2 Dicembre 2005

Della serie: nulla vi verrà risparmiato

Dopo la legge 40 sulla PMA, ora tocca alla legge 194, al farmaco RU486 e ai Consultori pubblici

L’UDI, Unione Donne in Italia, reagendo allo stordimento allibito che quasi fa mancare alle donne la parola, a cui si aggiunge il vigile maschilismo di media, agenzie culturali varie e partiti politici non solo di destra, contrappone alcune ragioni alla marea montante di ispezioni, minacce, proposte, tutte contro la dignità e la salute delle donne, contro i Consultori e contro la legge 194.
Si è visto che l’obbiettivo dello schieramento anti referendario per le modifiche alla Legge 40 (sulla Procreazione Medicalmente Assistita), così come della “discesa in campo” delle gerarchie ecclesiastiche, era in realtà lo stravolgimento della legge 194 e dei Consultori.
Il ministro Storace, che ha perso la Regione Lazio, forse anche a causa delle sue note posizioni sui Consultori, da lui visti come luoghi mortiferi e sinistri, da bonificare con percorsi penitenziali e forche caudine, continua nella sua missione salvifica. Non preoccupandosi se e quanti Consultori vi siano nel paese, in che condizioni lavorino, se con organici sufficienti o no. O mandando ispettori per vedere se nei presidi ospedalieri e sanitari è rispettato l’obbligo di rispondere alle richieste di contraccezione d’emergenza, o se, invece, donne e giovanissime che osano chiedere la pillola del giorno dopo, non siano invece umiliate, costrette a cercare e chiedere qua e di là, o pretendendo che la prevenzione degli aborti, prevista dalla 194, ma, vorremmo ricordargli, infissa nel cuore di tutte le donne, comprese quelle che abortiscono, sia supportata da tutti gli ammortizzatori sociali che possono aiutare le mamme in difficoltà, sia presente nei contratti di lavoro, di affitto, sia oggetto di politiche locali, nazionali e vada verso una vera cultura di responsabilità sociale nei confronti della maternità. Queste quisquiglie non possono distogliere il nostro eroe dal suo pensiero fisso: affiancare le donne irresponsabili con “funzionari della scelta giusta”, operatori del bene che, loro sì, difendono la vita.
La questione, finalmente esplosa, del farmaco RU486, rende evidente il vero problema che scatena le reazioni di quanti stanno gridando all'”aborto facile”, presentando proposte sui Consultori sempre più misogine e lesive della dignità della donna.
Il fatto è che non sanno più come nascondere la verità e le loro responsabilità
La verità, che troppo pochi sapevano e che ancora in minor numero volevano affrontare, è proprio questo scandaloso ritardo sulla RU486, senza motivazioni che non siano quelle, ben poco nobili e cristiane, di farla pagare alle donne che decidono di interrompere la gravidanza.
Non sanno come spiegare il perchè di tanto ritardo, un po’ come dover nascondere che si è usata per anni una medicina sorpassata e ignorata una più efficace, perchè in realtà non si voleva che il paziente guarisse. Intanto i medici incominciano a parlare e parlano di ricatti durati anni, per non chiedere ciò che era giusto chiedere, altrimenti…addio alla 194.
La situazione in cui ci troviamo, il venir meno ad un patto di solidarietà e civile convivenza con le donne di questo paese, non è imputabile solo allo spazio che le istituzioni cattoliche più retrive si sono prese nel nostro Parlamento, nella nostra classe politica, ma anche a chi ha lasciato che tali spazi venissero presi. O addirittura li ha offerti in cambio di voti, di stabilità di governi, di equilibri nelle giunte.
Di fronte ad una realtà così severa l’UDI pone alcune questioni alla classe politica tutta sulle quali misurare la politica e i governi nei confronti delle donne.
Ricordiamo che:
– Non c’è nascita senza il consenso della madre, non c’è persona senza un corpo di donna che fa nascere, non si salvano i bambini e le bambine senza salvare le madri.
– L’interruzione volontaria di gravidanza non è un valore, una legge che la consenta, sulla base dell’autodeterminazione, è un diritto delle donne.
– La legge 194 non prevede pratiche o percorsi di dissuasione dall’aborto, ma solo prevenzione di esso. No dunque a volontari dissuadenti dentro ai Consultori e alle strutture pubbliche. Sì al potenziamento dei Consultori ed alla rete di sostegno alle madri in difficoltà.
– Chiediamo l’introduzione subito, su tutto il territorio nazionale della RU486, come tecnica abortiva dentro al percorso previsto dalla 194. Chiediamo garanzie che siano soddisfatte tutte le richieste di contraccezione d’emergenza (pillola del giorno dopo), in tutte le strutture pubbliche e convenzionate.
– Le donne che chiedono l’interruzione di gravidanza vanno rispettate, va salvaguardata la loro integrità fisica e psichica, la loro privacy. Predicatori ed esorcisti fuori dai Consultori!
– Ogni cinque anni, in media, anche le donne votano per le politiche, votano a sinistra, a destra, al centro, votano le cattoliche, le donne di altre religioni, quelle che non hanno nessuna religione, quelle che credono in ciò che vogliono, votano le suore, votano le giovani, le meno giovani e le anziane; diverse, ma sempre donne. Quelle stesse donne cercano nei programmi politici la loro presenza come parte integrante di questa società, cercano i loro diritti, la salvaguardia della loro dignità e della loro salute.

 

UDI-Unione Donne in Italia, via dell’Arco di Parma 15, 00186 Roma tel 06 6865884 udinazionale@tin.it
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