2 Ottobre 2008
il manifesto

La leader Cinzia Bottene: ci vietano di esprimerci, a Vicenza calpestata la democrazia “Una decisione politica. Ma non ci faremo calpestare”

O.C.

“Vogliono impedire anche il minimo di spazio a questa città”. Cinzia Bottene,
consigliera comunale eletta nella lista Vicenza Libera, è ancora allibita. Il
sindaco Achille Variati le ha appena letto, al telefono, le motivazioni con cui
il Consiglio di stato ha sospeso il referendum di domenica. “Da quello che ho
sentito – dice – non ci sono motivazioni giuridiche. Si tratta nei fatti di
motivazioni politiche. Del resto il Consiglio di stato si era già pronunciato
in passato a favore del governo italiano e del governo degli Stati uniti”.

 

Una decisione che era nell’aria. Anche perché in tutti i modi si è tentato di
impedire a questa città di dire dalla sua.
Ci hanno calpestati per anni e adesso ci vogliono muti. Ma questa città
reagirà, non si farà mettere la museruola. Il mio telefono è bollente: chiamano
decine di cittadini indignati, offesi. Ecco, l’abbiamo ripetuta tante volte
questa parola. Vicenza si sente offesa. E per questo reagirà. Già questa sera
(ieri sera, ndr ) alla fiaccolata verso la prefettura, che in città rappresenta
il governo, ci saranno migliaia di vicentini che esprimeranno la loro
indignazione. Quanto alla sentenza del Consiglio di stato, mi pare di poter
dire che evidentemente le pressioni sono state tante. E’ una sentenza inaudita
e non so nemmeno quanti precedenti abbia. Si impedisce alla popolazione di
esprimere il suo parere su una scelta che andrà a condizionare la vita della
città e dei suoi abitanti per anni. A rischio qui c’è la democrazia, questo è
bene ripeterlo. Avevo già avuto modo di dichiarare nelle settimane scorse che
la democrazia qui a Vicenza era in pericolo. Questa sentenza conferma purtroppo
questa nostra denuncia.

 

Tu sei anche consigliera comunale. Cosa pensate di fare come comune?
Stiamo valutando proprio in queste ore che cosa possiamo fare, quali sono gli
strumenti a nostra disposizione. Il sindaco sta verificando le varie opzioni.
E’ chiaro che siamo rimasti scioccati quando abbiamo saputo della decisione. Ma
ci siamo subito ripresi e siamo più determinati che mai a fare in modo che la
città esprima il suo parere. I cittadini sono pronti a uno scatto d’orgoglio e
non assisteranno inerti a decisioni che si vorrebbero prese sulla loro testa.
Perché sono decisioni che riguardano il futuro di ogni singola persona in
questa città.

 

In questi giorni sono in città anche dei parlamentari europei. Proprio le
donne del presidio permanente, tu in testa, si sono recate nelle scorse
settimane a Bruxelles per coinvolgere il parlamento europeo.
I deputati europei hanno immediatamente incontrato il prefetto e chiaramente
sono stati testimoni diretti di quella che ormai è evidente a tutti essere una
vera e propria emergenza democratica. Del resto l’avevano già notato nelle ore
che hanno passato in giro per la città: i cittadini vogliono dire la loro e
questo viene loro impedito.

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