30 Marzo 2016
Parla della Russia

Il giallo ci dona #personaggeingiallo


Zompettando allegramente tra una serie e l’altra di romanzi gialli – da Simenon a Lansdale passando per Tran-Nhut e tanti o tante altre – mi sono imbattuta in storie incredibili e personaggi che ho amato molto. Tra questi, mi sono resa conto che le protagoniste donne sono numerose, a riprova del fatto che il giallo ci dona! Sono giovani e meno giovani, hanno passioni, attitudini e lavori differenti, hanno uno spiccato senso dell’umorismo ma anche no, sono poco concilianti nei confronti delle ingiustizie, sono testardamente curiose e aggrappate alla vita, sono tutte bianche tranne una, sono tutte eterosessuali tranne tre, sono nate tutte dalla penna di scrittrici tranne poche ottime eccezioni. Purtoppo ho scoperto e ho iniziato a seguire la SIL (Società delle Letterate) subito dopo il convegno che ha avuto come filo conduttore L’invenzione delle personagge, altrimenti mi sarei divertita tantissimo a seguire lavori inediti, audaci e così interessanti. Qui di seguito una carrellata delle personagge di cui ho divorato serie intere, che ho seguito con simpatia o infine che ho semplicemente scoperto senza avere voglia di chiudere a pagina 10. A parte la mitica Miss Marple di Agatha Christie, che non ha bisogno certo di presentazioni, la prima personaggia che ho conosciuto e amato è Lauren Laurano di Sandra Scopettone. Detective privata lesbica di New York, vive con la sua compagna psicoanalista Kip e un paio di gatti. Lauren Laurano è una vera tosta e i suoi litigi con Kip ci tormentano perché in fondo crediamo – o speriamo – che il loro sia vero amore. Molti ne hanno scritto come di una Montalbano lesbica in salsa americana anni ’90, ma – col senno di poi, visto che ho conosciuto Laurano prima di Montalbano – non mi ha assolutamente dato questa idea.

Altra amatissima è Rebecka Martinsson di Åsa Larsson, avvocata fiscalista a Stoccolma prima, pubblico ministero nella piccola cittadina di Kiruna poi. Personaggia piena di fragilità e al contempo di forza. È difficile staccarsi da questo ciclo che appartiene al filone letterario del giallo nordico, sia per la descrizione di ambienti di indubbio fascino che per la storia personale della protagonista, cui vorremmo essere amiche anche solo per andarla a trovare in quello sperduto agglomerato urbano nell’estremo nord della Svezia!

A farmi assaporare i profumi, i colori e il caos di Barcellona, invece, è l’ispettrice di polizia Petra Delicado di Alicia Giménez-Bartlett, il cui nome ossimorico parla da sé. Petra mi ha intrattenuta allegramente con il suo sarcasmo, la sua intransigenza, i continui battibecchi col viceispettore Fermín Garzón, le sue complicate e quasi antisentimentali storie d’amore e le costruzioni narrative che costituiscono lo sfondo di una critica sociale e che ho apprezzato molto.

Precious Ramotswe di Alexander McCall Smith, detective capa della No. 1 Ladies’ Detective Agency, ha sempre avuto la capacità di farmi venire il buon umore. La sua saggia e serafica stazza di donna dalla corporatura tradizionale del Botswana, i suoi modi affabili, il suo integerrimo e semplice senso della giustizia e della moralità hanno sempre avuto un effetto benefico su di me. La leggerezza dello stile dell’autore, unitamente alla narrazione di piccole storie di vita quotidiana della signora Ramotswe, della sua occhialuta segretaria Grace Makutsi (con la fissazione delle scarpe), del signor JBL Matekoni e dei suoi apprendisti meccanici, insomma di tutta l’allargata famigliola, mi sono rimaste nel cuore come quel piccolo e caldo pezzetto d’Africa.

Flavia De Luce di Alan Bradley è stata una recente e inaspettata scoperta. Questa ragazzina dalle nobili origini, trasandata, dispettosa e scorbutica è una vera forza della natura, tanto che nessuno avrebbe alcun dubbio nel preferirla alle sorelle Daphne e Ophelia! Appassionata nonché esperta conoscitrice di chimica, si trova spesso e volentieri invischiata in strani casi delittuosi in quel di Buckshaw nei pressi di Bishop’s Lacey. Orfana di una madre amante del rischio e dell’avventura, con un padre silenzioso distante e appassionato di filatelia, un fedelissimo maggiordomo tuttofare dal passato oscuro e una cuoca pasticciona e ciarliera, le imprese di Flavia non smettono di stupire.

Agatha Raisin di M. C. Beaton è un’agente di pubbliche relazioni di mezz’età che decide di coronare quello che crede essere il suo sogno, mollando la vita frenetica londinese per una più tranquilla nei Cotswolds. Ma l’indole curiosa, ambiziosa, testarda e inquieta di Agatha la mettono costantemente nei pasticci perfino in un posticino appartato e idilliaco come Carsely. Per fortuna, la sua simpatia e generosità le fanno conquistare amici fidati, come il giovane detective di polizia Bill Wong e la moglie del pastore Mrs. Bloxby. Agatha però con le questioni di cuore non ci sa proprio fare, e tra una quiche létale e la preparazione di un outfit per conquistare l’affascinante vicino, non ci si annoia per nulla!

La brillantissima commissaria Anne Capestan di Sophie Hénaff, alla sua prima apparizione, viene messa alla guida di una eterogenea brigata di reietti, bollati come non conformi dalla polizia giudiziaria di Parigi, di emarginati che vengono stipati tutti assieme in un ufficio malconcio dove qualcuno spera si lasceranno dimenticare. Ma nulla è come sembra e Capestan, con la sua innata autorevolezza, la sua cocciutaggine, la sua compassione e l’orgoglio da soldato corso riuscirà a spronare questo eccellente gruppo di outsider alla soluzione di casi complicati.

Mi è piaciuta molto anche Linda Wallander di Henning Mankell, la figlia d’arte poliziotta del più famoso Kurt. Mankell era riuscito a creare un personaggio interessante, indipendente ed autonomo di cui avrei continuato molto volentieri a leggere, se non fosse che lo scrittore – dopo il suicidio della giovane attrice che interpretava Linda nella trasposizione televisiva svedese del primo libro – ha ritenuto emotivamente impossibile scriverne ancora.

Alice Carta di Fiorella Cagnoni, in lettura proprio in questi giorni e scoperta solo adesso nonostante la sua prima storia sia datata 1985, è destinata a diventare una delle mie super preferite! Alice è una detective per caso e vocazione, vive a Milano con l’amica di sempre Elena, è «spumeggiante, ironica, trasgressiva, senza lungaggini ma capace di maniacale attenzione ai dettagli e alle sfumature». Le sue sono storie in cui al giallo si mescolano abilmente anche altri generi e finiscono col trasmettere più di un messaggio politico, che ha a che fare con la relazione tra donne e il femminismo. Già la adoro, che ve lo dico a fare.

Lolita Lobosco di Gabriella Genisi mette decisamente allegria! Prorompente a dir poco, dirige la squadra omicidi della questura di Bari con un approccio grintoso, serio e intraprendente senza rinunciare a quel tocco di femminilità tacco dodici che lascia spiazzati (e un poco impauriti) parecchi uomini. Protagonista assieme a lei, un sud metropolitano che mi pare di conoscere poco e al contempo moltissimo, un ammaliante fascino pugliese.

Altra personaggia interessante è Immacolata Tartanni di Mariolina Venezia, pubblico ministero al palazzo di giustizia di Matera. Con un marito che la ama, una figlia adolescente, una suocera insopportabile, le piccole cose di vita quotidiana da gestire, detestata e insultata in modo malcelato da un capo e da un certo numero di colleghi proprio in virtù delle sue innumerevoli risorse. Grazie ad Imma, accompagnata dall’appuntato Calogiuri, facciamo un giro per un’Italia imbarazzante e autentica, per una Basilicata maestosa e nostalgica.

Tra le nostrane anche la commissaria Barbara Gillo di Rosa Mogliasso; la poliziotta Maria Laura Gangemi di Silvana La Spina; Irene Bettini di Christine Von Borries; Camilla Baudino di Margherita Oggero; la redattrice Nadia Morbelli.

Uscendo nuovamente fuori dalla penisola troviamo anche la detective privata Saz Martin di Stella Duffy; Sara Linton di Karin Slaughter; la giornalista Annika Bengtzon di Liza Marklund (della quale mi è piaciuta molto anche la trasposizione in serie tv, con un’attrice che ne interpreta il ruolo splendidamente); l’investigatrice Stephanie Plum di Janet Evanovich; la mitica antropologa forense Temperance Brennan di Kathy Reichs; l’anatomopatologa Kay Scarpetta di Patricia Cornwell; Suor Pelajia di Boris Akunin ma anche Le amiche del club omicidi di James Patterson, Le vendicatrici di Carlotto e Videtta (che ho amato molto, anche se non sono convintissima dell’inclusione nel genere) e infine Erica Falck di Camilla Lackberg (che piace a tanti ma se devo dirla tutta l’ho mollata presto, molto presto).

E voi quali personagge avete amato? Di quale continuereste volentieri a leggere storie?

(https://parladellarussia.wordpress.com, 30 marzo 2016)

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