18 Novembre 2003

Lettera di Donatella Massara

Carissime con grande piacere ho visto che era in rete un commento di Lia Cigarini all’articolo di Piero Sansonetti.
Avevo linkato i paragrafi dell’articolo del 17 -appunto- al sito di storia; più che l’obbrobriosa parola questione femminile mi aveva colpito che le donne avessero preso parola e anzi a quello che ho saputo, addirittura aperto il Forum; le cose dette e ben spiegate nell’articolo mi avevano interessato anche se mi pareva che nulla si dicesse della complessità con cui abbiamo in questi anni affrontato la questione del potere, e Lia la commenta e indica – tuttavia rispetto al silenzio e alla marginalità femminile che era stata notata nei Forum precedenti, adesso questa voglia di dire la propria pur se concentrata su questioni di politica oggettiva (chiamo così la sequenza di temi che erano già stati presenti nel Forum di Firenze) mi aveva colpito favorevolmente e avevo letto in quelle parole un discorso simile a quello che abbiamo fatto su un ordine non basato sul diritto ma sulle relazioni e i soggetti. Inoltre una crescita, una determinata volontà politica delle donne di uscire e mettrsi al centro del Forum dove comunque desiderano stare.
Dopo – sull’onda della lettura di Sansonetti che non mi era sembrata così terrible, ma non sono conoscitrice acuta dei giornalisti dell’unità e della politica della sinistra come Lia e neanche ho la autorità di lei, sono andata alla assemblea delle donne alla Casa della Cultura, venerdì scorso. Purtroppo ho constatato che niente di quello che Sansonetti lasciava pensare saltava fuori nell’Assemblea dove di donne non compariva ‘quasi’ la parola (non ho sentito è vero l’intervento di apertura di Giovanna Capelli, però quattro o cinque interventi di altre del pubblico e organizzatrici, li ho sentiti). C’è stata una sequela di parole sui temi cardine del Forum come controllo sociale sul precariato, migranti, leggi di regolamentazione della flessibilità. Ne ho concluso dopo avere riletto gli articoli di Sansonetti del 17 e del 18 novembre e essere stata all’assemblea che fra le donne questa forza del movimento no-global – intendo i temi di lotta politica al neo-liberismo – sbocca in un grigio neutralismo che depotenzia i soggetti – le donne in questo caso tutte sbilanciate a leggere contraddizioni e questioni che riuonano altre, patrimoni della sinistra che le metteno però nella posizione di ‘esperte’, ‘sindacaliste’, ‘anime belle’, anche, non soggettività piene e oggettivamente collocate nella socità e nel movimento. Come se loro medesime entrassero in questi contesti direttamente con la loro personale situazione che è o un universale interesse per il mondo o un collocarsi fra le donne come puro soggetto economico. E mi ha colpito che fra il pubblico delle ‘convinte’ c’erano anche alcuni volti che abitualmente vedo alla Libreria e agli incontri del Circolo. Come se il corpo e la materialità dei bisogni economici andassero alla Casa della Cultura e la cultura e lo spirito andassero in via Pietro Calvi.
Adesso perchè vi dico tutto ciò? Perchè vorrei saperne di più, riunire i commenti e le impressioni, il corpo e lo spirito. Il commento di Lia Cigarini è già una risposta e una riunificazione, perchè era quello che se avessi avuto spazio alla Casa della Cultura avrei grosso modo detto anch’io, contenta fino a un limite, però, oltre il quale vorrei andare. Mi spiego: è difficile parlarsi attraverso un articolo di un bravo giornalista io stessa me ne sono accontentata prima di andare alla Casa della Cultura. Allora è successo qualcosa di nuovo a Parigi riguardante le donne, c’è stata una scalata al tavolo centrale. Cosa ne segue? Su Jemanjà sono stati pubblicati documenti interessanti, esistono resoconti giornalistici delle donne? Aspetto la vs. risposta e mi adeguerò alla vs. ricerca considerato che siete numericamente di più che nel sito di storia e anche più vicine al movimento dei movimenti.
Un abbraccio carissimo a tutte voi e tutti quanti del giro

 

Donatella

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