12 Settembre 2003
il manifesto

Il «commercio giusto» del controvertice

Menchu e Shiva contro la Wto: solo per crisi del caffè colpiti 25 milioni di contadini
Anche il controvertice è entrato pienamente nel vivo, dopo la manifestazione dei contadini che martedì ha contestato l’inizio dei lavori della Wto. Si svolge a qualche chilometro di distanza del summit ufficiale e si discute ovviamente di commercio, ma di commercio giusto, «quel commercio – dicono il premio Nobel per la pace Rigoberta Menchu e l’economista indiana Vandana Shiva – che favorisce davvero i piccoli produttori, non li strangola con la corsa al ribasso dei prezzi sui mercati internazionali e li sostiene nei momenti di difficoltà». «C’è qualcosa di perverso – spiega Menchù – nelle conseguenze del crollo del prezzo del caffè, che nel solo centro America ha provocato la perdita del lavoro per 540 mila contadini, che si vanno a sommare al gran numero di disoccupati».

«La sola crisi del caffè ha colpito 25 milioni di persone in Africa, Asia e America Latina – denuncia il premio Nobel rivolgendo un appello alla stessa Wto e ai governi presenti a Cancun perché appoggino il commercio giusto. «Lavoriamo per proteggere i nostri agricoltori, le nostre comunità, le nostre biodiversità – dice Vandana Shiva – Da quando la Wto ha cominciato a imporre le sue regole i prezzi dei prodotti agricoli sono crollati: in India, negli ultimi due anni i ricavi dei produttori di tè sono scesi da 9 a 5 miliardi di dollari e le vendite sono crollate del 20%. Con le regole di quello che chiamano il libero scambio l’export dei semi oleosi perde ogni anno 200 miliardi di rupie, quello delle patate 50, quello del riso 300, e quello del grano altri 300». «Quando si parla di regole – afferma Shiva – non ci si deve limitare al discorso sui sussidi, che sembrano la parte più critica e più criticata a Cancun, ma ci si deve concentrare sul problema del ribasso dei prezzi. Perché i sussidi interni, quelli dati allo sviluppo rurale, sono giusti: gli unici sbagliati sono quelli alle esportazioni».

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