15 Gennaio 2005
il manifesto

Il musulmano astratto

L´autrice di “Persepolis” sul nuovo numero di “MicroMega” che esce domani
Ci sono ragazze in minigonna e uomini senza barba e non tutti sono terroristi fanatici. L´opinione pubblica occidentale è troppo spesso preda di luoghi comuni sull´Islam. Quando l´Iraq nel 1980 attaccò l´Iran l´Occidente sostenne Saddam
Noi iraniani eravamo infatti visti come il Male e così dovevamo essere vinti
Marjane Satrapi

Nell´opinione pubblica occidentale si crede che con il termine «musulmano» si possa definire per intero la cultura di un paese. Non si percepisce che l´«islam» è invece solo una delle diverse componenti che costituiscono l´universo culturale di una nazione. Tutti i musulmani hanno la barba lunga, tutti sono dei fanatici e dei terroristi. Tutte le donne sono velate.
L´idea è che, se si è musulmani, non si possa essere niente altro che questo. «Islamico», però, non significa nulla, come non significa nulla «cristiano». In Occidente non ci si rende conto che, considerando la religione islamica come un elemento esclusivo – e totalizzante – si finisce per intendere l´islam esattamente nello stesso modo in cui lo intende bin Laden. In Occidente è inconcepibile che possano esistere donne che, pur essendo musulmane, portino la minigonna; risulta inconcepibile che un uomo musulmano non abbia molte mogli. E inconcepibile, insomma, che possa esistere un musulmano «secolarizzato». Il messaggio che ne consegue è pericolosissimo: i musulmani non sono esseri umani. Diventano una nozione astratta.
Questa visione che l´Occidente ha dell´islam è il segno di una crisi democratica delle stesse società occidentali. Se i musulmani sono percepiti come «non umani», diventa più semplice fare di loro quello che si vuole. Questo è estremamente pericoloso, perché cadono i limiti etici. Le conseguenze le vediamo, e le abbiamo viste. Quando, nel 1980, l´Iraq attaccò l´Iran, tutte le nazioni occidentali, per otto anni, sostennero Saddam Hussein, perché noi iraniani eravamo il Male. I tedeschi arrivarono a vendere a Saddam delle armi chimiche che poi furono effettivamente usate contro di noi. Ci sono molte persone, uomini e donne, che ancora soffrono a causa degli effetti a lungo termine delle armi chimiche.
Nel nostro caso, nessuno si è seriamente posto il problema dell´uso delle armi di distruzione di massa. Per noi poteva non essere presa sul serio la Convenzione di Ginevra. Noi «iraniani» eravamo una nozione astratta. Le azioni dei terroristi kamikaze, d´altra parte, contribuiscono a rafforzare l´idea che i musulmani non sono «come noi». Il musulmano appare talmente diverso da non avere neanche quell´istinto di sopravvivenza che hanno le forme viventi più elementari. I musulmani amano farsi esplodere, e amano uccidere altre persone.
La rivoluzione islamica in Iran non è il risultato di un improvviso impazzimento collettivo, e non è il frutto di una nostra presunta «barbarie». Di ogni fenomeno bisogna ricostruire le ragioni. Il perché. Quello che ho cercato di fare nel mio Persepolis è capire, appunto, perché il mio paese è diventato quello che è adesso. L´informazione in Occidente ci abitua a guardare solo alle conseguenze, dimenticando le cause. Ma se noi non andiamo al «perché» dei fenomeni non riusciremo neanche a fermare gli atti terroristici, ammesso che si sia veramente interessati a fermarli. Spiegare il «perché», però, impone di considerare gli altri a partire da un´analisi razionale, senza accontentarsi, all´opposto, di risolvere tutto ricorrendo, con un salto logico, alla follia e al non umano. Il monoteismo è all´origine di molti dei mali del nostro mondo perché offre la base per ogni dottrina totalizzante, ed è l´origine di ogni modo di pensare «in una sola direzione». O si è da una parte, o dall´altra; e se si è dall´altra, si è al di fuori di tutto.
In Occidente si crede che gli iraniani abbiano improvvisamente fatto la rivoluzione nel 1979, quasi che non avessero niente altro da fare. E stupefacente la rapidità con la quale, da una nozione astratta, si sia stati capaci di passare di colpo ad un´altra nozione astratta. Se prima eravamo la nazione delle Mille e una notte, la nazione dei tappeti volanti, di Soraja, nel 1979, di colpo, siamo diventati dei terroristi. Nel volgere di un attimo, tutto è cambiato. I tappeti volanti sono diventati missili e Soraja è diventata una donna isterica. L´opinione pubblica occidentale non sa, però, che gli iraniani hanno fatto, nello scorso secolo, tre grandi rivoluzioni. Nel 1906 c´è stata la rivoluzione per la monarchia costituzionale. Nel 1951 l´Iran ha nazionalizzato il petrolio, con Mossadeq primo ministro. Finché, nel 1953, sulla base di un accordo di spartizione del petrolio iraniano tra gli americani e gli inglesi, Mossadeq non è stato pugnalato alle spalle.
La rivoluzione del 1979 non era affatto, all´origine, una rivoluzione islamica. Io sono contraria alla rivoluzione islamica. I miei genitori, che hanno fatto la rivoluzione del 1979, non volevano affatto la rivoluzione islamica. Le ragioni della rivoluzione erano ben altre. Nel periodo dello scià non avevamo libertà di parola, e c´era un terribile sistema di controllo dei servizi segreti. A quel tempo, se io fossi andata a scuola a dire che lo scià era un fesso, sarei state espulsa immediatamente. La rivoluzione maturò con la crescita in Iran di una classe media. Era venuto il tempo per noi, allora, di porci questa domanda: dov´è la nostra libertà?
La rivoluzione divenne antioccidentale per altre ragioni. Gli europei, a mio avviso molto più che gli americani, hanno dimenticato quanto male hanno fatto nel mondo. Gli europei, ad esempio, sono convinti che gli «americani» hanno la responsabilità di aver sterminato gli indiani: ma gli «americani» non sono alieni scesi dal cielo. Gli «americani» erano europei. Negli ultimi duecento anni l´Europa è stata straordinariamente attiva in conquiste e violenze. E i popoli, benché non abbiano una vera memoria storica, hanno però una sorta di memoria genetica. L´essere umano dimentica, ma non perdona. Secondo me dovrebbe essere il contrario: si dovrebbe perdonare, ma non dimenticare. Tuttavia, non è questa la natura dell´essere umano. Così, in Iran, molta gente odia gli inglesi, ma non saprebbe dire perché. Per queste ragioni, nell´Iran di allora, la rivoluzione prese un orientamento antioccidentale. Se l´America e la Gran Bretagna non avessero orchestrato il colpo di Stato nel 1953, l´Iran avrebbe esportato la democrazia nella regione, e non, ventisei anni dopo, la rivoluzione islamica. Dopo l´Iran tutti gli altri paesi avrebbero nazionalizzato il petrolio, sarebbe stato l´inizio della democrazia nella regione mediorientale. Questo processo però è stato reciso sul nascere.
In un paese dove metà delle persone non sanno né leggere né scrivere, come era l´Iran nel 1979, far nascere la democrazia era impossibile. Lo scià volle modernizzare la società troppo velocemente. Togliamo il velo e diventeremo moderni! Apriamo casinò, e diventeremo moderni! Il paradosso era che le donne iraniane potevano portare minigonne vertiginose, ma dovevano rimanere vergini fino al matrimonio. Senza rivoluzione sessuale, la minigonna non significa niente. Se una ragazza perdeva la sua verginità, il padre poteva ucciderla. La modernizzazione dell´Iran voluta dallo scià è stata, dunque, estremamente superficiale.
Quando gli islamici presero il potere, si capì subito che stavamo entrando in un´altra dittatura. Ma fu lo scoppio della guerra con l´Iraq a dare il contributo decisivo al rafforzamento della dittatura. Con una guerra ai confini, non è possibile sostenerne un´altra dentro casa. Otto anni di guerra e un milione di morti: la popolazione era completamente esausta e incapace di reagire. Gli attentati dei gruppi di estrema sinistra finirono per dare al regime la giustificazione per un´ulteriore repressione. Non si deve dimenticare che l´Iran e l´Afghanistan confinavano con l´Urss, che l´opposizione in questi due paesi era di sinistra, e che gli americani non volevano che noi diventassimo comunisti.
Ecco perché è sbagliato credere che la gente sia divenuta folle in un giorno. In Iran abbiamo un 15 per cento di esaltati: ma questi non mancano neanche in Europa, dove non è difficile trovare un 15 per cento di fascisti. Basti pensare a quanti sono quelli che in Francia votano per Le Pen. Anche in Italia i fascisti hanno preso il potere nello stesso modo. In ogni angolo del mondo, si trovano percentuali di questo genere. Il nostro problema è che questa minoranza di folli ha le armi, ha il potere. La nostra costituzione è fatta, inoltre, in modo tale che impedisce qualsiasi cambiamento attraverso il voto politico.
Ma su un punto voglio essere chiara. Io non sono tra quelli che dicono che gli occidentali sono responsabili di tutto quello che è successo in Iran. Questa tesi è insostenibile. L´Europa dovrebbe però prendersi una volta per tutte la responsabilità di riconoscere quello che ha fatto nel mondo. Semplicemente riconoscerlo. Invece, la musica è un´altra: noi siamo la civiltà e voi orientali siete i barbari. E questo è troppo estremo.
Non confondo gli europei con i loro governi. Amo gli europei, ho sposato un europeo. L´Europa ha inventato la democrazia, che amo. Non sono neanche tra quelli che dicono che non c´è differenza tra i «dittatori fascisti» e i «fascisti democratici». C´è una grande differenza tra George Bush e un mullah, anche se Bush usa la stessa terminologia dei mullah. Se io vado in America e dico che Bush è un fesso, nessuno mi arresta; ma se faccio la stessa cosa in Iran, mi impiccano. Non sono antieuropea e sono estremamente contenta di vivere in Europa.

 

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