9 Gennaio 2008
l'Unità

La strana etica di chi assale la 194

Le Comunità cristiane di base italiane

La vita è un valore troppo grande per essere ancora rinchiusa nella gabbia della cultura patriarcale che continua a imporre il proprio autoritario paternalismo amministrando e strumentalizzando le paure che l’uomo e la donna hanno di fronte alle pulsioni della vita e alla finitezza della esistenza. Riteniamo distruttivo e opposto alla cultura della vita colpevolizzare le donne che vivono il dramma dell’aborto, definirle «assassine», accostare l’aborto stesso alla pena di morte, accusare la legge 194 di «genocidio» dei feti.
Non è deprimendo la soggettività femminile e il senso di responsabilità della donna che si difende la vita. Quando il potere ecclesiastico avrà compiuto una riparazione storica facendo finalmente spazio alla maternità che non è solo dare vita in senso biologico ma è cultura, è visione femminile di Dio, della Bibbia, di Cristo, della fede e dell’etica, allora potrà intervenire credibilmente sull’etica della vita. Ma in quel momento si sarà dissolto come «potere». Sarà un bel giorno. Merita lavorare perché si avvicini.

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