16 Dicembre 2018
Corriere della Sera

Meccanica, le donne hanno una marcia in più

di Barbara Gerosa

LECCO. Manutentori meccanici ed elettronici cercansi. Possibilmente donne. Non una semplice offerta di lavoro, ma un vero e proprio grido dall’allarme quello lanciato delle aziende lecchesi, che non riescono a trovare personale specializzato da inserire nelle loro industrie. «I numeri sono preoccupanti — spiega Mauro Gattinoni, direttore Api Lecco —. Tra la fine del 2018 e l’inizio del prossimo anno sono previste 1.400 nuove assunzioni nel settore manifatturiero, composto per il 70 percento dal metalmeccanico. Alle richieste degli imprenditori del territorio sarà possibile una risposta solo parziale: secondo le stime almeno 600 posti resteranno scoperti. E stiamo parlando di un solo trimestre. La fame di operai specializzati sta assumendo i contorni di un’emergenza occupazionale al contrario, con le imprese che si contendono gli studenti già dal quarto anno di superiori».

E c’è un altro elemento inaspettato. «Le figure tecniche femminili — prosegue — saranno le più richieste, perché nella nuova industria 4.0 servono intelligenza e cultura e le donne, spesso, hanno una marcia in più. Peccato che le ragazze che frequentano le scuole professionali siano ancora troppo poche». Il nodo è a monte. «Spesso la colpa, se così si può dire, è anche dei genitori che nelle loro aspettative vorrebbero figli medici o avvocati. Eppure — è la conclusione — un manutentore qualificato può arrivare a guadagnare fino a 4 mila euro al mese e le assunzioni sono a tempo indeterminato. Insomma: il posto fisso esiste, ma per assurdo non ci sono i candidati».

La situazione ha raggiunto un tale livello di allarme che importanti aziende delle province di Lecco, Como e Brianza, istituti tecnici e professionali, università, società di consulenza e di formazione, agenzie per il lavoro e studi di liberi professionisti, una trentina di realtà in tutto, hanno dato il via a un patto di collaborazione e costituito il «club Roadjob», che porterà alla creazione di una «academy territoriale»: un’accademia di studenti selezionati per rispondere alla richiesta di personale specializzato delle imprese. La proposta lanciata da Rodacciai, sede a Bosisio Parini, 750 dipendenti, 350 milioni di fatturato annuo, ha subito raccolto il plauso di Agrati Group, del Mollificio Sant’Ambrogio e di numerose altre realtà del territorio, oltre che di Api e dei due più importanti istituti tecnico professionali lecchesi, Badoni e Fiocchi. «Il 70 per cento dei nostri diplomati in produzioni industriali e manutenzione ha un posto fisso a sei mesi dal diploma. Entro l’anno lavorano tutti. Per non parlare di chi frequenta il corso di meccatronica — snocciola i numeri Claudio Lafranconi, preside del “Fiocchi” e membro del comitato direttivo del neo costituito club —. Abbiamo 900 studenti, un centinaio i maturandi ogni anno, una goccia nel mare rispetto alle necessità. Formiamo giovani in grado di partire dal disegno del prodotto fino alla sua realizzazione lavorando alla fresa e al tornio. La bacheca dell’alternanza scuola-lavoro è sempre piena, facciamo fatica a rispondere a tutte le richieste. Le ragazze sono le più brave e solitamente fanno più carriera dei compagni» […]

 

(Meccanica manca un operaio su due. Nasce l’accademia, Corriere della Sera Milano, 16 dicembre 2018)

 

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