1 Gennaio 2003
POLIS 89/90

Quando tutto è ridotto a merce l’unica medicina è l’amore

Nicoletta Benatelli

Da molti anni Serge Latouche è docente di economia all’Università di Paris III e si occupa di paesi in via di sviluppo. Invitato di recente dal Centro Pace del Comune di Venezia ad un incontro pubblico che si è tenuto a Mestre, Latouche ha parlato della sfida della società contemporanea: “In un mondo dove tutto è ridotto a merce – ha detto – l’unica forma di lotta è la libertà e l’amore”

 

Professor Latouche, una definizione di economia, in un mondo che appare sempre più basato sulle regole del mercato…

 

“Fin da quando ho cominciato a studiare economia mi sono reso conto che si tratta di un concetto assolutamente occidentale. Negli anni Sessanta mi sono recato in Africa e ho potuto constatare la tenuta delle cosiddette economie in via di sviluppo,mi è risultato chiaro che si trattava anche in questo caso di un pensiero occidentale: la continuazione della colonizzazione pensata in un’altra forma. Nel 1991 ho scritto un libro dal titolo emblematico “L’occidentalizzazione del mondo” che spiega che, dopo aver vissuto per secoli anche in Occidente senza alcun concetto di economia, si è poi instaurata una forma di pensiero dominante in cui terra e lavoro sono diventati anch’essi merce. Questo passaggio culturale ha fatto si che in Occidente, e poi in tutto il resto del mondo, anche gli esseri umani siano entrati a far parte della macchina economica. È la vita stessa infatti che ha assunto un valore prettamente economico: è anch’essa essenzialmente merce”.

 

Queste riflessioni oggi sono molto diffuse e provengono da diversi ambienti. Anche il papa condanna la mercificazione della vita, ma cosa significa tutto ciò? anche da un punto di vista meramente laico, il mondo ha perso l’anima?

 

“II mondo ha sicuramente perso di senso. Certo possiamo dire perfino che ha perso l’anima, l’impulso vitale più profondo. Cosa viene proposto ai nostri bambini che guardano la televisione?: “diventa ricco e sarai qualcuno”. II messaggio è chiaro, la vita serve per guadagnare soldi”.

 

E allora cosa possiamo fare?

 

“Un mondo dove creature e ambiente sono ridotti a merce, è una vera follia. È qualcosa che non può funzionare di per sé, perché la realtà continua comunque ad essere diversa. Ci sono ancora delle speranza che possiamo coltivare perché vi sono spazi di libertà e creatività. Basta pensare all’amore: l’amore materno ha prezzo? 0 è frutto di una spinta naturale, vitale? Per fortuna ci sono energie che resistono agli inganni dell’affermazione di sé a tutti i costi attraverso successo e denaro. È importante investire nella formazione, aiutare i giovani a essere liberi dentro e non oggetti manipolati dalla pubblicità”.

 

Ma lei cosa spera?

 

“Io credo che l’essere umano non sia mai completamente manipolabile, perché c’è sempre un di più di libertà, creatività e amore che non permette che la mercificazione sia totale. la sfida per me è quella che chiamo la “decolonizzazione dell’immaginario”, la trasformazione culturale delle coscienze nel profondo per una nuova armonia tra umanità e mondo”.

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