21 Gennaio 2006

La parentela scherzosa

Colori d’Africa, una giornata dedicata alla cultura africana, Società Umanitaria sabato 21 gennaio 2006
Marie Reine Toe

Introduzione
Sono nata nel 1974 ad Abidjan capitale della Costa d’Avorio, tuttavia sono cittadina burkinabè e risiedo in Italia dal 1991, figlia di un diplomatico, ho avuto la fortuna di viaggiare molto.
Dal 1994 al 1996 ho lavorato in emittenti locali abruzzesi ed ho partecipato ad alcune trasmissioni televisive nazionali..
Nel 1999, per seguire i corsi universitari, mi sono trasferita a Genova dove, inoltre, ho studiato recitazione e continuato esperienze in ambito cine-televisivo. Oggi sono laureanda in Scienze Politiche.
Tramite l’Università ho vinto nel 2003, un Master in “Videogiornalismo e Reportage Televisivo” a Milano.
In questo momento esercito le professioni di: Videomaker, Giornalista stampa e Attrice cinematografica.
Troverete altre informazioni sul mio sito Htpp://www.mariereinetoe.com

 

Ma basta parlare di me, oggi vorrei raccontarvi del mio paese d’origine.
Il Burkina Faso è uno stato dell’Africa occidentale incastonato tra gli stati del Mali, Niger, Benin, Togo, Ghana e Costa d’Avorio. Già colonia francese con il nome di Alto Volta, è indipendente dal 1960. Nel 1984 ha assunto l’attuale denominazione “burkina faso” che significa “terra degli uomini integri”.
Si tratta di un paese abitato da un mosaico di popoli con usi, costumi, tradizioni e religioni differenti. Si contano più di 70 etnie raggruppabili in circa 20 gruppi etnici principali caratterizzati da personalità differenti (pensate che di base l’insieme della popolazione è animista, di cui il 20% è cattolico e l’ 80% musulmano! Ma l’identità religiosa non diventa identità culturale, per cui non ci sono guerre religiose)

 

Nonostante ciò, la parentela di linguaggio, di consuetudini e di memorie oltre che l’organizzazione sociale, i metodi di valorizzazione del territorio e l’habitat permettono di unire alcune etnie in gruppi più larghi. Basandoci dunque sulla coscienza che ogni etnia ha della propria origine storica e geografica, e quindi della propria contiguità con altre comunità, possiamo raggruppare l’insieme delle popolazioni del Burkina Faso (cioè le 20 etnie principali) in 4 grandi gruppi.

 

-Le popolazioni che hanno sempre abitato il territorio cioè gli autoctoni raggruppano: i Bobo, i Bwa, i Kurumba, i Gourounsi, i Pougouli, i Senoufo, i Turka, i Goin e i Lobi arrivati successivamente sulla riva destra del fiume Mouhoun.

 

-Le popolazioni Neo Sudanesi (provenienti dal Mali e dal Niger) che hanno dato vita in passato a potenti regni contano i Mossi, i Gourmantché, i Yarse e i Songhay

 

-Le popolazioni Mandé provenienti dalla alta valle del Niger raggruppano: i Marka, i Samo, e i Bisa

 

-Le popolazioni saheliane cioè nomadi in via di sedentarizazzione raggruppano i Peul, i Tuareg, i Dogon, e i Syenou (gli unici che sono ancora oggi di origine sconosciuta)

 

Ho voluto fare quest’introduzione per darvi un’idea di quanto sia eterogenea la popolazione Burkinabè.
Sapete bene che in molti paesi del mondo le differenze razziali hanno dato spesso luogo ad ostilità e lotte perciò vorrei parlarvi di un’usanza che fa parte della cultura e dell’antropologia del Burkina faso.

 

Si chiama Rakirè in lingua Mossi che significa Parentela scherzosa ed è una prassi o, meglio ancora, un gioco relazionale tra le etnie (-Samo – Bisa – Mossi – Gourounsi -Peul – Bobo -Lobi- Syenou).
Si traduce in uno scambio verbale che per il tono e le attitudini aggressive adottate può risultare incomprensibile a chi non fa parte della parentela scherzosa.
Per esempio
Supponiamo che un un Mossi incontri un Samo e arrivino contemporaneamente davanti al banco di una venditrice di miglio, dopo essersi scambiati i tradizionali saluti (cosa che dura diversi minuti), il mossi con aria giocosa comincia a dire che dovrebbe essere lui ad essere servito per primo… visto che fa parte dell’etnia più numerosa. A quel punto il Samo gli risponde, che se non fosse stato per merito dell’etnia samo, i Mossi vivrebbero ancora sugli alberi e cosi via, finché la venditrice divertita viene coinvolta nella baruffa. Di solito visto che i toni si fanno, man mano più alti, accorrono diverse persone che assistono compiaciuti a questa piccola rappresentazione ma non solo, essi partecipano facendo il tifo per l’una o l’atra etnia, cosi a volte, succede anche che il rakirè si estende a tutto il mercato. Ovviamente alla fine tutti vanno a bere in un’atmosfera festosa il Dolo, la tradizionale birra ottenuta dalla fermentazione del Miglio.

 

L’origine di questa pratica è spesso legata ad alcuni avvenimenti storici comuni, fatti aneddotici spesso rocamboleschi, che sono vivi nella memoria collettiva e… a volte, anche ricostruiti.
Ciò che caratterizza la modalità di scherzo nell’interazione è l’ affermazione della propria identità e della propria appartenenza etnica o tribale denigrando l’altra. Per un “non iniziato” assistere a queste scene può risultare inquietante: le due parti inveiscono l’una contro l’altra, alle volte con violenza lasciando credere che la semplice discussione sta per degenerare in un litigio, durante il quale si potrebbe anche arrivare alle mani. In effetti, succede tutto il contrario: grazie a questo gioco di ruolo ognuno sfoga la propria aggressività e diverte nello stesso tempo un pubblico che sa bene cosa aspettarsi.

 

In Conclusione:
Anche se si tratta di una fonte di distrazione o divertimento la “parentela scherzosa”, è anche e prima di tutto un regolatore sociale che permette di sdrammatizzare una situazione tesa o conflittuale e ha un ruolo fondamentale nella società burkinabè.
Le sue funzioni sociali studiate e messe in evidenza dai sociologi di tutto il mondo hanno portato le autorità a promuovere questa pratica che contribuisce alla stabilità e alla pace di una nazione multietnica come il Burkina Faso.
Infine, per Le ricchezze naturalistiche e la proverbiale ospitalità delle sue genti, v’invito a visitare e conoscere il Burkina Faso.

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