18 Febbraio 2006

Lettera alla redazione

Riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera che pone all’attenzione del dibattito un tema che, a nostro avviso, sta diventando sempre più bollente e cioè quello della mancanza (o scarsità) di offerta da parte delle imprese di un part time di qualità a fronte di una crescente richiesta delle donne che non ci stanno all’aut-aut lavoro/famiglia.
Occorre non arrendersi, perché più che mai sul tema della conciliazione è in gioco un pezzo importante di libertà femminile.
La redazione del sito


Buongiorno,
ricevo con interesse la vs. newsletter e vorrei segnalare il tema del
ritorno al lavoro negato alle donne che hanno osato uscire dal meccanismo obsoleto
e triturafamiglie del lavoro a tempo pieno.
Sono laureata e specializzata e ho lavorato per più di 10 anni come
traduttrice, interprete, copy writer e guida, da quando sono alla ricerca di un posto
part time, avendo fatto la scelta di occuparmi di mia figlia e di completare
un’ulteriore specializzazione, come offerte vedo ildeserto, osei
sfruttabile o sei fuori.
In Italia fatta la legge sul part time trovato l’inganno: le aziende o ti
richiedono un’anzianità assurda tipo 10 anni in azienda per “concedertelo”
oppure come ho sentito da altre ti propongono orari per te inutili e
impraticabili tipo il pomeriggio quando è noto che una madre è libera la
mattina e fino alle 15 circa a seconda della logistica ritiro-scuola.
Insomma dobbiamo cogliere il momento di riscossa delle donne e di voglia di
cambiamento di questa situazione stagnante in cui i ricchi si arricchiscono e i
medi e poveri s’impoveriscono, per rilanciare potentemente il dibattito
sulla necessità di aprire il mercato dellavoroalle madri: quante famiglie si possono
permettere un soloreddito? Quante donne hanno una formazione alta e completa e sono costrette e rimanere al palo? Quale messaggio si passa alle nostre figlie?
Come nell’800 studi se sei ricca, x trovarti il marito, lavori un po’ tanto x
gradire, poiti sposi e dimentichi tutto?
Grazie per l’attenzione che spero vorrete dare alla questione.
Paola Testoni

Print Friendly, PDF & Email