21 Aprile 2005

La stampa sulle occupazioni del 14 aprile 2005 a Milano

La stampa sulle occupazioni del 14 aprile 2005 a Milano
…una raccolta di Marta Gatti

Scuole occupate contro la Moratti
A Milano quaranta occupazioni. Per la prima volta docenti e studenti sono insieme contro la riforma. Il Forum delle Scuole porta alle superiori il movimento che l’hanno scorso ha scosso le elementari. Oggi tocca a Roma. Il ministro è sempre più debole. Ieri rinviata anche la discussione del ddl sull’università
GIORGIO SALVETTI
MILANO
«Wow, sicchè noi delle superiori saremmo uno dei centri occulti del potere…figo!», parola di Bart Simpson, skateboard in mano e maglietta con scritto «Il movimento non si imbavaglia». Il movimento è quello del Forum delle scuole milanesi che lo ho scelto come simbolo e che ieri è riuscito a occupare ben 40 scuole superiori contro la riforma del ministro Moratti. Concerti, dibatti, merende, persino pigiama party, anzi, pigiama lessons con professori e studenti in palestra per tutta la notte tra filmati e chiacchiere, anche se con un po’ di imbarazzo, in due gruppi che stentano a mischiarsi. E così in qualche scuola per rompere il ghiaccio sono scesi in campo in squadre opposte, ma solo per un partitone studenti contro prof. A Milano la riforma del ministro almeno un miracolo l’ha compiuto: un’inedita comunione di intenti che per la prima volta ha unito studenti e docenti. Ma la giornata di ieri ha segnato un altro importante risultato tutt’altro che scontato. Si trattava, infatti, di portare alle superiori quel movimento che lo scorso anno aveva avuto tanto successo alle scuole elementari a difesa del tempo pieno. Le superiori, però sono un altro mondo, dove contano molto meno i genitori e molti di più gli studenti. «Fino a poche settimane fa temevamo un flop», confessano i prof del Forum Scuole. E invece missione compiuta: otto più.

Itsos Albe Steiner di via san Dionigi. Bastava ascoltare qualche battuta colorita della vivace riunione che ieri pomeriggio ha animato studenti, prof ed Arcigay per rendersi conto che non è questa la scuola sognata dal ministro Moratti. Per chi al dibattito non c’era, niente paura, lo Stenier è un Istituto Tecnico per le Comunicazioni Multimediali, tutto rimandato in replica in palestra dove notte tempo sono andati in onda filmati e video autoprodotti che hanno documentato la 24 ore non stop a scuola «senza Letizia ma con allegria». Si è fatto l’alba anche all’istituto Falck di Sesto San Giovanni e all’istituto tecnico Curie dopo assaggi di cosmetici creati dagli studenti e riunione con il consigliere comunale Ds Marilena Adamo e il consigliere regionale verde Carlo Monguzzi. All’alberghiero Vespucci gli studenti hanno messo in tavola le loro doti culinarie offrendo la merenda a genitori e alunni delle elementari. Opere d’arte al liceo artistico di Arese, teatro al liceo scientifico Cremona, torneo di calcio al all’istituto Molinari. Ma c’è anche spazio per i seri del Berchet che hanno portato una mozione contro la riforma in provveditorato e quelli del Virgilio che hanno esposto striscioni. Ogni scuola si è inventato un modo orignale per mettere in discussione i dettami della Moratti: il destino oscuro degli istituti tecnici e professionali, la sostituzione del concetto di obbligo all’istruzione con quella di «diritto-dovere» e il doppio canale della scuola superiore.

 

Ognuno si è mosso secondo le proprie possibilità seguendo una lezione per la buona riuscita delle manifestazioni che quelli del Forum Scuole hanno imparato l’anno scorso nella costruzione del movimento delle elementari. «Abbiamo cominciato a muoverci all’inizio di marzo – spiega Michele Corsi del Forum Scuole – con l’obiettivo di passare il testimone dalle elementari alle superiori, a questo punto toccava a loro, anche perchè i movimenti se non si rigenerano muoiono». E l’obiettivo di questo movimento è continuare a vivere, anche oltre l’era Moratti, per scongiurare scivolate sempre possibili di – si spera presto – la sostituirà.

 

Oggi il testimone della protesta passa alle scuole superiori del X Muncipio di Roma, mentre a Milano scuole elementari e superiori si incontreranno alle 17 per una festa davanti a palazzo Marino.

 


Liberazione – 15 aprile 2005

Milano, insegnanti e studenti occupano 40 scuole contro Moratti
«Protesteremo finché non sarà abolita la riforma»

Insegnanti e studenti hanno occupato ieri 40 istituti superiori milanesi per protestare contro la riforma Moratti. Oggi gli insegnanti delle elementari occuperanno l’atrio del Csa (cioè l’ex provveditorato di Milano) contro la mancanza di personale, nel pomeriggio il forum delle scuole manifesterà davanti a Palazzo Marino. E poi da lunedì a sabato prossimo sarà la volta di una settimana di iniziative di Cgil, Cisl e Uil in tutta la Regione che si chiuderanno il 28 aprile con un’assemblea pubblica a cui sono invitati anche i politici. «Il nostro obiettivo – spiega Mario Piemontesi, del Forum delle scuole milanesi – è l’abrogazione della riforma Moratti e il ritiro di tutti i decreti».
“Virgilio contro la Morattì” è lo striscione che insegnanti e ragazzi hanno attaccato ad alcuni banchi davanti alla succursale, mentre all’istituto Curie l’orario è stato completamente stravolto, tanto che alcuni degli insegnanti che questa notte resteranno a scuola (in tutto una delegazione simbolica di quindici docenti e studenti tutti maggiorenni, come succederà anche allo Steiner e al Falck di Sesto San Giovanni), hanno organizzato pigiama lessons, ovvero lezioni notturne «per dimostrare – spiega Roberto Rivolta – che abbiamo voglia di lavorare». Il programma di iniziative in tutte le scuole è particolarmente ricco: si va da partite di calcio insegnanti-studenti, a spettacoli teatrali, a “chimica che profuma”, cioè “assaggi” di cosmetici creati dagli studenti del Curie.

 

All’istituto Steiner, dove si studia comunicazione multimediale, i ragazzi hanno documentato l’occupazione con filmati montati poi nella notte.

 

«Il nodo della legge 53 viene al pettine. La Riforma Moratti ha causato in tutti i settori scolastici delle problematiche relative alla sua attuazione, tali problematiche colpiscono qualitativamente la classe insegnanti, gli studenti e gli educatori in genere». E’ quanto afferma il senatore dei Verdi Fiorello Cortiana, segretario della commissione istruzione. E il 16 aprile l’Assemblea Nazionale dei firmatari della “Lettera aperta al Presidente della Repubblica” si riuniranno a Milano presso il liceo “Vittorio Veneto” per discutere sull’importanza di un intervento di Ciampi, che in base all’articolo 87 della Costituzione potrebbe inviare un messaggio alle Camere circa i disastri della riforma Moratti.

 


Il Corriere della Sera – Milano -15 aprile 2005

 

Insegno da 25 anni, ho dormito nel sacco a pelo per il futuro dei miei ragazzi»
«Nessuna ideologia, questa è una battaglia civile»
la Testimonianza

 

«Non ho nessuna voglia di fare il ragazzino». È mezzanotte passata. Il professore di economia aziendale Franco Gatto srotola il sacco a pelo: «Nessuna nostalgia», sorride. Poi sceglie un angolo della biblioteca e sistema il suo giaciglio. Stasera ha bevuto e cantato. Bicchiere di vino e chitarra. Come trent’anni fa, quando occupò l’università di Bologna. Prima di addormentarsi misura il tempo trascorso. E sembra passato un secolo: «Una volta si occupava per un mondo migliore. Oggi cerchiamo solo di mantenere la nostra dignità, difendere diritti acquisiti e sacrosanti».
In questa primavera di Sesto San Giovanni il mondo sembra rovesciato. A occupare l’istituto professionale Falck non ci sono i ragazzi con l’entusiasmo, le «canne», la voglia d’amore.
Ci sono loro, una quindicina di professori. Che si preparano a passare una notte a terra, nonostante i «reumatismi, l’ernia del disco, il mal di schiena, le mamme che hanno dovuto organizzarsi per lasciare i figli a casa».
Un manipolo di duri che di duro, nell’aspetto e nelle parole, non ha nulla. Se non il coriaceo attaccamento al lavoro. E la convinzione di difendere la propria missione.
Il professor Gatto, 49 anni, tre figli piccoli, la spiega così. Con l’inflessione calabrese e il sorriso dell’insegnante che tratta i propri studenti un po’ da padre: «Il decreto Moratti di riforma della scuola superiore avrà effetti devastanti».
Il punto più contestato è la divisione in due canali: uno liceo-università e l’altro di formazione professionale. Cosa succederà? «Ci saranno un terzo di istruiti e due terzi di lavoratori di basso profilo. Dietro la riforma si intravede un modello di società simile a quello prerivoluzione francese. Privilegi a una classe sociale. Il resto si arrangi come può».
La nottata del Falck inizia con un’assemblea, alle 21. Poi un rinfresco. Qualche panino. La cena nella «schiscetta». Stamattina in cattedra, con le ossa rotte e le occhiaie. Lezioni regolari.
Docenti occupanti: la forma di lotta è inedita, mai sperimentata prima. C’è anche questo orgoglio, tra i professori pasdaran . «Nessuna ideologia – dicono -, battaglia civile». E «nessuna utopia», ripetono. Non sono qui «per cambiare il presente, ma per difenderlo».
Dalla loro hanno la forza dei numeri: «Gli studi dei sindacati – spiega Gatto – dicono che si perderanno da 90 a 120 mila posti di lavoro». E poi c’è la questione delle ore di didattica settimanale, che nei canali di istruzione professionale potrebbero essere ridotte a 15, rispetto alle attuali 36: «Sa cosa vuol dire? Che Dante si potrà spiegare solo alle classi elette».
Corre la nottata. Da anni Sesto non si sveglia con le sirene di ingresso in fabbrica, né con i tonfi e i boati delle acciaierie. La memoria della Stalingrado d’Italia però è ancora viva: «Ogni forma di lotta – continua il professore – è figlia delle lotte precedenti. La nostra ha radici antiche, ma un esempio recente: i tranvieri dell’Atm a Milano. La protesta che nasce dalla violazione dei diritti».
Qualcuno russa. Altri si girano e rigirano nel sacco a pelo senza prender sonno. Nella notte di sacrificio si respira un sostegno immediato: «Gli altri docenti dell’istituto sono con noi». Ma anche un presentimento di solitudine. In una domanda: «Perché il centrosinistra non dice che abolirà questa riforma in caso di vittoria alle elezioni?».

 

Gianni Santucci

 


Il Corriere della Sera – Milano – 15 aprile 2005

 

LE SCUOLE OCCUPATE
Scuole occupate per tutta la notte contro la riforma

 

LA PROTESTA

 

Aule occupate per tutta la notte. Da studenti, genitori. E, per la prima volta, anche da professori. Lezioni in pigiama. Proteste, assemblee, dibattiti. Ma anche musica, danze, film e piéce teatrali. Adulti e ragazzi tutti insieme. A parlare di scuola. Senza voti o interrogazioni. Ma discutendo e confrontandosi. In una «giornata occupata» per difendere l’istruzione pubblica e contestare la riforma degli otto licei. Hanno ballato e cantato, fatto proposte e preparato merende, suonato e recitato. Migliaia di insegnanti, genitori e ragazzi di quaranta istituti superiori di Milano e Provincia hanno accolto, ieri, l’invito di Retescuole a mobilitarsi per chiedere il ritiro della bozza di decreto del ministro Moratti. E per parlare di obbligo scolastico, istituti tecnici e professionali, degli otto licei. Capofila della protesta, l’Itsos Albe Steiner, l’itis Marie Curie, il professionale Falck di Sesto San Giovanni. Tre istituti in cui i docenti hanno occupato le aule per tutta la notte (lezione in pigiama al Marie Curie, dove nel pomeriggio è stato trovato uno striscione bruciato). «Una scelta obbligata – dicono gli occupanti -: ne va del futuro della scuola, la posta in gioco è troppo alta».
Tornei e striscioni al Vittorio Veneto, proiezioni di film al Molinari, musical al Gentileschi, cene a dopocena al Kandinsky, teatro al Cremona, murales e giocoleria al Vittorini, mozione «antiriforma» al Berchet, concerto alle 20.30 in piazza Leonardo da Vinci con le band studentesche: per tutto il giorno si sono susseguite le iniziative.
All’alberghiero Vespucci gli aspiranti chef hanno preparato una merenda, incontrato i genitori della zona, organizzato un’assemblea: sono intervenuti l’assessore provinciale all’Istruzione, Sandro Barzaghi, il segretario milanese di Cgil scuola, Alfia Nicotra, il consigliere comunale Marilena Adamo, Carlo Romito, segretario nazionale della federazione italiana cuochi. «La riforma – spiega Giovanni Lanzetti, professore del Vespucci – penalizzati i professionali: le ore di laboratorio saranno tagliate e i ragazzi dovranno prestare lavoro gratuito nelle aziende, senza essere seguiti da tutor».
Altra questione aperta, gli organici. Cgil, Cisl e Uil annunciano che da settembre nelle superiori lombarde non ci saranno abbastanza insegnanti. La sorpresa è arrivata ieri, dopo un incontro definito «insoddisfacente» con il superprovveditore, Mario Giacomo Dutto. «Il direttore – commenta Wolfango Pirelli, segretario lombardo Cgil scuola – ci ha spiegato che alle superiori si prevede un aumento di 248 classi, ma arriveranno solo 64 insegnanti in più». Problemi anche alle medie dove – aggiunge Luigi Piccoli della Uil- «con un calo di 250 alunni, saranno tagliati 31 posti».
Secondo i sindacati, con i 500 posti mancanti alle elementari e gli ulteriori tagli alle superiori, ci si avvia a una «situazione difficile» per la scuola lombarda. Conclude Pirelli: «Dutto non non ha avuto il coraggio di avanzare una richiesta consistente di cattedre: si assuma le sue responsabilità».
Le proteste, dunque, continuano. Oggi le maestre elementari occuperanno l’atrio del provveditorato contro i tagli agli organici e al tempo pieno. Alle 17, davanti a Palazzo Marino, gli attivisti della Rete conteranno le monete raccolte dopo la multa di 22 mila euro per i volantini affissi durante un corteo.
I ragazzi dei collettivi studenteschi, infine, bloccheranno gli stage negli alberghi, nei ristoranti e nelle aziende.
E per martedì si preparano ad occupare le loro scuole.

 

Annachiara Sacchi

 


Il Giorno – 15 aprile 2005

 

SCUOLA Da ieri al via le manifestazioni contro i tagli degli organici e contro la riforma Moratti
Pochi docenti anche alle superiori. E i prof occupano con gli studenti
di Giorgio Guaiti

 

MILANO – «Incontro assolutamente deludente. Abbiamo chiesto al direttore scolastico regionale di rivedere la situazione e di aumentare le sue richieste di personale docente per la Lombardia».
Il segretario regionale della Cisl scuola, Renato Capelli, sintetizza così i risultati dell’incontro avuto ieri dai rappresentati regionali di Cgil, Cisl, Uil scuola e Snals con il direttore scolastico regionale, Mario Giacomo Dutto.
Argomento dell’incontro erano le previsioni per gli organici delle medie e delle superiori lombarde per il 2005-06 e i risultati sono stati – secondo i sindacati confederali – preoccupanti e deludenti: alle superiori si aspettano 248 classi in più, ma con un ritocco degli organici di solamente 64 docenti. Alle medie ci sarà un calo di 250 alunni, ma il taglio degli insegnanti sarà di 31 posti. Un quadro che si aggiunge alla mancanza di 500 docenti per far fronte alle richieste delle elementari, dove si registra un incremento delle iscrizioni di 6.740 alunni.
«Dutto – spiega Capelli – ci ha detto di aver chiesto un incremento di 120 docenti, da aggiungere ai 46 già previsti dal Ministero».
Una richiesta del tutto insufficiente, dicono i sindacati, che per ora però non hanno indetto giornate di sciopero. «L’eventuale decisione – spiega Capelli – sarà presa dopo l’assemblea con lo stesso Dutto e con i parlamentari lombardi in programma il 28 nella sede della Cisl di via Tadino».
Niente scioperi, per ora, ma non per questo mancano le iniziative di protesta. Oggi a scendere in campo saranno le maestre elementari che si riuniranno in assemblea nell’atrio del Provveditorato, in via Ripamonti: al mattino le docenti di Milano città, nel pomeriggio le loro colleghe della provincia. E contemporaneamente i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil scuola incontreranno i provveditore Antonio Zenga.
Fin qui le iniziative strettamente sindacali.
Da ieri invece hanno preso il via le manifestazioni e le occupazioni organizzate da Retescuole, con la partecipazione di studenti, genitori e insegnanti in una quarantina di istituti superiori della città e dell’hinterland.
Soltanto tre, in realtà, le occupazioni vere e proprie: all’itis Curie, all’Itsos Steiner e al Falck di sesto San Giovanni. Qui, e in particolar modo al Curie, alle iniziative dei ragazzi hanno aderito alcuni insegnanti, disposti anche a passare la notte all’interno dell’istituto.
Allo steiner invece grande lavoro per gli studenti di comunicazione multimediale impegnati nella realizzazione di un documentario sull’occupazione e sulle iniziative in corso. Fra le immagini non mancherà anche quella dello striscione con la scritta “Steiner Occupato” bruciata ieri pomeriggio, pare da ragazzi del quartiere che evidentemente non gradivano l’iniziativa.
Appuntamento culinario invece all’Alberghiero Vespucci, dove gli studenti hanno preparato e offerto ai ragazzi della zona una ricca merenda, condivisa anche dall’assessore provinciale all’Istruzione, Sandro Barzaghi, dalla vicepresidente del Consiglio comunale, Marilena Adamo, e dal consigliere regionale dei Verdi, Carlo Monguzzi. Assemblea e dibattito, ma soltanto nel pomeriggio, dopo una mattinata di lezioni normali, al Leonardo da Vinci, dove i ragazzi si sono impegnati anche in una partita di pallavolo con gli insegnanti. E qualche insegnante ha partecipato anche al sit in organizzato in mattinata davanti al Carducci da una parte degli studenti (altri erano in classe).
Le iniziative di Retescuole proseguiranno anche oggi, quando, alle 17, i rappresentanti delle scuole si troveranno davanti a Palazzo Marino per contare i 22 mila euro in moneta raccolti per pagare la multa per affissione abusiva e desintati ora in beneficenza.
E sempre oggi si muoveranno i ragazzi dei Collettivi studenteschi, che settimana prossima (martedì 19) rilanceranno agitazioni e occupazioni anti-Moratti in una quarantina di istituti.
Oggi però i ragazzi dei Collettivi si impegneranno nello “Stop stage tour”, con partenza alle 9.30 dalla fermata Lanza del metrò, per segnalare i casi di aziende, «che risparmiano sulle assunzioni, sfruttando i ragazzi degli stage».
Obiettivo particolare delle azioni in programma oggi saranno gli alberghi e i ristoranti di tre o quattro catene presenti in città.

 


La Repubblica – Milano – 15 aprile 2005

 

IL RACCONTO

 

La lunga giornata all´istituto Albe Steiner con grigliate, musica e assemblee

 

La strana occupazione dei grandi “Così parliamo la lingua dei ragazzi”

 

A mezzanotte la proiezione del film Fame chimica con il regista Boccola, ex studente della scuola in zona Corvetto
Luigi Fagioli “È una occasione unica per stringere il rapporto, capirsi”

 

TERESA MONESTIROLI

 

Papà Volpi, presidente del consiglio di istituto dell´Itsos Albe Steiner, con la sua folta chioma bianca portata con disinvoltura, sta in piedi davanti al cancello di via San Dionigi 36. E fa la guardia. Ha preso mezza giornata di ferie dal lavoro per partecipare all´occupazione dell´istituto tecnico dove studia suo figlio «perché questa riforma farà danni mostruosi e manderà all´aria il bellissimo lavoro sperimentale che è stato fatto all´Itsos negli ultimi anni». Circondato da un capannello di over cinquanta come lui, controlla con sguardo attento che i balordi del quartiere non si avvicinino troppo alla scuola. Alle 15.30 del pomeriggio infatti qualcuno ha pensato bene di incendiare una striscione – quello fatto da Alessandra e Chiara – con su scritto semplicemente “Toc Toc, occupato”. Si sapeva già che forse ci sarebbero stati dei problemi – la tensione in zona Corvetto fra i ragazzi del quartiere e gli studenti è stata altissima in passato – ma nessuno si aspettava un attacco così, gratuito.
Marco Volpi, però, sorride: «Tutto tranquillo, per ora non si è fatto vedere nessuno». Ma la prudenza non è mai troppa. Il servizio d´ordine, composto da una dozzina di professori, di sentinella per tutta la sera. Si teme l´irruzione a scuola dei cosiddetti “corvettari” che stando alle parole degli studenti, è «gente poco raccomandabile». Così, mentre i manifestanti addentano una salamella alla griglia – i professori occupanti non si fanno mancare proprio niente – il docente di turno sta davanti all´ingresso per regolare l´entrata dei ragazzi. Poi, da mezzanotte alle otto della mattina dopo, le porte vengono chiuse. E la scuola sarà un fortino inespugnabile. «Chi è dentro è dentro. Chi è fuori è fuori» sintetizza determinato l´insegnante di fotografia Giancarlo Aprea, che con l´omonima sottosegretario al ministero dell´Istruzione non ha nessuna parentela («Ho controllato l´albero genealogico» confessa). Aprea, nominato responsabile della sicurezza, continua: «Ho già chiamato i carabinieri della zona per avvisarli dell´incidente del pomeriggio. Siamo d´accordo che faranno delle ronde durante la notte, ma per precauzione noi chiudiamo tutte le porte».
Timori a parte, l´atmosfera dentro la scuola è decisamente conviviale. Fin dalle prime ore della mattina professori e studenti hanno lavorato insieme per costruire e inventare questa strana giornata di protesta. Fatta di incontri, assemblee, proiezioni video e musica. Si è parlato di immigrazione, del problema della casa a Milano, di sessualità con i ragazzi dell´ArciGay, della condizione delle donne in Africa con un´artista del Burkina Faso, della Costituzione italiana.
«È un´occasione fantastica per stringere il rapporto fra insegnanti e studenti» spiega Luigi Fagioli, professore di psicologia della comunicazione, uno di quelli che ha deciso di restare a scuola anche a dormire. Giacca di pelle e jeans verdi, ex sessantottino convinto con anni di proteste alle spalle, così racconta la sua prima volta da professore. «Non è solo una battaglia contro la riforma ma anche una possibilità che ci viene offerta di trovare con i giovani un linguaggio comune». E, per un giorno, sembra che all´Albe Steiner l´abbiamo trovato davvero. Serenamente. I ragazzi hanno accettato di non fare troppo casino, di non approfittare della scuola aperta per trasgredire le regole, «rispettando un luogo comune che a tutti noi interessa salvaguardare». I professori hanno portato il sacco a pelo e, per una notte, hanno dormito per terra, sul pavimento della biblioteca al piano terra. Una giornata in cui tutti hanno deciso di uscire dal loro ruolo istituzionale, per combattere una battaglia comune. «Insieme si è più forti» raccontano gli studenti. «Lottiamo per tutti per la stessa causa: salvare la scuola da una riforma che non piace a nessuno».
E dopo le discussioni, arriva la festa. Alle sette di sera un gruppo di volontari con in tasca la cassa comune raccolta nei giorni scorsi grazie al contributo volontario di tutti, escono a fare la spesa. Le insegnanti hanno preparato delle torte pasqualine e l´insalata di riso. Il prof Marco ha promesso di organizzare una grigliata in giardino. Gli altri allestiscono il tavolo in cortile, sotto i faretti da cinema in dotazione della scuola – l´istituto è specializzato in comunicazione multimediale -. Una mangiata in compagnia, dove è stato rigorosamente vietato il vino e ogni tipo di alcolico. Per una sera anche gli ultra cinquantenni si sono accontentati delle bibite gassate. La notte è lunga e le attività devono proseguire. Con il dj set degli studenti e la proiezione, intorno a mezzanotte, del film “Fame chimica” con in sala anche il regista Antonio Boccola, ex studente della scuola. E chi resiste prosegue ancora. In laboratorio, a montare con i professori i video girati durante la giornata, fino all´alba. Cortometraggi che verranno mostrati oggi a tutti quelli che ieri non c´erano. Perché oggi la scuola riparte, con il suo ritmo di tutti i giorni. E anche quelli che invece c´erano, oggi dovranno affrontare le solite sei ore di lezione. Con le borse sotto gli occhi, ma la soddisfazione nel cuore.

 


La Repubblica – Milano – 15 aprile 2005

 

Scuola, la protesta si allarga

 

Gli insegnanti delle elementari: basta tagli al personale

 

I sindacati: “Nel prossimo anno avremo 248 classi in più, ma l´organico salirà solo di 64 docenti”
Proseguiranno nei prossimi giorni le iniziative nelle superiori con partite di calcio e spettacoli teatrali

 

LARA ZANI

 

Partite di calcio, spettacoli teatrali, concerti, assemblee e perfino “pigiama lessons” notturne. È partita ieri in 40 istituti la crociata contro la riforma Moratti: questa volta attorno al no alla riforma delle superiori si cementa un´alleanza trasversale tra studenti e professori, in una protesta che continuerà con altre iniziative dentro e fuori dalle scuole. Accanto agli studenti diversi esponenti del mondo della politica. «C´è un clima di festa – ha osservato la diessina Marilena Adamo, vicepresidente del consiglio comunale -, e c´è molta partecipazione». E la preoccupazione per il doppio canale in cui sarà divisa la formazione superiore è il motivo per cui l´iniziativa riguarda soprattutto istituti tecnici e professionali. «Quarant´anni fa – ha commentato il consigliere regionale dei Verdi Carlo Monguzzi – c´erano l´avviamento, le medie e le commerciali, cioè le scuole per ricchi e per poveri. La riforma vuole ripercorrere quella strada». «Le scuole tecniche e professionali – ha aggiunto l´assessore provinciale all´Istruzione Giansandro Barzaghi (Prc) – rischiano di essere svilite».
Un altro allarme sul futuro della scuola lombarda arriva dai sindacati: l´anno prossimo alle superiori non ci saranno abbastanza insegnanti. «Si prevede – ha spiegato Wolfango Pirelli, segretario lombardo Cgil scuola, dopo un incontro dei sindacati con il direttore dell´Ufficio scolastico Mario Dutto – un aumento di 248 classi, ma solo 64 insegnanti in più». Oggi la protesta continuerà con l´occupazione, da parte degli insegnanti elementari, dell´atrio del Csa contro i tagli alla scuola primaria. E alle 17, il Forum delle scuole manifesterà davanti a Palazzo Marino, contando i soldi raccolti per pagare la multa da 22mila euro per i volantini affissi in occasione di un recente corteo. Infine, alle 9.30 partirà lo Stop Stage Tour, organizzato dai Collettivi degli studenti. Intanto ieri la Provincia ha presentato il progetto preliminare di ristrutturazione dell´istituto tecnico Feltrinelli. L´assessore Barzaghi ha già iniziato le trattative per acquistare lo stabile di proprietà dell´Emit.

 


l’Unità – 14 aprile 2005

 

Contro la Moratti riesplode la protesta, occupate decine di scuole a Roma e Milano
di Luigina Venturelli

 

Due anni ininterrotti di manifestazioni di protesta, scuole occupate di comune accordo da studenti e insegnanti, decine di migliaia di genitori autoconvocatisi in difesa del diritto all’istruzione dei figli: sono questi gli incredibili risultati che la riforma Moratti continua a produrre.

 

Giovedì oltre quaranta istituti superiori milanesi sono stati occupati giorno e notte da professori e ragazzi insieme: concerti, spettacoli teatrali, mostre, assemblee sindacali, ma anche concorsi fotografici e partite di calcio. Moltissime le iniziative per rendere proficua ma anche divertente la sospensione delle attività didattiche, tanto che in molti si sono attrezzati con sacchi a pelo per proseguire la mobilitazione fino alla mattina. Nel pomeriggio di oggi, inoltre, un nuovo appuntamento in piazza della Scala, con clown, musica e volantini di protesta a forma di cerotto per rimarcare le ferite inferte alla scuola pubblica (alla faccia del Comune di Milano che ai manifestanti ha già comminato una multa di 22mila euro per affissione abusiva dei suddetti).

 

Per tutto il fine settimana saranno inoltre in mobilitazione le scuole del decimo municipio di Roma (Appia-Cinecittà) – una “festa-protesta” su proposta del coordinamento genitori-insegnanti, con occupazioni, mostre, assemblee e spettacoli aperti a tutti i cittadini per rivendicare l’abrogazione di tutte le leggi Moratti sulla scuola e sull’università.

 

Tutto per chiedere il ritiro della bozza di decreto del ministro Moratti, che «stravolge il sistema delle secondarie superiori» con una netta separazione tra i percorsi di studio propedeutici all’università e quelli di formazione al lavoro, tale da condizionare le possibilità di scelta degli alunni appartenenti alle fasce più deboli della popolazione. A lanciare l’appello è stato l’auto organizzato comitato Retescuole, che ha mobilitato migliaia di persone a difesa di «una scuola che non discrimini ma fornisca le stesse opportunità culturali senza distinzioni sociali».

 

Venerdì a Milano sarà anche il turno degli insegnanti delle elementari, in protesta contro i nuovi tagli al personale decisi dalle autorità scolastiche che promettono di smantellare il tempo pieno in gran parte degli istituti milanesi. Convocati da Cgil, Cisl e Uil, si ritroveranno in protesta davanti alla sede dell’ex provveditorato in via Ripamonti con due assemblee permanenti nel mattino e nel pomeriggio. Mentre in tutta la provincia aumentano le richieste di classi a tempo pieno (313 in più rispetto al 2004) anche in conseguenza dell’aumento di circa 6mila alunni iscritti, il ministero dell’Istruzione ha infatti risposto con il taglio di 280 posti per docenti: non solo è stata negata l’apertura di 116 nuove classi richieste dalle famiglie, ma è stato annunciato che 206 scuole elementari su 306 avranno una riduzione di organico di una o due unità. Una prospettiva che smantellerebbe il tempo pieno nel 67% delle scuole, riducendo un preciso modello organizzativo didattico alla semplice copertura delle 40 ore: «In questo modo – spiegano le scuole – sarà impossibile continuare l’esperienza del tempo pieno con due insegnanti per classe, che consente l’attività in laboratorio, la formazione di gruppi, la possibilità di seguire chi è in difficoltà per motivi fisici, psicologici, sociali o linguistici».

 

Per tutto il fine settimana saranno inoltre in mobilitazione le scuole del decimo municipio di Roma su proposta del coordinamento genitori-insegnanti, con occupazioni, mostre, assemblee e spettacoli aperti a tutti i cittadini per rivendicare l’abrogazione di tutte le leggi Moratti sulla scuola e sull’università [/FIRMA][CITTÀ]MILANO[/CITTÀ] Due anni ininterrotti di manifestazioni di protesta, scuole occupate di comune accordo da studenti e insegnanti, decine di migliaia di genitori autoconvocatisi in difesa del diritto all’istruzione dei figli: sono questi gli incredibili risultati che la riforma Moratti continua a produrre.
Ieri oltre quaranta istituti superiori milanesi sono stati occupati giorno e notte da professori e ragazzi insieme: concerti, spettacoli teatrali, mostre, assemblee sindacali, ma anche concorsi fotografici e partite di calcio. Moltissime le iniziative per rendere proficua ma anche divertente la sospensione delle attività didattiche, tanto che in molti si sono attrezzati con sacchi a pelo per proseguire la mobilitazione fino alla mattina. Nel pomeriggio di oggi, inoltre, un nuovo appuntamento in piazza della Scala, con clown, musica e volantini di protesta a forma di cerotto per rimarcare le ferite inferte alla scuola pubblica (alla faccia del Comune di Milano che ai manifestanti ha già comminato una multa di 22mila euro per affissione abusiva dei suddetti).
Tutto per chiedere il ritiro della bozza di decreto del ministro Moratti, che «stravolge il sistema delle secondarie superiori» con una netta separazione tra i percorsi di studio propedeutici all’università e quelli di formazione al lavoro, tale da condizionare le possibilità di scelta degli alunni appartenenti alle fasce più deboli della popolazione. A lanciare l’appello è stato l’auto organizzato comitato Retescuole, che ha mobilitato migliaia di persone a difesa di «una scuola che non discrimini ma fornisca le stesse opportunità culturali senza distinzioni sociali».

 

Venerdì sarà anche il turno degli insegnanti delle elementari, in protestacontro i nuovi tagli al personale decisi dalle autorità scolastiche che promettono di smantellare il tempo pieno in gran parte degli istituti milanesi. Convocati da Cgil, Cisl e Uil, si ritroveranno in protesta davanti alla sede dell’ex provveditorato in via Ripamonti con due assemblee permanenti nel mattino e nel pomeriggio. Mentre in tutta la provincia aumentano le richieste di classi a tempo pieno (313 in più rispetto al 2004) anche in conseguenza dell’aumento di circa 6mila alunni iscritti, il ministero dell’Istruzione ha infatti risposto con il taglio di 280 posti per docenti: non solo è stata negata l’apertura di 116 nuove classi richieste dalle famiglie, ma è stato annunciato che 206 scuole elementari su 306 avranno una riduzione di organico di una o due unità. Una prospettiva che smantellerebbe il tempo pieno nel 67% delle scuole, riducendo un preciso modello organizzativo didattico alla semplice copertura delle 40 ore: «In questo modo – spiegano le scuole – sarà impossibile continuare l’esperienza del tempo pieno con due insegnanti per classe, che consente l’attività in laboratorio, la formazione di gruppi, la possibilità di seguire chi è in difficoltà per motivi fisici, psicologici, sociali o linguistici».

 


La Repubblica – Milano – 14 aprile 2005

 

La studentessa: “Una notte con il nemico, per il futuro”

 

ALESSIA GALLIONE

 

Il programma l´hanno studiato insieme. Studenti e professori. Tutti lì, intorno al tavolo dell´aula docenti, dove di solito si decidono i loro destini scolastici e dove, invece, per una volta, i ragazzi si sono trovati a pensare e a discutere. Interi pomeriggi trascorsi a affinare i dettagli, quello che sarebbe successo nelle ventiquattr´ore di protesta contro la riforma Moratti che partiranno oggi: musica e dibattiti, ma anche la documentazione, attraverso foto e video, di un giorno e una notte a ruoli invertiti. Con i professori a occupare la scuola e gli studenti schierati al loro fianco. Come ieri: «Siamo andati in giro tutto il pomeriggio per il quartiere con un nostro professore a fare volantinaggio», racconta Giovanna Nido, 19 anni, ultimo anno dell´Itsos Albe Steiner, istituto tecnico dove le lezioni di italiano e matematica si alternano a quelle di cinema, fotografia e montaggio. Una delle studentesse che ha deciso di occupare insieme a insegnanti e genitori.
Giovanna, ha mai occupato prima?
«Mai. E infatti avevo quasi rinunciato all´idea. Sono anni, ormai, che all´Itsos ci limitiamo alle autogestioni: a quelle ho sempre partecipato, anche all´ultima, quella di novembre proprio contro la riforma Moratti».
I professori come reagivano alla protesta?
«Hanno sempre tollerato, considerando la settimana di autogestione come una sorta di scadenza obbligatoria da cui passare per poi tornare con la testa sui banchi».
E invece, questa volta, sono loro a protestare. Quando avete saputo che avrebbero occupato l´istituto?
«Circa due mesi fa. E dopo l´istantaneo stupore è subentrato l´entusiasmo. Una ventina di noi ha dato appoggio immediato e, con dieci o quindici docenti, da quello di matematica e psicologia ai tecnici di laboratorio, abbiamo iniziato a progettare l´attività».
Che cosa farete questa sera?
«Inizieremo alle 10.20 per terminare solo alle 8 di domani, assistendo ai nostri lavori. Sì, perché durante tutto il giorno, divisi in gruppi, scatteremo foto e gireremo video. Di notte, poi, monteremo tutto e il prodotto finale parteciperà a un concorso di cortometraggi dedicato a Massimo Troisi, a Pieve Emanuele. Ma non solo: ci saranno incontri e discussioni. Abbiamo invitato la madre di una nostra compagna che vive nel palazzo occupato di via Morigi per affrontare il tema della casa a Milano; una prof di fotografia esporrà le sue immagini del muro di Israele; verranno quelli di Esterni per delle proiezioni».
Un´intensa notte di lavoro. Avete pensato anche a qualche momenti di svago?
«Certo, anche se siamo stati noi studenti a far girare la voce: chi pensa di far casino rimanga a casa. Alle 20.30 ci sarà un gruppo di percussionisti brasiliani che ho proposto io e poi ognuno di noi porterà qualcosa da bere e da mangiare. Io farò il tiramisù, altri portano l´insalata di riso. Abbiamo fatto anche una cassa comune per fare la spesa o acquistare striscioni e bombolette».
Non trovate strano che i vostri professori si presentino con il sacco a pelo per dormire a scuola?
«Beh, un po´, ma li vediamo motivatissimi. Dicono che lo fanno soprattutto per noi, per garantirci un futuro e una scuola migliore. Il nostro è un istituto un po´ particolare e solitamente non ci sono barriere così rigide tra alunni e docenti, ma con alcuni non avevamo mai avuto un dialogo particolare. Ecco, in questi giorni trascorsi insieme li abbiamo visti diversi. Un po´ come noi».

 


La Repubblica – Milano – 14 aprile 2005

 

Tutte le iniziative della mobilitazione di 40 scuole contro il ministro Moratti. Dibattiti e assemblee, ma anche aperitivi, video, concorsi e performance artistiche

 

Occupazioni, il giorno dei professori

 

Per la prima volta i docenti a capo della rivolta anti-riforma

 

Calcio al Molinari, teatro al Cremona e alle 20 il concerto in piazza Da Vinci
“Preoccupa il doppio canale che costringe a scegliere a 13 anni fra università e lavoro”
“Fino a domani mattina faremo un laboratorio video, e manderemo il prodotto finale a un concorso di cortometraggi”
Giovanna, 19 anni non aveva mai occupato: “Che sorpresa vedere gli adulti così motivati. Li abbiamo scoperti simili a noi”

 

TERESA MONESTIROLI

 

Concerti, spettacoli teatrali, mostre e assemblee sindacali. Ma anche concorsi fotografici, murales, incontri con i rappresentanti delle istituzioni, partite di calcio, proiezioni video e merende. Fino a occupazioni notturne. Sono 40 le scuole di Milano e provincia che oggi si mobilitano per chiedere il ritiro della bozza di decreto del ministro Moratti che «stravolge il sistema delle secondarie superiori». Quaranta istituti che oggi sospendono l´attività didattica per discutere sul futuro degli istituti tecnici e professionali, l´ipotesi degli otto indirizzi liceali, il diritto-dovere all´istruzione.
A capo della compatta mobilitazione, per la prima volta, ci sono gli insegnanti «preoccupati per la qualità e il futuro della scuola pubblica». Docenti di lettere e filosofia, professori di matematica ed economia che per tutta la giornata orchestreranno la protesta nelle scuole. Con striscioni e volantini, incontri aperti al pubblico e assemblee interne. Coinvolgendo direttamente anche gli studenti e i genitori che nei giorni scorsi sono stati avvisati con circolari, lettere e avvisi su Internet. Come all´istituto professionale Kandinsky dove i professori hanno scritto a tutte le famiglie per «illustrare le nostre preoccupazioni – spiega la professoressa Elena Della Penna – per la creazione del doppio canale che costringerà giovani di 13 anni a scegliere fra università e mondo del lavoro».
A lanciare l´appello – a cui hanno aderito anche le scuole di Roma che si mobiliteranno da domani a lunedì – è il comitato Rete Scuole, nato due anni fa per contrastare la riforma della scuola primaria. «Estendere la protesta nelle superiori non è stato facile – racconta Michele Corsi, della Rete -, ma una volta partito il tam tam la reazione è stata a cascata». Nelle capofila della protesta – l´Itsos Albe Steiner, l´istituto tecnico Marie Curie e il professionale Falck di Sesto San Giovanni – la protesta proseguirà fino a domani mattina. All´alberghiero Vespucci ci sarà un´assemblea pubblica con l´assessore all´istruzione Sandro Barzaghi – che dice «È una legge senza memoria, senza risorse e senza consenso» – e alcuni consiglieri dell´opposizione. «È una mobilitazione senza precedenti – spiega Carlo Monguzzi dei Verdi -, Le istituzioni devono occuparsi con urgenza di questo problema». Ma le attività sono tantissime. Il liceo Vittorini blocca la prima prova dell´Invalsi, il test di valutazione del ministero, l´istituto Molinari organizza una sfida a pallone tra professori e studenti, lo scientifico Cremona mette in scena uno spettacolo teatrale, all´artistico di Arese gli studenti produrranno opere d´arte, i ragazzi del classico Berchet portano al Csa una mozione anti-riforma. E ancora incontri con i genitori e gli insegnanti delle scuole medie ed elementari del quartiere, aperitivi, cene-buffet e tanta musica. Alle 20 in piazza Leonardo da Vinci concerto di band studentesche. Domani la protesta nelle scuole continua con l´occupazione simbolica con assemblea permanente del Csa delle insegnanti delle elementari.

 


La Repubblica – Milano – 13 aprile 2005

 

LE IDEE

 

La realtà tragica della scuola

 

ANTONIO SCURATI

 

La scuola è un cosmo tragico. Oggi Sofocle ambienterebbe l´Edipo Re in una scuola. Di norma, nei film e nei romanzi italiani, la scuola viene raccontata come universo comico, incline alla commedia, alla farsa, tutt´al più al lirismo elegiaco, quasi mai alla tragedia. Ma questo atteggiamento è frutto di un meccanismo difensivo di diniego: proprio perché la scuola è una realtà tragica, ci si rifiuta di prenderla sul tragico. L´ossessivo, inconcludente, peloso riformismo scolastico è il sintomo di una patologia degenerativa, non la sua prognosi.
La riforma Moratti è soltanto l´ultima, la peggiore testimonianza della realtà scolastica come universo imploso, sistema in via di disfacimento, incancrenito da una serie interminabile di riforme il cui susseguirsi dimostra soltanto la loro impotenza a sanarlo. Gli insegnanti, economicamente impoveriti, socialmente emarginati, professionalmente dequalificati, sono lasciati soli a combattere a mani nude, una lotta impari contro la propria tradizione e discendenza, quindi contro se stessi. Ciò ne fa degli alienati sociali in quanto gruppo e spesso degli alienati mentali in quanto individui: sono gli insegnanti i lavoratori a più alto rischio burn out in assoluto. La scuola, una nave dei folli alla deriva.
In questo stato di prostrazione, spesso gli insegnanti si confondono. Hanno la sensazione che gli studenti siano il nemico contro cui lottare e non le ragioni per cui lottano. Gli ultimi venti anni sembrano aver scavato un abisso tra il mondo adulto e quello giovanile. La distanza tra le generazioni non è più stata percepita con tanta drammaticità almeno dal 1968. Ora, però, non essendoci una precisa linea di demarcazione ideologica, o di rivendicazione politica, a dividere adulti e ragazzi, docenti e studenti, la profonda estraneità di questi ultimi risulta inquietante. Appare quasi come la conseguenza di una mutazione antropologica. È come se, in seno alla specie umana, si fosse prodotta una subspeciazione. La vecchia e la nuova generazione sembrano crescere lungo linee differenti. Agli occhi dei professori, questa estraneità radicale trasforma l´adolescente in un alieno. Un marziano venuto da un altro mondo a distruggere quest´insignificante pianeta Terra. Il giovane, figlio o alunno, assume i tratti di una figura imperscrutabile, sinistra, minacciosa. I giovani, una generazione mutante.
Questo è catastrofismo, si dirà. Certo, lo è. Ma il catastrofismo non è di chi scrive. Corrisponde al vissuto catastrofico di larga parte del ceto insegnante. Questa visione paranoica e delirante è lo specchio fedele del mondo interno di molti di noi. I sentimenti di angoscia, fallimento, impotenza, paura, dominano oggi le relazioni educative e didattiche. Viviamo con i nostri alunni una relazione corrosa da passioni tristi. Struggimento per il passato, angoscia del futuro, inabitabilità del presente.
La notizia che studenti e insegnanti occuperanno assieme alcune scuole milanesi contro la riforma Moratti, che smetteranno di combattersi per fare fronte comune contro il comune nemico, è perciò una notizia radiosa. È l´immagine di un abbraccio letale tra combattenti che si trasforma in un abbraccio curativo. Una fisioterapia reciproca.

 


Il Giorno – 13 aprile 2005

 

 

L’istruzione artistica e la riforma Moratti: perché dire no

 

 

ARESE Incontro al liceo artistico Fontana

 

No alla riforma Moratti

 

ARESE — “L’istruzione artistica e la riforma Moratti: perché dire no” è questo il titolo dell’incontro informativo promosso dai docenti del liceo artistico Lucio Fontana. Rivolto a genitori, studenti e insegnanti delle scuole del territorio, l’incontro si terrà domani alle 18 all’auditorium Aldo Moro in via Varzi. «Come già sapete il Ministero della Pubblica Istruzione ha emanato la Bozza di Riforma della Scuola Superiore che potrebbe essere presto convertita in legge. Questo decreto, se approvato, causerà pesanti conseguenze negative per i percorsi formativi dei futuri studenti. In particolare l’istruzione artistica risulta completamente snaturata!», con queste parole il gruppo apartitico dei docenti invita tutti i cittadini a partecipare all’iniziativa. Nel corso della giornata, inoltre, si terranno altri momenti di sensibilizzazione. Dalle 12 alle 14 si svolgerà l’assemblea dell’istituto mentre dalle 14 alle 18 gli studenti metteranno in mostra la propria creatività. e-mail: liceoartistico.arese@tin.it.

 


Il Corriere della sera – Milano – 12 aprile 2005

 

Formazione, obbligo scolastico, licei
Scuole occupate da studenti e professori

 

Hanno aderito 40 centri scolastici, coinvolte anche elementari e medie

 

Contro la riforma Moratti. Delle superiori, questa volta. Con i professori che scendono in piazza e si preparano ad occupare i loro istituti. Scatta giovedì la giornata di mobilitazione organizzata da Retescuole (e alla quale hanno già aderito 40 istituti superiori di Milano e Provincia) per protestare contro la divisione tra istruzione e formazione, l’abolizione dell’obbligo scolastico e il disegno degli otto licei. Parola d’ordine, occupare le scuole. Ma il programma è fittissimo: merende, assemblee, dibattiti, approfondimenti, concerti e spettacoli teatrali sono previsti per tutta la giornata.
I professori sono pronti. Anche a fermarsi a dormire a scuola: come al tecnico Marie Curie (6 ore di cultura, incontri, musica e sport), all’itsos Albert Steiner, al professionale Falck di Sesto San Giovanni. Merenda per tutti all’alberghiero Vespucci. Riunioni allo scientifico Vittorio Veneto, al Pasolini, all’Erasmo da Rotterdam di Bollate, al Molinari, al Cremona, all’Oriani Mazzini, al classico Berchet, al Leonardo da Vinci. Band studentesche si esibiranno alle 20 in piazza Leonardo da Vinci. All’ordine del giorno, i cambiamenti che investono la scuola superiore italiana. Saranno coinvolti anche genitori e insegnanti di scuole elementari e medie.
E dopo la giornata di occupazioni, la protesta continua: gli attivisti della Rete saranno venerdì pomeriggio alle 17 davanti a Palazzo Marino per contare i soldi raccolti dopo la multa di 22 mila euro presa per i volantini «anti Moratti».
Sempre venerdì – ma di mattina, alle 9.30 – i ragazzi dei collettivi studenteschi daranno via allo «Stop stage tour»: striscioni e volantini nelle aziende e negli alberghi che fanno uso di studenti stagisti.
Martedì prossimo è in programma un’altra giornata di occupazioni, organizzata questa volta dal Cantiere, l’area «disobbediente» del movimento studentesco. È l’«Occupa tutto day», in oltre 40 istituti superiori di Milano e Provincia.
«Torniamo a farci sentire – dicono i ragazzi dei collettivi – per rivendicare il diritto allo studio e per avere spazi dove coltivare i liberi saperi».
Infine, uno sciopero: quello dei collaboratori scolastici di Milano e Provincia, proclamato per domani dalla Cisal (dalle 16 alle 19). I motivi: «migliorare le condizioni di lavoro» e sostenere i colleghi dell’elementare di via Scrosati che accusano la preside di «ignorare il malessere di cinque collaboratori scolastici».

A. Sac.

 


La Repubblica – Milano – 11 aprile 2005

 

Scuola, ora occupano insegnanti e genitori

 

Giovedì contro la riforma Moratti

 

Con sacco a pelo e cuscino, i professori delle superiori sono disposti a dormire a scuola per fermare la «sciagurata» riforma firmata Letizia Moratti che sta per arrivare alle superiori. Giovedì prossimo il comitato Rete Scuole ha organizzato una giornata di mobilitazione a cui hanno già aderito 40 istituti per protestare contro la divisione fra istruzione e formazione, l´abolizione dell´obbligo scolastico e l´istituzione degli otto licei. In tre scuole i docenti resteranno anche a dormire. In tutte le altre incontri e dibattiti sulla riforma aperti alle famiglie delle elementari e delle medie. Per venerdì 15 invece la Cgil-scuola ha indetto un´assemblea permanete in Provveditorato degli insegnanti delle elementari contro i tagli all´organico.

 

Alla giornata di mobilitazione hanno già aderito 40 istituti superiori in città e in provincia
Concerti, letture, e teatro insieme a lezioni e dibattiti. E venerdì l´assemblea in provveditorato

 

TERESA MONESTIROLI

 

Per una notte, a srotolare i loro sacchi a pelo sulle fredde piastrelle delle aule scolastiche saranno pacati professori di mezza età. Docenti di lettere e francese, tecnici di laboratorio e insegnanti di educazione fisica, e non scalmanati studenti liceali con la voglia di fare casino, oltre che politica. Al loro fianco anche qualche genitore, preoccupato del futuro dei propri figli.
Contro il progetto di riforma del ministro Moratti per le scuole superiori – ancora in via di definizione – il comitato Rete Scuole lancia una giornata di protesta per giovedì prossimo. Un appello a tutti gli istituti di Milano e provincia a cui hanno già aderito quaranta scuole, organizzando un fitto programma di manifestazioni. Dalle merende pomeridiane ad assemblee informative con i genitori, spettacoli teatrali, lezioni di ballo, incontri con i rappresentanti delle istituzioni, gare sportive, proiezioni video. Fino all´intera nottata di «preoccupazione», come la chiamano loro.
Dopo le mobilitazioni dell´anno scorso, quando i genitori e gli insegnanti della Rete occuparono simbolicamente per un pomeriggio le scuole elementari della città e, il giorno dopo, portarono quarantamila persone in piazza, ora la protesta si estende alle superiori. I problemi aperti, si legge sui volantini che da giorni girano per gli istituti e arrivano nelle case, sono la separazione fra il canale dell´istruzione e della formazione (che dovrebbe essere affidata alle Regioni), il futuro degli istituti tecnici e professionali, l´abolizione dell´obbligo scolastico e l´introduzione del diritto-dovere all´istruzione.
Il tam tam fra le scuole è partito da giorni. I consigli di istituto di moltissime scuole hanno votato mozioni che criticano pesantemente la bozza di riforma e approvano l´adesione alla giornata di protesta del 14. Ognuno a modo suo, con le proprie risorse. Per il momento sono tre le scuole dove i docenti e i genitori hanno intenzione di fermarsi anche la notte: l´istituto tecnico Marie Curie, dove gli insegnanti stanno pensando di organizzare lezioni fino all´alba, l´Itsos Albe Steiner, dove studenti e professori insieme monteranno i video girati durante la giornata, e il professionale Falck di Sesto San Giovanni. All´alberghiero Vespucci, invece, i ragazzi cucineranno una gustosa merenda aperta al quartiere. Per chi non prosegue con una cena a scuola, alle 20 ci sarà anche un concerto di band studentesche in Piazza Leonardo da Vinci. Ma ci sono anche spettacoli teatrali, letture e danze sudamericane, qua e là. In tutte le scuole ci saranno dibattiti sulla riforma della scuola a cui sono stati invitati – tramite volantinaggio – i genitori delle scuole elementari e medie della zona. Anche l´assessore all´Istruzione della Provincia, Sandro Barzaghi, il consigliere regionale dei Verdi Carlo Monguzzi, il consigliere comunale Marilena Adamo e il segretario della Cgil-scuola Milano Alfia Nicotra parteciperanno ad alcuni di questi incontri.
Ma la protesta non si esaurisce qui. Venerdì 15 la Cgil-scuola ha indetto un´assemblea permanete in Provveditorato – con occupazione simbolica dell´atrio di via Ripamonti – contro i pesanti tagli all´organico nelle elementari che metteranno a rischio il tempo pieno. E martedì 19 la scuole saranno ancora in agitazione con la giornata di protesta organizzata dal Coordinamento dei collettivi studenteschi in preparazione del May-Day.

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