21 Gennaio 2011

“Guida sentimentale di Trieste” a cura di Gabriella Musetti

Testi di: Silva Bon, Nilla Deponti, Paola Di Florio, Adriana Giacchetti, Silvana Hvalic, Giovanna La Licata, Ester Olivo, Giada Passalacqua, Eliana Perini, Chiara Verzegnassi, Denise Yturralde, Marinella Zonta, Silvana Lampariello Rosei, Maya Kiskinova, Kaori Fuji, Anna Gregorio Michelazzi.
Fotografie di Marinella Zonta.

La “Guida sentimentale di Trieste” nasce in ambito femminile, come presa di parola pubblica su un tema dolorosamente tornato alla ribalta nella società italiana di oggi: la violenza contro le donne. Promosso dall’Associazione di volontariato culturale di donne “Luna e l’Altra” e sostenuto dalla Regione Friuli Venezia Giulia, si è dato avvio al progetto pluridisciplinare “Afrodite in cammino”. Nel Laboratorio di scrittura, piuttosto che confrontarci con scritti di sofferenza nei quali le donne, ancora una volta, sono vittime di soprusi e violenze, abbiamo deciso di dare parola al desiderio delle donne di riappropriarsi degli spazi della città.
Una città raccontata al femminile, rivissuta come luogo della propria soggettività, guardata con amore, con quella dose di disincanto e ironia, con dolore, con gioia, con nostalgia, con rimpianto, con la voglia di ripercorrere ambienti e spazi che hanno a che fare con le storie private di ognuna. E’ un modo di riprendere confidenza con i luoghi che hanno accompagnato le esperienze di ogni crescita, di ogni passaggio importante di vita, dall’infanzia e giovinezza, alla maturità e al presente, collocati in un contesto concreto di spazi che connotano la città, la sua fisionomia, rivelano tracce della sua storia, mostrano il suo aspetto contemporaneo. Ci sono luoghi raccontati con la memoria dell’infanzia, altri nel loro presente, altri ancora in colloqui con il passato storico della città, attraverso ricerche d’Archivio. E le fotografie originali seguono passo passo i luoghi narrati.
Trovare una connessione tra l’interno e l’esterno, tra la propria vita intima e la città in cui si vive, è stato il fine della ricerca e del ripercorrere strade, piazze, anditi, luoghi diversi. Compito assai complesso proprio nel mondo contemporaneo, dove le nozioni di ‘interno’ ed ‘esterno’ sembrano diventare più fluide, si mescolano, si ibridano nell’ottica planetaria e si ergono, invece, a barriere ‘invalicabili’ nelle immaginazioni di tanta politica fondata su una stretta concezione di identità.
Il Laboratorio di scrittura è stato frequentato da donne diverse per età, interessi e professioni, ha avuto luogo presso la Casa Internazionale delle Donne di Trieste, di via Pisoni, 3, dal mese di novembre 2009 a giugno 2010. Ogni partecipante ha scelto i percorsi e i luoghi della propria narrazione. In effetti, ogni “Guida sentimentale” è frutto di scelte soggettive, di percorsi individuali che trovano riscontro nelle “corde” di ogni protagonista. Tuttavia, a parte alcuni siti tralasciati, la città appare nei luoghi pregnanti per la sua fisionomia. A questi percorsi abbiamo affiancato alcune schede informative, segnate da una cornice, che hanno il compito di suggerire spunti o indicazioni su taluni aspetti di rilievo culturale e sociale caratteristici di Trieste: le Librerie, i Caffé, le Osterie, i Cimiteri di rito diverso…
Alla “Guida sentimentale” vera e propria, che forma la prima Sezione del volume, segue, per la specificità contemporanea di Trieste come luogo della Scienza, una Sezione che propone un contributo di rilievo su questo aspetto: alcune scienziate raccontano il loro lavoro e il rapporto con la città.
E’ interessante notare, in questo intreccio di voci diverse, come i suoni si armonizzino in un canto corale che mantiene le differenze individuali ma crea rimandi e sottili echi tra un testo e un altro testo, tra uno scorcio veduto da lontano e una passeggiata in un parco o nelle strade della città, tra una visuale panoramica, un edificio pubblico e un ricordo di un luogo nel passato personale o storico.
In questa Guida sentimentale ogni donna è entrata con la sua storia, la sua soggettività, i suoi sentimenti, il suo corpo. E non è indifferente che tra le donne che raccontano la città ci siano alcune autoctone, di matrice italiana o slovena, altre provenienti da diversi luoghi d’Italia o dall’estero: sono sguardi poliedrici a mostrare come è ricca la possibilità di osservare il paesaggio in cui si vive.
Come si presenta la città nelle narrazioni delle donne? Certamente questa è una “Guida” sbilanciata, che non cerca oggettività, nella quale si dà spazio ai particolari, agli umori, agli incontri imprevisti e toccanti. E’ come se le autrici parlando della città parlassero anche d’altro: dei rapporti tra le persone, dell’impatto con l’ambiente, dei ricordi intimi, dei momenti di vita intensamente vissuta, dei desideri che le attraversano e motivano le azioni. E Trieste assume un volto nuovo, meno ufficiale o imponente, meno “commerciale” o letterario. E’ una città che non lascia indifferenti. Anche chi l’ha odiata tanto da averla lasciata, come numerosi scrittori del passato, ne parla spesso con sofferta dolcezza.
Questo libro è un rimando di sguardi. Scopre occhi che rivelano un amore profondo per la città, anche là dove si intravede una sofferenza, una osservazione critica o una presa di distanza, e la speciale connotazione di Trieste – usata, abusata, decantata, mitizzata, inventata – in tanti scritti di tanti autori contemporanei e del passato, trova qui una corrispondenza nei tratti di un sentimento espresso da chi la abita, sentimento che filtra tra le parole e ne forgia l’alone dei significati.
Trieste città delle contraddizioni, città di carta, città dei matti, città di frontiera, città dei commerci, incrocio di civiltà, centro delle periferie, crogiuolo di culture, città mitteleuropea, nostalgica del suo passato, città plurilingue, città da cui si fugge ma a cui si torna, non luogo, città di scontrosa grazia, personaggio città, città senza pace, città della bora: sono tanti i fantasmi che aleggiano sulle sue strade o si incarnano – provvisoriamente – in una pietra sporgente da un palazzo. E anche se i suoi cittadini sorridono con ironia a tutta questa abbondanza di definizioni che restano sfuggenti, incapaci di catturare se non effimeri frammenti della sua realtà, tuttavia hanno un modo particolare di immaginare la sua specificità e la sua seduzione: diverso per ognuno – a seconda dei caratteri – trova dei presupposti comuni nella convinzione di vivere in un magnifico luogo extratempo. Anche il fascino che la città diffonde su chi la visita e cercando di capirla percorre le sue strade, entra nei musei e nelle chiese, sale le molte scalinate e si incanta davanti a uno scorcio, si dispiega in un effetto alone di natura contemplativa, di cui si coglie l’irrequietezza segreta e la disposizione distaccata e ironica.

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