10 Ottobre 2023
Uomini in cammino

Cambiare il mondo, un ragazzo gentile alla volta

di Beppe Pavan


La frase che ho scelto per il titolo di questa presentazione mi sembra illuminante: è l’immagine che amo evocare quando parlo della “macchia d’olio” che si allarga nel mondo ogni volta che un altro uomo si incammina consapevolmente sui sentieri del cambiamento della propria maschilità, abbandonando le forme patriarcali del possesso, del dominio, della competizione, della sopraffazione…

Il libro che vi presento si intitola Mio figlio è femminista. Crescere uomini disertori del patriarcato (VandA ed. 2023): è un invito a offrire al mondo bambini, adolescenti, ragazzi «empatici e capaci di essere compagni di strada nonviolenti delle donne» che incontreranno e sceglieranno. Chi scrive così è Monica Lanfranco, che non solo radica le proprie riflessioni su una ricca antologia di testi femministi, ma soprattutto ci spalanca numerose finestre sulla sua esperienza di mamma alle prese con due figli maschi da aiutare a “crescere”. E la citazione con cui apre l’introduzione ce ne comunica bene il senso: «Alleviamo le nostre ragazze a combattere gli stereotipi e a perseguire i loro sogni, ma non facciamo lo stesso con i nostri ragazzi».

La dialettica che percorre tutto il libro è tra patriarcato (da disertare) e femminismo (da affermare). A pag. 35 Monica cita la nigeriana Chimamanda Ngozi Adichie che «definisce femminista una persona che crede nella piena uguaglianza tra uomini e donne. Ma come possiamo crescere dei figli femministi, ovvero crescere dei figli gentili, sicuri di sé e liberi di inseguire i propri sogni, senza modelli alternativi a quelli del patriarcato?».

Non facciamoci tentare dal chiamarcene fuori, perché è uno degli stereotipi patriarcali più radicati pensare che crescere i figli sia compito delle madri. Il libro, in realtà, non è un esercizio di autocoscienza solo per le madri: il sottotitolo recita «crescere uomini disertori del patriarcato» e di questa necessità siamo consapevoli noi uomini adulti che da decenni partecipiamo a gruppi di autocoscienza maschile. Ma quanti siamo consapevoli e convinti che «se i bambini e le bambine vengono separati per sesso nel gioco così come nelle attività didattiche fin dalla scuola materna, alla fine del ciclo gli stereotipi di genere ne escono rafforzati, mentre i gruppi incoraggiati a giocare con amici e amiche del sesso opposto imparano a risolvere meglio i problemi e a comunicare in modo meno aggressivo e con più profondità» (pag. 98)?

«Nessuno dei nostri figli nasce cattivo, misogino, predatore: nessun bambino o ragazzo lo è. Sono l’esempio, i comportamenti appresi, i messaggi culturali diretti e indiretti, ad autorizzare i maschi a diventare arroganti machisti e pericolosi predatori, perché la violenza si insegna.

La buona notizia è che anche la nonviolenza si insegna, ed è in questa pratica quotidiana di rispetto, senso del limite e collaborazione che si costruisce la felicità propria e quella di chi ci sta accanto» (pag. 84).

Ah, la felicità! Grazie, Monica, di averla evocata! Anche a me è successo di incontrare la felicità, ed è successo proprio quando ho scelto di abbandonare – disertare – il modello patriarcale di stare nelle relazioni che famiglia, parrocchia, seminario, fabbrica, esercito e anche sindacato avevano cercato di inculcarmi.

C’è uno stereotipo che persiste anche all’interno dei nostri gruppi di Uomini in Cammino: è quello che continua a identificare il femminismo con “le donne che ce l’hanno con gli uomini”.

Un altro è «lo stereotipo secondo cui il femminismo riguarda solo le donne» (pag. 125). Questo libro ci invita, invece, a considerare il femminismo come alternativa al patriarcato: «Dovremmo essere tutti femministi» è il titolo del libro di Chimamanda Ngozi Adichie, che fa il paio con «Il femminismo è per tutti» di bell hooks. Credo che sia un invito da prendere sul serio, perché – conclude Monica a pag. 124 – «la parola crescere […] contiene le due facce della stessa medaglia: cresciamo da quando usciamo dal corpo di nostra madre, e poi siamo aiutati a crescere da chi si assume questo compito, per avviarci e guidarci a costruire un’esistenza autonoma».

Non è come affermava quel mio vicino di casa: «Io sono così e non posso cambiare!». Cambiare si può. Cambiare conviene. Diventare femministi, disertori del patriarcato, conviene!


(Uomini in Cammino, n.2/2023, www.maschileplurale.it)


Beppe Pavan fa parte del Gruppo Uomini di Pinerolo (i corsivi nel testo sono iniziativa sua).

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