di Franca Fortunato
«Bella Giuditta. Spiga rigogliosa, petalo di rosa, rosa nel bicchiere» sono le parole con cui si chiude la ballata che la cantastorie Francesca Prestia ha dedicato a Giuditta Levato e da cui martedì sera ha preso il via su Rai Storia la seconda puntata di “Donne di Calabria” >
Punto di vista
Una nostra riflessione sulla recente sentenza della Corte di giustizia americana
di Biblioteca delle donne e Centro di consulenza legale UdiPalermo
È sempre sul corpo – e la libertà – delle donne che un patriarcato sempre più in crisi, ma sempre pericolosamente e scompostamente pronto a colpire, cerca ancora di esercitare il suo controllo, con la legge e col discorso. >
Un altro rimosso
di Umberto Varischio
Dopo la sentenza della Corte suprema degli Stati Uniti su quello che semplicisticamente viene definito il “diritto di aborto”, ho cercato sui giornali italiani qualche articolo scritto da un uomo che riflettesse sull’accaduto e cercasse di farlo eventualmente partendo dalla propria esperienza. >
ll no all’aborto vendetta maschile?
di Letizia Paolozzi
Un pezzo del femminismo ha sempre evitato di parlare di “diritto all’aborto”. Non lo convinceva l’intromissione dello stato nel campo della sessualità, del volere o non volere diventare madre. >
Omaggio a Carla Lonzi
«L’uomo ha creato le condizioni culturali per le quali la donna ricorre all’aborto come a una soluzione collegata alla propria natura riproduttiva. In realtà la donna, se ha questa possibilità inerente ai meccanismi biologici della sua specie, gode di una sessualità esterna alla vagina, dunque tale da poter essere affermata senza rischiare il concepimento. >
Chi arretra e chi no
di Ida Dominijanni
Ci vollero tre anni e una maggioranza di sette giudici a favore e due contrari per approdare, il 22 gennaio 1973, alla sentenza Roe vs Wade, che rese l’aborto praticabile in tutti gli Stati Uniti ancorando al principio della privacy sancito dal 14° emendamento della costituzione l’autodeterminazione della donna sul proprio corpo e conseguentemente la sua libertà di scegliere se portare o non portare a termine una gravidanza. Ci sono voluti cinquant’anni e una maggioranza di sei giudici a tre per cancellare quella sentenza e con essa la copertura costituzionale della possibilità di abortire, rendendola disponibile alla decisione – e dunque alla maggioranza di governo – dei singoli stati americani e sottraendola all’autodeterminazione femminile. >
Un mondo molto confuso
di Sarantis Thanopulos
Un paese guidato da un regime dittatoriale, avente come principale sostegno un’oligarchia mafiosa, predatrice dei beni e dei diritti del suo popolo, ha invaso un altro paese, governato da una classe dirigente largamente corrotta secondo regole approssimativamente democratiche (più sul piano formale che della sostanza) >
Alessandra Kustermann: «Aiuto le donne a ri-nascere»
di Paola Centomo
Per una ginecologa che è stata la prima primaria della Mangiagalli di Milano è impossibile smettere l’impegno, anche quando si va in pensione. Ora la dottoressa Kustermann ha a cuore un nuovo progetto: una casa che permetterà a donne e bambini vittime di violenza di riprendersi la vita. Cominciando dall’autonomia economica >