9 Ottobre 2015
www.societadelleletterate.it

Jane Austen, il desiderio di felicità di una donna

di Bia Sarasini

 

È un grande piacere leggere Sei romanzi perfetti, il bel libro che Liliana Rampello ha dedicato a Jane Austen. Lo stesso piacere che si prova a leggere i sei testi in questione, da Ragione e sentimento a Persuasione, da Orgoglio e pregiudizio a Mansfield Park, per finire con Emma e L’abbazia di Northanger. Rampello trova, nell’accostarne l’opera, lo stesso tono lieve e leggero che ne caratterizza la scrittura, una speciale forma di sintonia, che fa sì che nel trascorrere dal commento critico alle numerose citazioni che intessono il ragionamento, non si avverta un salto. Insomma il libro si legge come un romanzo, per usare una formula abusata eppure efficace. Il disvelamento di alcune strutture narrative, la messa a fuoco delle caratteristiche peculiari di personaggi e personagge, ha l’andamento della scoperta di un segreto, si struttura come un plot in cui è piacevole immergersi.

E cosa dice Liliana Rampello di una scrittrice così nota, così letta, così amata? Un’autrice che dall’angolo di campagna inglese in cui ha vissuto e che ha raccontato tra il Settecento e l’Ottocento, è arrivata fresca e intatta fino a noi, mentre i suoi romanzi vengono letti e riletti, si moltiplicano gli adattamenti, le versioni cinematografiche d’epoca e moderne, i fan club. L’obiettivo non è svelare ancora una volta il segreto di una scrittura essenziale, calibrata, attenta ai particolari e mai leziosa, equilibrata nello svolgimento e feroce nei dettagli. Rampello pone all’attenzione soprattutto il chi e il come Jane Austen racconta.

Insomma, a interessare Rampello non è la mirabile osservatrice di trame sociali, quella qualità che anche i più ingenerosi dei critici sono stati costretti a riconoscerle, per esempio Vladimir Nabokov, che seppure definisce Mansfield Park “l’opera di una signora”, le attribuisce “una vena di genio”. Anche se parte da questa notazione: «Acuta e silenziosa osservatrice, la scrittrice posa sugli uomini uno sguardo impavido, poco tradizionale, anzi molto moderno, perché interno non alla logica ma alla complementarietà dei sessi, ma quella dello scambio».

Impavida narratrice, la signorina Austen mette in scena una storia inedita, mai raccontata, che non si ispira a nessuna precedente tradizione. La storia delle relazioni tra donne e uomini, ragazzi e ragazze anzi, «nell’età più lieve e di massima responsabilità: forse è per questo che parla ancora ai giovani di quell’età, cui oggi non sono date più né leggerezza né responsabilità, e a chi, con un passato alle spalle, sa che tutto in effetti è capitato allora».

Il gioco massimamente serio che passa tra quelle ragazze e quei ragazzi è ovviamente quello del matrimonio. Che non ha nulla a che fare con il sogno d’amore, con la trappola che imprigiona le donne, quella è una narrazione successiva. Il matrimonio, nella prospettiva di Jane Austen, è realtà concreta, fatta di relazioni, sentimenti, ragionamenti. E patrimoni.

Il denaro ha una parte centrale. Per questo queste ragazze, queste donne sono libere. Perché scelgono, pensano, ragionano per quanto possibile, sul loro destino. Non lo subiscono. E forse è questo il segreto che possono condividere con le ragazze di oggi, che hanno tra le mani un sogno d’amore in frantumi, e non hanno chiaro come comporre il loro futuro.

Rimane un punto da vedere, per comprendere come le personagge di Austen agiscono, cosa effettivamente raccontano, nell’«invenzione della narrazione del mondo, scoppiettante riga dopo riga fino all’esplosione finale, che non è il matrimonio, ma la felicità».

E questo è il punto centrale dell’interpretazione di Liliana Rampello. I romanzi di Jane sono romanzi non di formazione di un io definito come è nelle storie maschili, ma di trasformazione di sé. E il dialogo, la conversazione sono l’azione necessaria e sufficiente perché la trasformazione avvenga. Sembra semplice, è un passaggio essenziale, che apre una nuova finestra nella ricerca sulla narrazione da parte delle donne.

Ogni romanzo viene riletto alla luce di questa chiave critica, che apre nuove porte per ogni singolo testo. Chiudo questo viaggio nel racconto del libro che racconta Jane Austen, con la chiusura del libro, dedicata alle passioni, alla “straordinaria libertà interiore” regalata dall’autrice alle sue eroine.

«Le immagini che abbiamo della cultura materiale e immateriale dei due secoli, della loro temperie morale e culturale, sono attraversate da lei con il leggero e miracoloso equilibrio di chi conosce e accetta le proprie radici senza paura dell’autenticità complessa della natura umana e degli inevitabili cambiamenti umani e sociali. Perché tra le sue mani Jane Austen tiene stretto il desiderio di felicità di una donna».

 

Liliana Rampello, Sei romanzi perfetti, Il Saggiatore, pp. 200, euro 18

SIL – Società Italiana delle Letterate (http://www.societadelleletterate.it/  9/10/2015)

 

Print Friendly, PDF & Email