30 Maggio 2019

Prima creano il problema e poi trovano la soluzione

di Chiara Calori


Tra le spese sanitarie che Facebook ha deciso di rimborsare ai propri dipendenti, come benefit aziendale, dopo quelle per il congelamento degli ovociti rientrano ora anche quelle sostenute per la “gravidanza per altri” o GPA (Corinna De Cesare, Se l’azienda paga la maternità surrogata, Corriere della sera, 17 maggio 2019). Sembra che la logica, del tutto aproblematica per questa multinazionale come per altre, sia quella di accaparrarsi i lavoratori giocando sul piano del welfare, del benessere sociale, garantendo loro copertura in tal senso. Ma quanto questo è un andare incontro ai loro desideri e quanto invece un radicare certe pratiche? Laura Corradi, autrice del libro Nel ventre di un’altra (Castelvecchi, 2017), distingue tra bisogni reali e bisogni indotti: tra i primi rientra quello di essere madri e padri, mentre appartiene ai secondi quello di essere madri e padri genetici. Quest’ultimo è un privilegio – e non un diritto – cui aspirare, nell’interesse di quella lobby tecno-finanziaria che prima identifica o crea il problema (l’infertilità, la difficile se non impossibile conciliazione tra maternità e ritmi “stacanovisti” di lavoro) e poi produce e vende la relativa soluzione (ritardare, congelando ovociti, o delegare, con la GPA, la maternità). Una soluzione che si invita ad accettare acriticamente come tale, con l’aiuto dei media – Facebook compreso – che fanno il gioco del sistema capitalista. Ora Facebook ha trovato un ulteriore canale per promuovere il mercato della GPA, proponendola come benefit ai propri dipendenti. Tanto ciò che conta è il risultato, in termini di produzione e in termini di immagine: come afferma la giornalista del Corriere, “Non si tratta, ovviamente, solo di benefit ma della narrazione che l’azienda vuole dare di sé stessa agli altri: libera e aperta a ogni tipo di famiglia”. Peccato che sia una narrazione artificiosa e monca che, ci fa notare Laura Corradi, lascia fuori e nasconde aberrazioni come i gravi problemi di salute di cui i bambini così nati si ritrovano affetti o l’essere figli non di una, non di due, ma addirittura di tre madri (biologica, genetica e mitocondriale). Attenzione però, qualcosa potrebbe cambiare e questi ultimi dati venire sempre più avvalorati: affiora una prima crepa all’interno dello stesso sistema capitalista, con il paradosso che le assicurazioni ora frenano perché non disposte a coprire l’aumento delle spese di ospedalizzazione e delle altre spese mediche necessarie in questi casi.


Nota: ho ascoltato Laura Corradi nel suo intervento (L’infertilità di massa e l’economia politica della procreazione medicalmente assistita. Una prospettiva ecofemminista di alleanze intersezionali) al Convegno femminista “Cambio di Civiltà: arte, lavoro, politica delle donne (madri comprese)”, del 18-19 maggio 2019, tenutosi alla mostra Vetrine di Libertà, presso la Fabbrica del Vapore di Milano.


(www.libreriadelledonne.it, 30 maggio 2019)

Print Friendly, PDF & Email