Eleonora Martini
“Squadra vincente non si cambia”. Sceglie una metafora sportiva Vita Cosentino, della Libreria delle donne di Milano, insegnante di scuola media per 35 anni, dato che “anche alle Olimpiadi si è visto di cosa sono capaci le donne”. Sì, perché “parlare, come si sta facendo, di ritorno al maestro unico significa ignorare la realtà: il 98% delle insegnanti delle scuole elementari italiane sono maestre. Donne”. Un punto, questo, al quale Vita Cosentino, assieme a Cristina Mecenero e a due registe romane, Manuela Vigorita e Daniela Ughetta, ha dedicato un film-documentario dal titolo ” L’amore che non scordo “. Storie di comuni maestre raccolte tra il 2005 e il 2007 in diverse realtà scolastiche italiane.
E allora, cosa pensa del ritorno alla maestra unica?
Non c’è alcuna necessità di cambiare l’assetto della scuola elementare italiana che è riconosciuta tra le migliori del mondo. Bisognerebbe intervenire sulle scuole superiori ma ciò che ci fa onore non si deve toccare. La scuola elementare così com’è, è quasi un’invenzione delle donne che ci hanno lavorato dentro. Purtroppo però la società italiana non lo registra. La riforma della ministra Gelmini è un’operazione ideologica, ammantata di belle parole tratte dalla pedagogia, che invece distrugge la scuola pubblica e un modo di insegnare che funziona bene proprio perché si regge sulla relazione tra due o più maestre. È la copresenza delle docenti che permette le attività di laboratorio, l’insegnamento circolare, la cura anche individuale per chi è più indietro. La scuola di base è un momento di convivenza civile. E se una società non dà importanza a questi elementi vuol dire che ha dimenticato tutto, tranne il potere.
La ministra Gelmini sostiene che il bambino non ha bisogno di discipline specifiche ma di un punto di riferimento…
Il sapere che si passa alle elementari non è specialistico ma è tutto intriso di emozioni e gesti. Per questo è così importante la compresenza di almeno due maestre che collaborano. È come nella famiglia allargata e nella realtà dei rapporti umani: non c’è mai solo una figura di riferimento. La figura singola e eroica del maestro unico che risolve tutto da solo è una rappresentazione molto maschile. Il contrario di ciò che, dagli anni ’70, le donne hanno creato nelle scuole elementari.
Con la fine della docenza modulare si tornerà alle 24 ore di insegnamento settimanali…
Certo, ma ricordiamoci che una controriforma del genere l’aveva già tentata nel 2004 l’allora ministro Letizia Moratti, ma le maestre per protesta portarono in piazza qui a Milano 40 mila genitori e bambini. Spero che anche stavolta i genitori si rendano conto di cosa sta succedendo e aprano un conflitto sociale che costringa questo governo a fermarsi.