31 Dicembre 2021
Corriere della sera

Milano, Roberta Zivolo l’imprenditrice che assume solo donne e spinge le maternità

di Giangiacomo Schiavi


Nell’azienda dove essere mamma vale più di un master sono pronti a brindare: per il 2022 ci sono due bimbi in arrivo. «Si inverte una tendenza e si torna nascere», è felice Roberta Zivolo, l’imprenditrice che ha fatto della maternità un motivo di successo. In via Marco Polo 5, sede di «Progetto 2000 group», su 80 dipendenti 75 sono donne: scelta precisa e convinta per ribaltare schemi e convenzioni e raggiungere 40 anni dopo un primato riconosciuto da Forbes e dall’Osservatore romano: zero contenziosi sindacali, con l’obiettivo riuscito di conciliare lavoro e famiglia. «Quest’azienda l’ho immaginata io, è cresciuta nel rispetto delle persone, si entra e si esce con un sorriso», spiega Roberta. Non ci sono lavoratrici, ma collaboratrici. Ferie e orari sono sacri. La famiglia anche. «Le donne hanno una vita complicata, bisogna avere rispetto per il loro tempo. A chi andava in vacanza dicevo: mi raccomando, tornate in tre». Le hanno dato retta: in azienda le nascite hanno raggiunto quota 127.


La prima bambina, anno 1983, si chiamava Ninive. L’ultima, anno 2020, ha per nome Aurora. I n mezzo ci sono le curve in discesa della statistica, che confermano l’allarme di Papa Francesco sull’inverno demografico. «Dal 1883 al 1999 la media delle nascite è stata di sei all’anno — dice Roberta — poi siamo scesi a due, con soli 24 bambini nati dal’99 al 2012». Il crollo è arrivato con l’ultimo decennio: due bambini nati dal 2012 al 2021. Oggi l’annuncio delle nuove maternità sembra un atto di fiducia e di speranza nel futuro reso incerto dalla pandemia. «Incoraggiare le nascite è un modo per far sentire l’azienda come una grande famiglia e darsi degli obiettivi comuni. Non c’è cosa peggiore che sentirsi isolati o messi in disparte. Ho sempre pensato che responsabilità d’impresa è anche portare avanti chi è rimasto indietro».


Roberta Zivolo è un carro armato con l’anima, una battagliera donna del fare, uscita dalla periferia milanese per diventare imprenditrice: ha ribaltato il suo momentaneo destino di aiuto parrucchiera in centro città, in via Manzoni, studiando prima alle serali, poi sfacchinando per anni tra schede meccanografiche, software e organizzazione aziendale, ideando processi moderni e innovativi fino a dirigere un’azienda a sua immagine e somiglianza, solare, inclusiva, che punta sull’empatia e la solidarietà, capace di affermarsi nel settore dell’outsourcing e diventare Società Benefit. «Dare alle donne la possibilità di pensare a un figlio mentre lavorano — spiega — è stata una scelta convinta, nata da esperienze personali, quando nelle società di informatica facevano firmare una lettera di dimissioni in bianco…». Il patto non scritto suonava così: in caso di gravidanza, fuori.


Per anni alla «Progetto 2000 Group» la matematica è stata un’opinione. «Uno più uno fa tre, dicevo alle mie collaboratrici». E si festeggiava insieme il nuovo o la nuova nata: fiocco rosa o azzurro esposto come una bandiera sul portone d’ingresso dell’azienda. «Dal rispetto dei diritti nasce il rispetto dei doveri, la dedizione e la professionalità nel proprio lavoro — dice Roberta —. Ognuna delle mie collaboratrici sa di essere parte di un orizzonte più ampio, quello del ben vivere che riesce a conciliare carriera e serenità affettiva. Dopo quarant’anni posso testimoniare che la mia azienda rosa gode di ottima salute, e questo è avvenuto grazie alle donne».


Se le donne, come è probabile e anche auspicabile, saranno chiamate a salvare il mondo, Roberta ha già prenotato un posto. Con una nuova visionaria impresa chiamata San Cresci, un «eco-villaggio» solidale tra gli ulivi secolari dell’Appenino toscano: qui ha sostituito l’organizzazione dei business aziendali con la gestione partecipata dell’agricoltura che applica i principi della sostenibilità ambientale e sociale. Una democrazia della condivisione. Che comprende anche la possibilità di lavorare in smart working e accudire e istruire i figli nel verde della natura, lontano dai veleni dell’inquinamento. È un sogno, come lo è stato l’azienda rosa. E i sogni vanno sempre incentivati. Come i figli delle collaboratrici, che nel 2022 tornano a nascere.


(Corriere Milano, 31/12/2021)

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