Ilaria Maria Sala
Il Dio dell’ Asia. Religione e politica in oriente (Il Saggiatore, pag.352, € 17,00)
CLe religioni, le idee viaggiano. A volte si fermano, assorbono qualcosa di locale e riprendono il viaggio vestite a nuovo. Oppure, dopo tanto cammino può capitare che si smarriscano, che si stemperino in quello che le circonda fino a scomparire. Per poi ricominciare in modo inaspettato, in certi casi, o restarsene mute ad aspettare ricercatori pazienti che vorranno scavare nella storia. Macao, una piccola città aggrappata alla costa meridionale cinese, rimasta sotto controllo portoghese per più di quattrocento anni, è stata in crocevia di uomini e vicende. Oggi, per trovare mille racconti inimmaginabili basta sollevare una pietra, oppure guardarsi intorno con attenzione per osservare la vitalità sempre sorprendente di questa curiosa appendice cinese, dove Europa e Asia si sono incontrate, e dove amano raccontare di aver vissuto in perfetta armonia.
Nel museo di storia è esposta la bellezza dell’incontro tra civiltà riassunte entrambe in modo schematico e semplicistico e con toni ottimistici, quasi a voler allontanare qualsiasi problematica negativa (…). Le belle chiese rimaste sono frequentate da tutti, per quanto i cattolici rappresentino solo il 3 per cento del totale, in questa cittadina di mezzo milione di abitanti. Una cifra davvero modesta, anche in considerazione del fatto che la maggior parte delle scuole è tuttora gestita da cattolici, con nomi quali Escola de Nos Senhora de Fatima e Escola do Santissimo Rosario. Come sottolinea il vescovo di Macao, José Lai “non battezziamo i ragazzini anche quando lo desiderano, perchè diciamo loro che c’è bisogno del consenso dei genitori, oppure che abbiano raggiunto un’età più matura. Diamo un’istruzione a tutti, quello si, ancora prima di impegnarci nell’evangelizzazione. La maggior parte delle famiglie qui è buddhista o segue credenze cinesi pagane, come faceva la mia stessa famiglia, prima che ci convertissimo tutti, grazie all’opera di mia sorella maggiore quando noi fratelli eravamo ancora bambini …” racconta, muovendosi per la diocesi di Macao deserta con un leggero sorriso sulle labbra. “Abbiamo un problema di personale nuovo, al momento” ammette. “I cattolici di Macao non sono molti e diversi sono già anziani, per cui adesso stiamo cercando personale nuovo, da fuori Macao. Per i giovani l’incentivo ad avvicinarsi alla chiesa è scarso, per ora; è una cosa alla quale dobbiamo lavorare di più. Oggi ci sono talmente tante opportunità di lavorare nel casinò, che dedicarsi alla vita religiosa non è proprio una priorità.” La diocesi di Macao in passato fu importantissima, perchè è da qui che venne lanciata l’evangelizzazione dell’Asia intera: arrivati a Macao da Roma e da tutta l’Europa cattolica, dopo essersi riposati e aver ricevuto le istruzioni necessarie, i missionari proseguivano verso le coste del Giappone o si recavano in Cina a portare il loro messaggio. Fu da qui, poi, in epoca più moderna, che si diede protezione ai cattolici di Timor Est, nel corso dei difficilissimi anni della dittatura indonesiana.
E Macao è tuttora fiera di aver accolto profughi vietnamiti e cinesi, in fuga dalla Rivoluzione comunista e, negli anni Sessanta, dalla Rivoluzione culturale. Oggi, invece, la maggior parte della popolazione, per quanto educata dalla Chiesa, non considera il cristianesimo un elemento fondamentale, per quanto tutti si rechino a messa il giorno di Natale, per esempio o per quanto migliaia di persone partecipino alle processioni religiose che sono divenute tradizionali anche qui con tanto di statue di Gesù o della Vergine, trasportate a braccia fra canti e preghiere. Dopo essersi impegnata così a lungo per altri cattolici lontani, ora la diocesi di Macao è costretta a chiedere rinforzi all’esterno, anche se il vescovo Lai non ne è turbato più di tanto. Mostra con evidente orgoglio le sale riunione dove si trovano i ritratti a olio dei papi, e quelli sempre a olio, dei vescovi di Macao, a cominciare dal primo, don Belchior Carneiro Leitao, giunto in città nel 1576. Eppure, sebbene per il momento le fortune della chiesa cattolica appaiono in declino, non si deve per questo pensare che l’intera città sia improvvisamente indifferente alla religione o che il declino sia generalizzato, dato che le spiegazioni di natura religiosa a fenomeni che appaiono misteriosi sono sempre le prime ad affiorare. Infatti, quando, nel 2003, il Guangdong e la vicina Hong Kong vennero martoriati dall’epidemia di Sars, che solo nella Cina del sud provocò più di cinquecento vittime, a Macao non fu registrato nemmeno un caso. “L’unica persona che contrasse la Sars era un uomo di Zhuhai, di passaggio in città, che era venuto a Macao sapendo di essere ammalato, perchè sperava che qui sarebbe stato curato meglio che in Cina. Guarì, e si trattava comunque di un caso importato” racconta Ricardo Pinto. “E molti hanno deciso che la nostra immunità, nella città dedicata a Dio, e battezzata Cidade do nome de Deus, sia stata il miracolo del cielo”.