15 Novembre 2023
il manifesto

Femminismo, mappe orientanti di storie e prospettive

di Alessandra Pigliaru


È un volume che raccoglie conversazioni con Lea Melandri, Luisa Muraro, Adriana Cavarero e saggi di Rossana Rossanda quello curato da Elvira Roncalli dal titolo Il futuro è aperto. Storia e prospettive del femminismo italiano (Prospero editore, pp. 312, euro 18). Il progetto editoriale, pubblicato in lingua inglese circa un anno fa da Roncalli, docente di filosofa negli Stati Uniti al Carroll College, Helena, Montana, viene ora reso disponibile anche qui. Comprensibile l’intenzione, più che legittima da parte di Roncalli che in altre sedi si è occupata di filosofia europea novecentesca e contemporanea, di apparecchiare un testo che sia di ragionamento e soprattutto stimolo. Ne risulta un libro utile nella sua agilità, per certi versi audace nella vicinanza di femministe e teoriche diverse fra loro che mostra tuttavia quanto sia stato articolato il movimento delle donne in Italia, la rivoluzione che è stata il femminismo e le sue pratiche politiche, i fili inscindibili che – anche chi femminista non è stata – ha intessuto.

Infine quanto, pur nella eterogeneità, si possa considerare viva e orientante nella sua parzialità la mappa che Il futuro è aperto contiene e intende consegnare, nelle mani di chi desideri leggere ciò che hanno avuto da dire quattro protagoniste, a diversi livelli, della discussione pubblica. Esplorare la fine degli anni Sessanta e gli anni Settanta, prende consistenza intorno allo squasso diventato un taglio che in quegli anni si andava determinando, con pratiche politiche diverse a partire dalla esperienza, che non è parola neutra perché il femminismo, a meno che non sia una gabbia teorica, scintillante eppure disabitata, è una esperienza che anzitutto si incontra e che chi è arrivata prima di noi ha attraversato. Di questo danno conto anzitutto le tre intervistate che hanno fatto germinare scoperte e scelte in un momento storico tanto complesso quanto propizio: il movimento studentesco e il Sessantotto, la nascita dei primi collettivi, il separatismo, l’università, puntellando di ricerche, libri (utile prima delle interviste, raccolte singolarmente e in momenti diversi, è la breve nota bio-bibliografica dedicata a ciascuna), contaminazioni soprattutto nella relazione con altre donne.

Il volume si apre a partire dalla memoria del corpo con cui esordisce Melandri in risposta alla prima domanda di Roncalli; la differenza sessuale come verità soggettiva, intorno a cui si concentra Muraro; l’unicità incarnata materialmente relazionale, con cui risponde Cavarero. Nell’ultima parte del libro vengono ospitati tre scritti di Rossana Rossanda, i primi due sono del 1987, uno contenuto nella rivista Memoria e l’altro sul manifesto, così come il terzo che nel 1996 sempre su questo giornale. Sono tre testi che sigillano e illuminano il volume, e che intercettano qualche momento del rapporto di Rossana Rossanda con il femminismo, segnato da confronti inaggirabili.

Nel libro di Elvira Roncalli a essere presente è anche il suo sguardo, anche lei cioè – che insieme a Silvia Benso ha di recente curato il volume Contemporary Italian Women Philosophers: Stretching the Art of Thinking – dice come sia arrivata al femminismo. In molti passaggi viene convocata Carla Lonzi, per esempio. Ma la sensazione più intensa dopo averlo letto è che il futuro è stato davvero aperto. E lo può essere ancora.


(il manifesto, 15 novembre 2023)

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