7 Giugno 2021
Corriere della Sera

In Cina la rivolta del «tangping»: «Stiamo tutti sdraiati»

di Guido Santevecchi 


DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PECHINO — Si chiama «tangping»: è il nuovo manifesto nel quale si riconosce quella parte della gioventù cinese che si sente schiacciata da una società sempre più competitiva, dove contano solo la carriera e il potere d’acquisto. «Tangping» significa «stare sdraiati» ed è diventato sinonimo di rifiuto della rincorsa del successo, del denaro, del consumismo. Una forma di resistenza passiva al materialismo sfrenato. 
L’espressione ha preso piede da aprile, quando un millennial anonimo ha descritto su un forum online il suo stile di vita degli ultimi due anni. «Ho rinunciato ad avere un impiego fisso, lavoro solo pochi mesi, quello che basta per avere lo stretto necessario. Poi sto saggiamente disteso, faccio buone letture, non voglio comprare niente che non sia indispensabile. In Cina non abbiamo mai avuto una corrente ideologica che esalti la soggettività dell’essere umano, siamo in piena involuzione, così ho deciso di fare “tangping”». Il giovane deve aver studiato, perché ha citato nel suo ragionamento il filosofo greco Diogene, famoso per aver scelto di vivere in una botte e descritto così da Plutarco nelle Vite parallele: «Il re in persona (Alessandro Magno) andò a cercarlo e lo trovò disteso al sole… gli chiese se avesse bisogno di qualcosa e Diogene rispose: “Sì, spostati che mi togli il sole”». Il giovane cinese ha aggiunto al post una foto che lo mostra felicemente disteso sul letto di giorno. 
L’hashtag #Tangping ha cominciato a correre sul web mandarino. Si è creato un forum di discussione sul tema con commenti di questo tenore: «Inviare il proprio curriculum per trovare lavoro è come mettere un messaggio in bottiglia e affidarlo all’oceano»; «chi ha detto che ogni bravo cinese deve impegnarsi per accrescere la produttività, avere successo, acquistare un’auto, fare un mutuo per la casa, sposarsi e avere dei figli?»; «sì, rilassiamoci e sdraiamoci tutti per un po’». I social network hanno cominciato a popolarsi di meme con gatti e cani allungati supini su letti e divani. 
La diffusione del tormentone «tangping» è stata notata dalle autorità, che si sono preoccupate. Anzitutto perché ogni aggregazione intorno a un pensiero non ispirato dal Partito è vista con sospetto a Pechino. E poi, i pianificatori dell’economia statale temono che i tangpingisti diano il cattivo esempio alle masse giovanili, togliendo slancio patriottico al «Sogno cinese» di Xi Jinping, che non si stanca di ordinare ai cinesi di moltiplicare gli sforzi per produrre di più e consumare di più «per costruire una società prospera». Si inquadra in questa visione anche la nuova legge che permette alle coppie sposate di avere tre figli: i bambini crescendo diventano lavoratori e consumatori. Risposta via web di un ribelle del «tangping»: «Noi tutti pensiamo a sdraiarci e loro vorrebbero spingerci a riprodurci, non capiscono proprio». 
La stampa di Pechino ha cominciato a scrivere che «è una vergogna sentire ragionamenti rinunciatari e disfattisti nella nostra società socialista». Sono stati intervistati esperti come il professor Li Fengliang della prestigiosa Università Tsinghua che ha sottolineato come «stare sdraiati» sia un concetto irresponsabile, contrario all’etica socialista che permette all’economia di svilupparsi. Si è schierata anche la Lega della gioventù comunista, che in tono severo ha ricordato come «migliaia di giovani medici e infermieri si sono battuti senza risparmio per fermare il coronavirus: non si sono sdraiati supini, loro». 
Dopo questo pronunciamento ufficiale si è mossa la censura, che ha oscurato l’hashtag #Tangping e bloccato i forum che ne discutevano esaltando la tendenza come forma di resistenza a un sistema che vuole tutti uguali.


(Corriere della sera, 7 giugno 2021)

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