1 Luglio 2022

È un capolavoro

di Luisa Muraro


La candidata sconfitta e la nuova sindaca, dopo il ballottaggio delle ultime amministrative, si sono incontrate e tra le due di colpo c’è stato un abbraccio, un vero abbraccio che ha cambiato il senso della prova elettorale. E che mi ha fatto ripensare al libro di Lia Cigarini, La politica del desiderio uscito da poco (Orthotes, Napoli 2022, a cura di Riccardo Fanciullacci e Stefania Ferrando).

In quell’abbraccio ho visto brillare in un lampo di fulminea bellezza l’intuizione che lo anima dall’inizio alla fine: «l’orizzonte della politica delle donne era ed è un cambio di civiltà». Si è aperto, questo orizzonte, con l’atto di aver interpretato la differenza sessuale come indipendenza femminile dalle misure maschili. E va realizzandosi nel fare dell’indipendenza femminile una mediazione necessaria anche per gli uomini.

Un cambio di civiltà è un processo plurale da cui le cose prendono, per finire, un senso nuovo ai nostri occhi, man mano del suo farsi a nostra insaputa. Come si fa, dall’interno di un tale cambiamento, a saperlo? Solo l’opera d’arte può farci vivere questa esperienza che nella realtà sembra disperdersi in una miriade di avvenimenti. Ma ecco che una vita vissuta con un’intima concentrazione forma come un filo rosso che li collega tra loro!

Tale è il caso di questo libro. La politica del desiderio, infatti, si ispira non a una idea ma a una esistenza che è andata svolgendosi con la partecipazione alla storia vissuta: la sua confezione abbraccia molti decenni, la prima parte va dal 1974 al 1994, la seconda dal 1999 al 2020. E ciò nonostante è di una straordinaria unità, libro dotato di una coerenza che nulla deve alle circostanze occasionali, che sono le più varie, e tutto alla profondità della ricerca.

C’è un’altra caratteristica che lo distingue dall’essere un libro comunemente inteso ed è che non ha un vero inizio né una vera fine. C’è un prima cui si allude nella prime pagine che è l’esperienza di altre donne e c’è un presente su cui esso si sporge nelle ultime, quelle in cui, dopo aver parlato di una torta velenosa, tossica, piena di armi, segue questo commento: ti puoi riconoscere in una civiltà solo se hai contribuito a tesserne le forme, a fare sì che vi trovi spazio ciò a cui tieni, a cominciare ovviamente dalla tua libertà.

Che è il tema di fondo di questo capolavoro. So che è un capolavoro, anche se non so come dirlo.


(www.libreriadelledonne.it, 1° luglio 2022)

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