l´occupazione 15 giorni fa è cominciata, c´è scritto: “Porta bloccata, (d´altra parte Fisica è occupata)”. In bacheca accanto alla cartina delle università in lotta (Padova, Venezia, Bologna, Pisa) ci sono i seguenti annunci: “Vai al forum della protesta, www.pandemonio.it”, “dacci visibilità, votaci sul sito nel sondaggio di XL”, “se hai perso il portafogli io l´ho riportato in portineria”, “ho smarrito un Motorola Razr V3 black, la sim è bloccata se lo accendi ti rintracciano subito perciò è solo un soprammobile ma io ci tengo: scrivimi a questa mail”. Vanessa, che ha 21 anni e studia Scienze politiche, dice che è veramente un peccato che nell´aula computer non si possano usare le mail «perché noi ci teniamo in contatto solo così». L´era del ciclostile è preistoria, le fotocopie passato remoto: nessuno ha le mani nere d´inchiostro. Poi Vanessa, che ha una freccia piantata in un orecchio, ti racconta del Democrito, il suo liceo a Casal Palocco, dove venerdì «la polizia è entrata ha spaccato una finestra ha denunciato sei ragazzi uno minorenne, ha dovuto prenderlo in custodia la preside, un ragazzo l´hanno spogliato e gli hanno fatto fare le flessioni nudo ma non ne parla nessuno, perché non ne parla nessuno?». Degli scontri a Montecitorio è venuta Graziella Mascia di Rifondazione a dire che «sono stati una caccia all´uomo, alcuni agenti hanno agito per vendetta ed erano i più anziani, quelli della Squadra Mobile di Canterini». Quella di Genova, per intendersi. I ragazzi annuiscono: di questi a Genova non c´era quasi nessuno, troppo giovani, però sanno. La Questura ha aperto un´inchiesta interna, infatti. Laura, la ricercatrice che ha le foto sul computer, mostra i feriti e gli scontri e dice che vedi, sì, erano vecchi. Gli agenti, intende. Passa Nunzio D´Erme, dice «avete fatto bbene, speriamo de fanne tante artre de manifestazioni così», una ragazzina accovacciata chiede «ma questo chi è, che vuole?». Chiara, ricci biondi, Fisica, dice che lei era davanti a Montecitorio, che è stata proprio una decisione spontanea quella di dirottare dal corteo diretto in piazza Navona e correre verso la Camera. «Lì per lì la polizia è rimasta un po´ spiazzata, hanno caricato anche nei vicoli ma questo non l´ho visto scritto sui giornali». Paolo Cento osserva che l´Unione dovrà chiarire il suo programma in tema di università, una voce gli risponde «è un problema vostro, mica nostro». Denise è lunga come un giunco, ha 21 anni e un anello al labbro. Ride, trova che comunque ieri sia andata benissimo, ora torna un momento a casa a cambiarsi, sono due giorni che sta fuori. Sì, certo, da ragazzina giocava ai videogame: «Facevo un gioco da maschi ma questo non lo scrivere, che c´entra?». Piuttosto dì che se ci sono foto da mandare la mail è laspontitiscali.it. Il cellulare è inutile. Ho finito la ricarica.

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