1 Ottobre 2007

La danza

Giacomo Mambriani

Ti guardo dritto negli occhi, seguendo il mio movimento che si specchia nel tuo. I nostri corpi si allacciano, poi si separano, le braccia domandano, i fianchi rispondono. Stiamo eseguendo passi che ci sono stati insegnati, ma non siamo mai stati così liberi.
È una gioia che non esplode, non si consuma, riceve senza chiedere. La gioia che si pensava impossibile, che si rimandava a un futuro indefinito, su cui si scherzava con disincanto. La libertà si appoggia su quello che esiste già, e noi danziamo come le nostre madri e i nostri padri, e ad ogni passo cambiamo la storia dell’amore. La musica ci conduce, noi conduciamo la musica; ci adattiamo al ritmo, il ritmo si adatta a noi. Con sollievo abbandoniamo ogni volontà di potere e di controllo.
Niente, se non l’amore, poteva portarci davanti a questa soglia. Stasera la stiamo attraversando, e non ho la minima idea di ciò che succederà a partire da questo momento. Forse qualcosa che conosciamo bene, ma che avevamo dimenticato. Guardandoti vedo che sei incommensurabilmente diversa da me e che mi ami, e mi fido. La notte si muove con noi.

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