VD 96: L’arco teso

Daniela Riboli Cosa fosse uno stereogramma sino a qualche giorno fa non lo sapevo e non lo avrei capito neanche con la definizione del vocabolario: coppia di fotogrammi di una stessa zona, usata per ottenere l’effetto stereoscopico, cioè di rilievo, … >

VD 96: Lettere e interventi

Lettera di Riccardo Fanciullacci Il nuovo che porti e il nuovo che ti porta Clara, ti scrivo perché ho visto (e rivisto) il docufilm La politica del desiderio, girato da Manuela Vigorita e Flaminia Cardini e per il quale tu … >

Vita Cosentino

VD 96: Guardare indietro

di Vita Cosentino Guardai indietro, dicono, per curiosità, ma potevo avere, curiosità a parte, altri motivi. da La moglie di Lot di Wislawa Szymborska   Situazioni a rischio di politica si pone in continuità con il numero precedente che delineava … >

VD 95: Guardare indietro

Vita Cosentino Guardai indietro, dicono, per curiosità, ma potevo avere, curiosità a parte, altri motivi. da La moglie di Lot di Wislawa Szymborska In questa nostra Italia impantanata in una crisi della politica infinita, Via Dogana continua a rivolgere uno … >

VD 94: Guardare indietro

  Vita Cosentino Guardai indietro, dicono, per curiosità, ma potevo avere, curiosità a parte, altri motivi. da La moglie di Lot di Wislawa Szymborska Se nell’uso corrente Primum vivere è associato spesso alla dura necessità e al calcolo egoistico, in … >

VD 93: “THE MOTHERS OF US ALL” di Betty Friedan

di Simonetta Patanè Questa pagina non è una rubrica, è piuttosto uno spazio dove reinterroghiamo i testi di alcune donne che hanno pensato prima di noi, con noi, e i cui libri non sono più in commercio. È un’indicazione di … >

VD 93: Proclamiamo anno margheritiano il 2010

  Alessia Vallarsa Il 1° giugno del 1310, ossia settecento anni fa, a Parigi, in place de Grève, davanti al palazzo del comune, moriva al rogo Margherita Porete; con lei bruciava anche il suo libro, il Miroir des simples ames. … >

VD 93: “Donne senza uomini” di Shirin Neshat

  Antonella Fimiani In Donne senza uomini, primo lungometraggio della visual artist iraniana Shrin Neshat, la potenza simbolica dell’immagine si impone fin dall’inizio come protagonista assoluta. A catturare l’attenzione non è infatti la sceneggiatura del film ma la poesia delle … >