1 Aprile 2005
Ecole

La felicità è rivoluzionaria

Vita Cosentino

Se l’anno precedente è stato segnato dalla forte presenza pubblica di maestre, mamme, papà, e financo bambini e bambine, in questi primi mesi del 2005 la novità sembra essere il fermento politico nelle università e nelle scuole superiori. Nelle ultime settimane gli atenei sono stati teatro di mobilitazioni di studenti, ricercatori, docenti e rettori e una piccola vittoria c’è stata l’8 marzo: lo stop al disegno di legge Moratti sullo stato giuridico. Una mia amica coinvolta mi ha indicato il doppio e deleterio effetto del rendere precaria la figura docente. Per studenti e studentesse si traduce in una ulteriore frammentazione del sapere in esami e esamini, in nome di una presunta libertà, quando invece il danno maggiore è rappresentato proprio dalla perdita di un legame continuativo che consente quel tempo necessario a fare un’esperienza di conoscenza; e l’altra faccia è che nel mare magnum di questa moltiplicazione di offerte di didattica le decisioni vengono prese da pochi, da quelli che si incaricano di aiutare il preside a “governare”, e fuori dai luoghi preposti, accentuando così le gerarchie di potere all’interno dell’università. La cosa è al momento bloccata, ma certo non è finita.
Anche le scuole superiori si stanno muovendo e il primo segno sono le mozioni delle assemblee sindacali dei singoli istituti che esprimono il netto rifiuto della bozza di Decreto Moratti. Il 4 marzo, a Milano, ho partecipato a un affollato incontro indetto da Retescuole e ho avvertito una tensione nuova. C’era sì forte preoccupazione per una vera e propria demolizione di una scuola che, sia pur con molti difetti, ha cercato di svolgere una funzione pubblica nella società; c’era angoscia per il rischio di perdita di un numero altissimo di posti di lavoro; ma c’era anche qualcos’altro: il senso, più intuito che consapevole, che l’isolamento in cui ci troviamo e arrabbattiamo, la tristezza e l’impotenza che ci prende e ci immobilizza, non sono fatti privati e individuali, ma sociali e politici, quasi la cifra del tempo neoliberista in cui ci tocca vivere. In molti interventi serpeggiava l’idea che rompere queste gabbie, esserci e aprirsi fosse il vero snodo per una ripresa politica. Un insegnante di un professionale ha raccontato che la sua scuola vuole portare i laboratori in strada per far conoscere cosa si perde; un’altra di un alberghiero ci ha detto che intendono come scuola cucinare per una cena in piazza, a cui invitare la cittadinanza e il sindaco. Tutti e tutte concordavano nell’attuare occupazioni simboliche di una giornata. Assieme docenti, studenti e chi vorrà andare. È stata scelta la data del 14 aprile. Uno studente ha chiesto che sia un momento in cui vivere le scuole e che ci sia scambio di sapere e costruzione di cultura. Ha chiesto anche di essere insieme in piazza per lo sciopero del 18 marzo ed è stato ascoltato: c’è stato un appuntamento comune a Largo Cairoli, invece dei soliti due o tre cortei. Quando una maestra ha proposto di fare come loro e trovare uno stile “allegro e fantasioso”, si è reso più evidente che se la tristezza è politica, la felicità è rivoluzionaria e comincia dal ritrovarsi e ritessere legami creativi.
Anche la mia amica universitaria a Verona mi dice che per lei vale molto l’esperienza che stanno conducendo da un anno: si trovano in università docenti di ogni ordine di scuola per interrogarsi assieme attorno ai bisogni essenziali che sentono, come il tempo per capire e quello per far circolare passione e affetti nel lavoro; o anche il bisogno di essere aiutati dall’istituzione. Sì, in questi miei incontri ho sentito che c’è il bisogno e anche la felicità di ricominciare a pensare. Ma insieme, rimanendo vicino a quello che si vive. Per questo penso che oltre a trovarci nelle piazze è il momento di darci appuntamenti per incontrarci, fuori dalle urgenze e dai rituali precostituiti, distesamente. Un primo momento è scaturito da quell’assemblea milanese: Felicità sottobanco, il 7 maggio a Milano. Il primo, perché altri ne seguano.

Print Friendly, PDF & Email