15 Maggio 2004
CORRIERE DELLA SERA

Scuola, in 80 mila in corteo contro la riforma

Per la quarta volta in pochi mesi è sceso in piazza il popolo degli oppositori alla legge varata dal ministro Moratti

ROMA – Per la quarta volta, negli ultimi mesi, il mondo della scuola è sceso in piazza per dire «no» alle riforme varate dal ministro Moratti. Erano in ottantamila, a Roma, secondo gli organizzatori, in cinquantamila secondo le cifre ufficiali. Una mobilitazione partita dal basso – dai genitori, dagli insegnanti – che ha raccolto via via il sostegno di sindacati, associazioni, partiti. E a questi sindacati e partiti, gli organizzatori della manifestazione (una quarantina di Comitati e Coordinamenti sparsi in tutta Italia) hanno chiesto di fare una sintesi delle loro rivendicazioni: i primi proclamando uno sciopero generale unitario di tutto il mondo dell’istruzione, gli altri rimboccandosi le mani quotidianamente perchè gli obiettivi condivisi vengano concretamente raggiunti. Un appello lanciato dal palco allestito per i comizi finali: nessun politico, solo interventi dei rappresentanti dei coordinamenti cittadini.

 

BAMBINI – Al corteo c’erano tanti bambini (anche in passeggino) che hanno accompagnato mamme e papà arrivati da tutta Italia convinti che, come recitava lo slogan della manifestazione, «Fermare la Moratti è possibile». Chiassoso e folto lo spezzone degli studenti (aderenti all’Uds). Alla testa del corteo, ha fatto capolino il segretario dei Ds Piero Fassino. «I provvedimenti della Moratti, non chiamiamoli riforma perchè non lo sono – ha detto – stravolgono il sistema scolastico facendogli fare un balzo indietro di 40 anni».

 

FINI – Il vicepremier Gianfranco Fini durante il suo intervento ad una iniziativa elettorale di An commentando la manifestazione di oggi contro la legge Moratti ha detto: «È la centesima manifestazione che la sinistra fa contro la legge Moratti. Ma perchè la sinistra si arrabbia tanto? Perchè la riforma Moratti cambia in profondità i valori della scuola portandovi pari opportunità e selezione per merito. Con questa riforma il diritto di studiare è garantito a tutti ma è il merito a selezionare la futura classe dirigente. Con la riforma Moratti i valori della destra diventano legge così come con la Bossi-Fini per quanto riguarda l’immigrazione».

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