Franco Vanni
Niente più laboratori al pomeriggio, le ore settimanali di italiano ridotte da 11 a 9, otto docenti a casa da settembre. Ecco i tagli alla scuola media di via Salerno, uno degli istituti su cui incombe la dieta forzata decisa dal ministero dell’ Istruzione. MICAELA Francisetti ha cinquantatré anni: ha cominciato a insegnare lettere nel 1979 e oggi guida l’ istituto comprensivo Sandro Pertini, un complesso da 1200 studenti alla Barona. «Il mio timore – dice – è che ci possa essere anche un’ altra conseguenza, non quantificabile ma ugualmente nociva: la depressione di chi ha dedicato una vita all’ istruzione dei ragazzi e che vede svilito il proprio lavoro». Le “sue” medie, che risentiranno dei tagli al personale più delle elementari, hanno 460 iscritti in 22 classi, divisi fra le sedi di via Salerno e via Crivelli. Una popolazione in aumento, visto che le iscrizioni per il prossimo anno sono andate bene. I genitori scelgono la scuola di via Salerno per la sperimentazione musicale al pomeriggio, per i laboratori di teatro, per i corsi di sport. «Tutti servizi- spiega Francisetti- che con ogni probabilità non riusciremo piùa garantire». A meno che, spera, «il provveditorato non riesca a trovare le risorse di cui avremo bisogno se la riduzione di risorse verrà confermata». Con i tagli se ne andranno tre docenti di lettere su diciassette: una precaria e due di ruolo, ma assegnati alla scuola in via provvisoria, e in attesa di tornare a insegnare nella sede per cui hanno vinto il concorso. Gli insegnanti di educazione fisica, inglese, arte e musica avranno invece orari ridotti e quindi non potranno più stare a scuola al pomeriggio. Saranno solo i prof di lettere e matematica a seguire i ragazzini dopo pranzo. E qui arriva un altro problema: non tutte le richieste per il tempo prolungato saranno soddisfatte, perché le ore di lezione extra al pomeriggio costano. «A chiedere di tornare a scuola per il prossimo anno sono 230 studenti, ma una quindicina non potranno essere accontentati». Con quale criterio saranno scelti i 15 tagliati fuori? «Ancora non lo abbiamo deciso», dice la preside. Al pomeriggio gli studenti di via Salerno seguono programmi di allenamento mirato per le gare di atletica inter-scolastiche, «ma purtroppo l’ esperienza andrà interrotta», taglia corto la Francisetti. Oppure fanno laboratori teatrali in collaborazione con i fratelli Colla, i burattinai più famosi d’ Italia, «ma gli insegnanti non potranno più seguirli». Fanno anche prove per quello che oggi è il più grande coro scolastico in città: 250 ugole intonate dal lavoro di un docente. «Per quanto riguarda il coro – continua la preside – le possibilità sono due: o riusciamo a ottenere finanziamenti da qualche parte oppure dovremo ridurre il gruppo a cinquanta elementi». E, proprio pensando al coro, Micaela, che trent’ anni fa ha scelto la scuola come vita, si sfoga: «Quando dico che i tagli sono deprimenti parlo di questo – dice – del fatto che una scelta piovuta dall’ alto possa troncare esperienze costruite in anni di sforzo e passione». L’ istituto comprensivo Pertini ha crediti nei confronti del ministero dell’ Istruzione per oltre 120mila euro. Soldi dovuti, stanziamenti decisi a Roma con circolari e decreti, ma mai arrivati a scuola. Soldi che servirebbero per pagare le supplenze, la carta per le fotocopie e quella igienica nei bagni, i progetti di integrazione degli stranieri (che sono il 20 per cento degli studenti) e i corsi di recupero. Un grave disagio per le casse dell’ istituto, certo, «ma un problema da nulla rispetto alla prospettiva di dovere rinunciare al lavoro di alcuni docenti – dice la preside – perché tagliando i posti di insegnante si perde quello che è il vero patrimonio della scuola: le persone che la fanno vivere».