Sono partecipe alla vostra lotta, io stessa in queste settimane sto scioperando e lottando con le mie compagne di lavoro. Faccio l’operaia e la delegata sindacale in una fabbrica del Gruppo Zucchi-Bassetti. L’azienda ha presentato un piano industriale che prevede scorpori di attività produttive e conseguenti licenziamenti di 750 lavoratori e lavoratrici su un totale di 1700. E’ evidente che siamo da alcuni anni in presenza di una deindustrializzazione del nostro paese, intere aree produttive vengono ridimensionate,fabbriche chiuse e molte trasferite fuori dall’italia e/o dall’europa. Molti imprenditori italiani stanno affossando l’industria tessile sul piano produttivo, chiudono le fabbriche ed approno società commerciali , mantenendo i marchi le firme e tutto ciò che servi al “made in italy” Non hanno coscenza politica sociale, fanno prevalere il profitto,senza assumersi la responsabilità delle loro scelte.Presentano i probblemi come fossero loro le vittime del sistema economico della globalizzazione del mercato. Giustiustificano le loro scelte ,”costretti” da una riduzione dei consumi,da un costo di produzione elevato, la concorrenza di India, Cina,Pachistan ecc.che possono avvalersi di ciò che loro non hanno ” salari da fame” per molti lavoratori e lavoratrici di quei paesi . Lo sò che non ho detto niente di nuovo,ma per come viene presentata la situazione di crisi generale e di settore si coglie a pieno quanto bisogno c’è di mettere al centro la vita e il lavoro di ogniuno e ogniuna di noi. Io voglio continuare a vivere onestamente e dignitosamente del mio lavoro che oltre ad essere un diritto è una condizione di necessità,essenziale, quindi esigo rispetto, dai dirigenti aziendali, dal governo e da tutte le istituzioni.Col mio salario permetto entrate fiscali certe e immediate, la mia partecipazione alle lotte ha permesso migliori condizioni di vita a tutti, quindi non permetto che mi trattino come un “esubero”.Sò che sarà dura…so che nulla è dato per scontato e sempre è possibile modificare e costruire,che la contrattazione delle mie condizioni di vita e di lavoro è quotidiana li dove sono . Forse perderò il mio lavoro,o forse no! ma di una cosa sono certa che non finirò mai di lottare in qualunque luogo mi troverò a fare i conti con le ingiustizie. un abbraccio a tutte voi !!
Rosa Piantoni ( Pontoglio- Brescia)
9 Ottobre 2005