31 Marzo 2014
La Repubblica

Nella scuola senza maestri “Qui ognuno impara da sé”

di Ursula Eichenberger

 

Una bimba di nove anni ha chiesto alla direttrice : «Rosie, mi presti le tue chiavi?». Con le sue amiche voleva andare a scuola anche nel fine settimana. Accade a Villa Monte, scuola privata che si ispira a Maria Montessori e Rebeca Wild nel Canton Svitto. “SE mi è permesso di fare solo il mio dovere, ma non posso mai farlo quando voglio, non mi va di farlo nemmeno quando devo. Se invece mi è permesso di farlo quando voglio, lo faccio volentieri anche quando devo. Perché per fare il proprio dovere bisogna poter aver voglia di farlo”. Citazione di anonimo accanto al telefono a Villa Monte, la scuola privata autorizzata e vigilata dal Canton Svitto, fondata nel 1983 dalla pedagogista Rosmarie Scheu e basata sul principio “ciascuno sa da sé”.
“Già le quattro? Che palle!” I due bambini sono seduti sul pavimento in un angolo della stanza, ciascuno con una clessidra poggiata sul palmo della mano. Guardano quanto tempo impiega la sabbia a cadere. Le clessidre sono di dimensioni diverse e i bimbi vogliono capire se la sabbia scorre più velocemente nell’una o nell’altra. Ma lo scuolabus ha già suonato due volte il clacson, il treno parte tra dieci minuti. E, per somma sventura, è anche venerdì. La settimana prima una bimba di nove anni ha chiesto alla direttrice : “Rosie, mi presti le tue chiavi?”. Con le sue amiche voleva andare a scuola anche nel fine settimana.
“Villa Monte è una scuola privata autorizzata che si ispira alla filosofia di Maria Montessori e Rebeca Wild, sotto il controllo del Canton Svitto. Il successo della scuola dimostra come sia possibile ottenere un valido titolo di studio anche con metodi non tradizionali”, si legge nel verbale di valutazione del Dipartimento per la formazione del Cantone.
Poco dopo le 8 si inizia. Dagli scuolabus gli alunni grandi e piccini scendono di corsa e sciamano verso l’edificio. Una volta arrivati, via le scarpe, su gli stivali. Bisogna strappare le erbacce, mettere a dimora le nuove piantine. “Questa è la mia palma”, spiega un bimbo al compagno più piccolo. Nella stanza delle bambole si prepara il tè. In un altro ambiente si lavora alacremente alle macchine da cucire. “La filosofia della scuola è una filosofia di vita: Imparare assieme e l’uno dall’altro. Imparare quando se ne ha voglia. Aver tempo per conoscere se stessi, gli altri e l’ambiente esterno. Senza stress. La perizia e il successo nella vita professionale testimoniano la validità della didattica di Villa Monte”, spiega ancora il Dipartimento cantonale. La scuola sorge isolata su una collina affacciata sulla Linthebene. Confina da un lato con il bosco, dall’altro ci sono il frutteto, il giardino
e l’orto dei bambini, il campo da calcio, il pergolato, una vecchia nave di legno per giocare ai pirati. Ogni stanza è un paradiso, attrezzata con angoli destinati al gioco e all’apprendimento, ogni oggetto è studiato a fini pedagogici. Inutile cercare banchi e lavagne, qui non si fa lezione frontale. Un gruppo di bambini per piano, seguiti da almeno un insegnante, pedagogista o tirocinante. Al piano terra i più piccini, a partire dai tre anni, al primo gli alunni della scuola primaria, all’ultimo quelli della secondaria. Nella casa accanto abitano i direttori, una coppia, che si dedica con grande impegno alla scuola. Gli adulti sono presenti solo per rispondere alle domande, riordinare, aiutare e intervenire quando i bambini non riescono a fare da soli. Quasi inesistenti gli elogi,
rari i rimproveri, nessuna punizione. Niente compiti, niente esami, niente voti.
Le regole sono solo tre: trattarsi con rispetto, essere ordinati, restare nello spazio stabilito attorno all’edificio. “Moltissimo” ribadisce il Cantone “viene scoperto ed elaborato attraverso le azioni, anche nell’ambito della matematica e della lingua, ed è quello che colpisce di più. Le competenze personali, sociali e specifiche sono poste sullo stesso piano”. Vige un ordine non organizzato, è tutto un via vai, un riempire gli zaini, improvvisare picnic. Niente urla, niente zuffe, si sta insieme in armonia. “Noi diamo fiducia ai nostri ragazzi”, spiega la fondatrice e direttrice della scuola, Rosemarie Scheu, 62 anni. “Siamo convinti che tutti troveranno la loro strada”. Gli alunni non vengono mai persi di vista, gli adulti sanno sempre dove sono e cosa fanno. “Tutti gli alunni, il corpo insegnante e i genitori dichiarano che in questa scuola la violenza non esiste. Forse dipende dal fatto che gli alunni non sono oggetto di alcuna costrizione e possono programmare e gestire liberamente la loro giornata scolastica”.
La gioia di imparare e la curiosità fanno si che al termine del periodo scolastico tutti sanno leggere, scrivere e far di conto. Imparano nella maniera a loro più congeniale. Ma soprattutto sanno cosa significano autonomia, felicità e gioia. Su una parete sono appese le foto degli ex alunni e le didascalie indicano la loro attuale attività: programmatore, musicista hip-hop, segretaria, ingegnere, estetista a Barcellona, falegname, istruttore di golf, tecnico d’impresa, ballerina ad Amsterdam, informatico, insegnante di tecnologie di stampa, fiorista, studentessa di psicologia, commessa in una libreria.

(La Repubblica,  31.03.14)

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