19 Ottobre 2022
Leggere donna

Il piacere femminile è clitorideo. L’era della perla

di Marina Santini


María-Milagros Rivera Garretas, Il piacere femminile è clitorideo, Edizione indipendente, Madrid Verona 2021, 207 pagine, 17,00 euro- e-book 8,00.


Il piacere femminile è clitorideo è un’affermazione semplice e netta ed è il titolo del nuovo libro di María-Milagros Rivera Garretas. C’è il richiamo al testo di Carla Lonzi del 1971 La donna clitoridea e la donna vaginale, ma qui l’autrice ci fa fare un passo avanti: noi donne non siamo più divise in due categorie perché tutte nasciamo clitoridee. Indipendentemente dalle scelte sessuali, il piacere per le donne è clitorideo e si irradia nel sentire a tutto il corpo, non rimane circoscritto all’organo sessuale. È dunque un modo di stare nel mondo, di avvicinarsi alle cose e di conoscere.

Rivera Garretas, con una scrittura che fluisce con la forza gioiosa della sua verità soggettiva, ci accompagna in un percorso alla riscoperta dell’origine del piacere femminile, che molte hanno sperimentato ma poi perduto, perché tante volte sostituito dall’idea del co-ire, proposta-imposta dalla sessualità maschile. Nel primo capitolo Confondere l’orgasmo scopriamo come questa confusione abbia richiesto prima l’invenzione nel 1641 della vagina ad opera di un anatomista dell’università di Padova e poi nel XX secolo dell’orgasmo vaginale, creando in molte donne una dissociazione. Credendo che l’orgasmo femminile dipenda dal coito, dal cercare un godimento contemporaneo a quello dell’uomo, noi donne perdiamo il piacere femminile libero: piacere del sentire, delle viscere e dell’anima, come segnala il titolo del primo paragrafo.

In una recente presentazione del libro alla Libreria delle donne di Milano, l’autrice ha sottolineato che «non c’è piacere clitorideo se non lo vivi nell’anima carnale, piacere cognitivo, perché noi donne pensiamo e amiamo senza divisioni, senza separazioni». Ma cosa può impedire di cogliere questo flusso? Riflettendo sulla sua esperienza e su quella di tante altre, Rivera Garretas scopre la violenza ermeneutica, la violenza interpretativa della realtà che, a partire dalla scuola mista, che lei non ha frequentato, educa a imparare e rispettare la conoscenza maschile. E continua: «Io l’ho dovuta rispettare da adulta, quando ormai ero all’università. E ho sentito profondamente che tutta quella conoscenza non aveva niente a che fare con me che pure ero una bravissima studentessa. Ho scritto la tesi di dottorato ripetendo coscienziosamente il pensiero del pensiero. Una donna educata nel rispetto del pensiero del pensiero può essere fedele a quell’educazione o meno. Io non sono stata fedele».

Nel libro scopriamo come agisce la violenza ermeneutica cercando di cancellare il pensiero dell’esperienza, valorizzando solo il riferimento a ciò che altri hanno precedentemente scritto. La lealtà politica (nel senso della polis) al pensiero del pensiero distrugge il piacere del conoscere e del creare come donna. Infatti dal pensiero del pensiero la madre è assente, eppure l’università, dichiarandosi Alma mater studiorum, ne usurpa il nome. Ricorrendo all’etimologia delle parole l’autrice smaschera l’usurpazione patriarcale della cultura femminile, come è il caso delle erme che fin dall’antichità erano i sassi lasciati dalle viaggiatrici in onore della dea Era, signora e protettrice delle vie, per ringraziare del percorso fin lì compiuto, diventati poi segno per indicare la strada migliore da seguire. Il mucchietto di pietre che si andava formando al passaggio delle viandanti «è segno divino sul terreno e orienta una donna nella sua strada».

In un ricco excursus storico, Rivera Garretas, docente emerita di storia medievale dell’Università di Barcellona e tra le fondatrici di Duoda, il quarantennale Centro di ricerca delle donne e del relativo master, mostra come la violenza ermeneutica si sia imposta nel tempo e come le donne abbiano risposto, ad esempio con la Querella de las mujeres, tenendo viva la genealogia femminile, la cultura della nascita, della casa materna, della politica prima, cioè del piacere di essere donna, della consapevolezza che Non è da tutti. L’indicibile fortuna di nascere donna, come rivela il titolo del libro di Luisa Muraro. Ripercorrendo il modo con cui ha costruito la biografia di Suor Juana Inéz de la Cruz, Rivera Garretas delinea in pagine puntuali alcune caratteristiche del pensiero del pensiero e suggerisce un metodo che prende sul serio ciò che un’autrice dice e non quello che gli altri dicono che lei dicesse. Sottolinea come ha interpretato l’opera della religiosa e letterata seicentesca messicana secondo il sentire, i sensi, il godimento e la felicità che le suscitava. Un metodo ben diverso da quello cartesiano, che limita il conoscibile al razionale. Lei fa e propone pensiero dell’esperienza, pensiero ispirato, pensiero di pensum, come ha detto la teologa Antonietta Potente nella presentazione promossa da Studi Femministi. Pensum come la quantità di lana che riceveva ogni giorno nella Roma antica una donna per filare. Infatti si fila con le mani, le mani e il piacere clitorideo hanno molto in comune, come mostrano tanti affreschi e tavole medievali della Visitazione della Vergine a Elisabetta, presentati anche in questo libro, ricco di riferimenti alla storia, all’arte, alla letteratura, alla mitologia, alla filosofia, alla medicina, campi del sapere attraversati con profonda erudizione ma senza pesantezza.

Con descrizioni accurate e precise, l’autrice ritrova e ci fa riconoscere nelle opere pittoriche e architettoniche tracce evidenti della presenza di simboli femminili: la conchiglia, la spirale, la rosa, la perla. Rilegge narrazioni e riti legati al culto di Maria come il rosario, l’Annunciazione e l’Assunzione, riportandoli alla loro origine di misteri clitoridei; indica come Sant’Anna rifondi la genealogia femminile matrilineare delle Tre Madri, già presenti nella tradizione religiosa mediterranea prepatriarcale: Nonna – Madre – Figlia, una catena aperta all’infinito che il Cristianesimo spezza con la sostituzione del padre e del figlio, che non divenne padre,  “lasciando così l’umanità orfana in termini religiosi di madre e padre” .

Spinte da una scrittura mossa e a spirale, incontriamo un inanellarsi di scoperte simboliche che danno parola a esperienze finora senza nome. Non a caso Antonietta Potente parla di questo libro come di una Nuova Annunciazione. Un libro con il senso della profezia, infatti l’autrice riesce a vedere, e farci vedere, quello che nel presente in nuce già c’è e, nel dirlo, lo fa accadere: un nuovo inizio, l’era della perla.

Bibliografia

– Studi Femministi, El placer femenino es clitórico, 7 febbraio 2021

http://www.studifemministi.it/presentazione-libro-rivera-garretas/

– Libreria delle donne di Milano, Il piacere femminile è clitorideo, 26 febbraio 2022 – Video YouTube

– Annarosa Buttarelli e Federica Giardini (a cura di), Il pensiero dell’esperienza, Baldini Castoldi Dalai, Milano 2008, 480 pagine, 20,00 euro.

– Luisa Muraro, Non è da tutti. L’indicibile fortuna di nascere donna, Carocci, Roma 2011, 128 pagine, 13,00 euro.

– María-Milagros Rivera Garretas, Sor Juana Inés de la Cruz. Mujeres que no son de este mundo, Sabina editorial, Madrid 2019, 236 pagine, 18.00 euro.


(Leggere donna n. 196 luglio/agosto/settembre)

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