15 Ottobre 2006
la Repubblica

L´orgasmo è la salvezza, ora mi amo e posso scrivere

“Non mi limito a esprimere me stessa: creo me stessa”. Così Susan Sontag, una delle più grandi intellettuali americane del Ventesimo secolo, parla del rapporto con il suo diario inedito. Dei fogli trovati dopo la morte, questa è una selezione del periodo tra il ´58 e il ´67. Ricordi, ritratti da Sartre a Mailer, ma anche confessioni su omosessualità, amori, cadute e quelli che chiama i “luoghi morti” del sentimento
La vita interiore si oscura, tremola e comincia a spegnersi se si cerca di tenersi stretti a qualcosa
Sola, sola, sola Ho il cervello stanco e il cuore che fa male Dov´è la pace, il centro?

Susan Sotang

29 dicembre 1958, ParigiSt. Germain des Prés. Non proprio lo stesso che il Greenwich Village. Tanto per cominciare, a Parigi gli espatriati (americani, italiani, inglesi, sudamericani, tedeschi) hanno un ruolo diverso, sono più preoccupati della loro identità rispetto ai provinciali (per esempio i ragazzi di Chicago, della West Coast, del Sud) che si trasferiscono a New York, dove non c´è nessuna incrinatura nell´identità nazionale, o incapacità di identificazione. Stessa lingua. Si può sempre tornare a casa. E, in ogni caso, gli abitanti del Village sono perlopiù Newyorchesi – esuli interni, se non addirittura cittadini.La routine dei caffè. Dopo il lavoro, o dopo aver cercato di scrivere o dipingere, si va in un caffè in cerca di gente che si conosce. Preferibilmente con qualcuno, o quanto meno dopo aver preso un appuntamento preciso… Bisognerebbe andare in vari caffè – in media quattro – nella stessa serata.A New York (Greenwich Village), poi, si ha in comune la commedia dell´essere ebrei. Anche questo manca nella boheme di qui. Non così heimlich. Nel Greenwich Village, gli italiani – lo sfondo proletario su cui gli ebrei sradicati e i provinciali mettono in scena il loro virtuosismo intellettuale e sessuale – sono pittoreschi ma piuttosto innocui. Qui, arabi turbolenti e predatori. […]I ratés, gli intellettuali falliti (scrittori, artisti, presunti studiosi). Le persone come Sam Wolfenstein [matematico, ndr], con l´andatura zoppicante, la cartella, i giorni vuoti, l´ossessione per i film, la taccagneria e l´orrido nido familiare da cui fuggire, mi terrorizzano. […]Harriet [Sohmers, scrittrice e modella per artisti]. Splendido fiore della boheme americana. New York. Ebrea. Appartamenti di famiglia dalle parti della 70ma e dell´80ma strada. Padre di ceto medio nel commercio (non un professionista). Zie comuniste. Anche per lei passeggera infatuazione per il Partito Comunista. Cameriera negra. New York High School, New York University, college sperimentale con pretese artistiche, San Francisco, appartamento nel Greenwich Village. Precoci esperienze sessuali, negri inclusi. Omosessualità. Scrive racconti. Promiscuità sessuale. Parigi. Vive con un pittore. Il padre si trasferisce a Miami. Frequenti viaggi per tornare in America. Lavori notturni da espatriata. La scrittura si dirada.30 dicembreLa mia relazione con Harriet mi turba. Io vorrei che non fosse pensata, premeditata, ma l´ombra delle sue aspettative rispetto a ciò che dovrebbe essere una “storia” sconvolge il mio equilibrio, mi fa annaspare. Lei con le sue insoddisfazioni romantiche, io con i miei bisogni e i miei desideri romantici… Un dono inatteso: che è bella. La ricordavo decisamente non bella, piuttosto volgare e poco attraente. È tutto fuorché questo. E per me la bellezza fisica è enormemente, quasi morbosamente, importante.Sul Tenere un Diario. Superficiale intendere il diario solo come il ricettacolo dei propri pensieri privati, segreti – come se fosse un confidente sordo, muto e analfabeta. Nel diario non mi limito a esprimere me stessa più apertamente di quanto potrei farei con un´altra persona; creo me stessa.Il diario è un mezzo per darmi un senso d´identità. Mi rappresenta come emotivamente e spiritualmente indipendente. Perciò (purtroppo) non registra semplicemente la mia vita concreta, quotidiana ma piuttosto – in molti casi – ne offre una alternativa.C´è spesso una contraddizione tra il modo in cui ci comportiamo con una persona e ciò che in un diario diciamo di provare per quella persona. Ma questo non significa che quello che facciamo è superficiale, e che solo quello che confessiamo a noi stessi è profondo. Le confessioni, e naturalmente intendo le confessioni sincere, possono essere più superficiali delle azioni. Sto pensando adesso a quello che oggi (quando sono andata al 122 Bd. St-G per controllare la sua posta) ho letto su di me nel diario di H. – quel giudizio secco, sleale e ingeneroso su di me in cui dice in conclusione che non le piaccio veramente ma che la passione che io provo per lei è accettabile e opportuna. Dio sa se fa male, e sono indignata e umiliata. Raramente sappiamo ciò che gli altri pensano di noi (o, meglio, che pensano di pensare di noi…) Mi sento in colpa per aver letto quello che non era destinato ai miei occhi? No. Tra le principali funzioni (sociali) di un diario c´è proprio quella di essere letto furtivamente da altre persone, quelle persone (come i genitori e gli amanti) sui quali si è stati crudelmente sinceri solo nel diario. E H. lo leggerà mai, questo? […]Scrivere. È corruttore scrivere con l´intento di moralizzare, di elevare i principi morali degli altri.Nulla mi impedisce di essere una scrittrice se non la pigrizia. Una buona scrittrice.Perché scrivere è importante? È soprattutto questione di egotismo, suppongo. Perché voglio essere quella persona, uno scrittore, e non perché ho qualcosa da dire. E tuttavia perché non anche quello? Rafforzando un po´ il mio ego – come attraverso il fait accompli offerto da questo diario – conquisterò la certezza di avere anche io (io) qualcosa da dire, qualcosa che dovrebbe essere detta.Il mio “io” è gracile, cauto, troppo sano di mente. I buoni scrittori sono egotisti sfrenati, fino al punto della fatuità. Gli uomini sani di mente, i critici, li correggono – ma la loro sanità mentale è parassitica e vive della fatuità creativa del genio.2 gennaio, 7.30 a. m.Mio povero, piccolo ego, come ti senti oggi?Non benissimo, temo – piuttosto ammaccato, dolorante, traumatizzato. Calde ondate di vergogna, e tutto il resto. Non mi ero illusa pensando che fosse innamorata di me, ma ero convinta di piacerle. […]Stasera (ieri sera!) a casa di Paul ho veramente parlato in francese. Per ore e ore con lui e con i suoi gentilissimi genitori. Molto divertente!!19 febbraio.Ieri (nel tardo pomeriggio) sono andata al mio primo cocktail party parigino, a casa di Jean Wahl, in disgustosa compagnia di Allan Bloom. Wahl [filosofo] è stato all´altezza delle mie aspettative: un vecchietto esile e minuto, simile a un uccellino, con i capelli bianchi e una bocca larga e sottile, piuttosto bello, come lo sarà Jean-Louis Barrault [attore] a 65 anni, ma terribilmente distrait e sciatto. Abito nero cascante con tre larghi buchi sul fondo dei pantaloni attraverso cui si vedevano le mutande (bianche), e tornava allora da una conferenza pomeridiana – su Claudel – tenuta alla Sorbonne. Ha una moglie tunisina alta e attraente (con il viso rotondo e i capelli neri) che ha la metà dei suoi anni, tra i 35 e i 40, direi, e tre o quattro figli abbastanza piccoli. C´erano anche Giorgio de Santillana [storico della scienza]; due artisti giapponesi; delle vecchie signore rinsecchite con cappelli di pelliccia; un redattore di Preuves; bambini di taglia media che sembravano usciti da un Balthus, in costumi da Mardi Gras; un uomo che assomigliava a Jean-Paul Sartre, ma più brutto e zoppicante, ed era Jean-Paul Sartre; e tantissime altre persone i cui nomi non mi dicono niente. Ho parlato con Wahl, con de Santillana e (inevitabilmente) con Bloom. L´appartamento – è in rue Peletier – è fantastico – le pareti sono interamente coperte da disegni, schizzi e dipinti fatti dai bambini e da amici artisti – ci sono mobili nordafricani scuri e intagliati, diecimila libri, tovaglie spesse, fiori, quadri, giocattoli, frutta – un disordine davvero bello, ho pensato.28 febIeri sera alla Sorbonne ho sentito Simone de Beauvoir parlare sul tema “il romanzo, è ancora possibile?”. È magra, tesa, scura di capelli e molto attraente per la sua età, ma ha una voce sgradevole, qualcosa a che fare con il tono alto e la rapidità nervosa con cui parla. Nel tardo pomeriggio ho letto Riflessi in un occhio d´oro di Carson McCullers. Furbo, davvero stringato e “scritto”, ma non mi convincono le motivazioni dettate da apatia, catatonia, empatia animale… (In un romanzo, voglio dire!)Inizio 1959, New York CityLa bruttezza di New York. Ma mi piace qui, mi piace persino Commentary [rivista a cui collaborava]. A NY la sensualità si trasforma completamente in sessualità – nessun oggetto che susciti la reazione dei sensi, non un bel fiume, belle case o persone. Odori terribili per strada, e sporcizia… Niente, se non il mangiare, forse, e la frenesia del letto. […]Adeguarsi alla città piuttosto che far sì che la città corrisponda meglio a se stessi.12 marzo, 4.15 p. m.Sono malridotta. Lo scrivo qui; lo scrivo lentamente e guardo la mia scrittura che sembra OK. Due vodka martini con Martin Greenberg [direttore di Commentary]. La testa mi pesa. Il fumo ha un sapore acre. Tony e un tipo dal volto molliccio (Mike Harrington) stanno parlando dello Stanford-Binets. Kleist è meraviglioso. Nietzsche. Nietzsche.19 novL´arrivo dell´orgasmo ha cambiato la mia vita. Mi sento liberata, ma non è questo il modo giusto di dirlo. Più importante: mi ha limitato, ha chiuso delle possibilità, ha reso chiare e nette le alternative. Non sono più illimitata, e cioè un niente.La sessualità è il paradigma. Prima, la mia sessualità era orizzontale, una linea infinita suddivisibile all´infinito. Ora è verticale; sale e ricade, oppure niente. […]L´orgasmo mi fa concentrare. Ho una gran voglia di scrivere. L´arrivo dell´orgasmo non è la salvezza ma, qualcosa di più, la nascita del mio ego. Non posso scrivere finché non trovo il mio ego. L´unico tipo di scrittore che potrei essere è il tipo che si espone… Scrivere è spendersi, giocarsi d´azzardo. Ma fino ad ora non mi era piaciuto nemmeno il suono del mio nome. Per scrivere, devo amare il mio nome. Gli scrittori sono innamorati di se stessi… e i libri che scrivono nascono da quell´incontro e da quella violenza.20 nov. (3 a. m.)Con nessuno sono mai stata così esigente come lo sono con la [drammaturga cubano-americana Maria] I[rene Fornés]. Sono gelosa di chiunque veda, sto male ogni minuto che è lontana da me. Ma non quando sono io a lasciarla, e so che lei c´è. Il mio amore vuole incorporarla totalmente, mangiarla. Il mio amore è egoista. […]Oggi dopo il lavoro ha incontrato Inez al San Remo. C´era anche Ann Morrisett [giornalista e drammaturga]. Dopo, al Cedar Bar. È tornata a casa alle 12.00; io dormivo… Si è messa a letto, mi ha raccontato le conversazioni della serata, alle 2.00 mi ha chiesto di spegnere la luce, si è addormentata. Io ero paralizzata, muta, gonfia di lacrime. Io fumavo, lei dormiva. […]24 dic.Il mio desiderio di scrivere è connesso alla mia omosessualità. Ho bisogno di quell´identità come di un´arma, da contrapporre all´arma che la società usa contro di me.Ciò non giustifica la mia omosessualità. Ma mi accorderebbe – lo sento – una certa licenza.Solo adesso mi sto rendendo conto di quanto mi sento in colpa d´essere omosessuale. Con H. ero convinta che la cosa non mi turbasse, ma mentivo a me stessa. Ho fatto in modo che gli altri (per esempio Annette [Michelson, studiosa di cinema]) credessero che il mio vizio fosse H., e che se non fosse per lei non sarei omosessuale, o almeno non prevalentemente. […]Essere omosessuale mi fa sentire più vulnerabile.28 dicFino ad ora avevo pensato che le sole persone che potessi conoscere a fondo, o amare veramente, fossero doppi o versioni del mio io infelice. (Le mie propensioni intellettuali e sessuali sono sempre state incestuose) Ora conosco e amo qualcuno che non è come me – e cioè non un´ebrea, non un´intellettuale newyorchese – senza nessuna perdita di intimità. Sono sempre consapevole del fatto che I. è straniera, dell´assenza di un background comune – e ne provo un gran sollievo.1960(frontespizio privo d´indicazione di data)Cogito ergo estFeb.Quante volte ho raccontato che Pearl Kazin ha avuto una storia importante con Dylan Thomas? Che a Norman Mailer piacciono le orge? Che [F. O.] Matthiessen era omosessuale? Tutte cose di pubblico dominio, certo, ma chi diamine sono io per andare a raccontare in giro le abitudini sessuali degli altri?Quante volte mi sono biasimata per quest´abitudine, che è solo un po´ meno offensiva di quella di riempirsi la bocca con i nomi di persone famose (quante volte ho parlato di Allen Ginsberg l´anno scorso quando lavoravo per Commentary?) o di quella di criticare gli altri quando sono invitata a farlo… Ho sempre tradito la fiducia degli altri. Non c´è da stupirsi se sono sempre stata così severa e scrupolosa nell´usare la parola “amico”!Sabato:sveglia alle 7Museo alle 10.30I. arriva all´1caffè e pranzo al Museo3.00 “Mancia competente”4.30-5.15 caffè con I.; parliamolei mi accompagna in taxi fino alla 118ma stradaprendo David [Rieff, il figlio della Sontag, che allora aveva sette anni]lascio I. nella 79ma strada – va a casa di Alfred [Chester, scrittore e critico letterario]do da mangiare a D; e lo metto a lettoA. telefona per convincermi ad andare al partyLeggo il Listener – chiamo Jack, Harriet – Esco alle 9.30Taxi fino alla 14ma strada – compro i biglietti per il film di [Kenneth] Anger – Pirandello party – me ne vado – Times SquareFilm con la Bardot – a casa alle 4Domenica:sveglia alle 7.00 – rabbiachiamo A. alle 9.00Jack viene a prenderci alle 9.15colazione da Rumpelmayerpasseggiata a Central ParkHotel Pierre con Jack, Ann e due amici (Jack e Harriet)taxi fino a casa di Alfredpranzo con I. e A. da BocceI. e io andiamo al Commonsparliamotorniamo da Alfred alle 6.45I. chiama Ann – andiamo tutti downtown, I. va da Ann, A., David e io al Frank´s Pizza. […]andiamo a prendere I. alle 8 in Hudson Stret – andiamo al cinema alla Carnegie Hall Playhouse10.30 – taxi fino a casa – messo D. a letto – I. vuole mangiare – sesso – senza parlare – dormire. […]Domenica:depressione, stanchezzaprendo la benzedrina alle 5.00taxi fino a Washington Square alle 6.00 per incontrare A.cena da Frank´spoi caffé al Reggio8 marzo (mezzogiorno)Attraverso la benzedrina, l´impatto sempre più penetrante di Irene, il Dr. Puroshottam [studioso indù] la settimana scorsa, le lezioni di oggi sull´etica di Spinoza, la lunga meditazione su Kant cominciata a ottobre, l´idea di ieri sulla differenza tra “la verità che” e “la verità su”.Non c´è stasi. Restare immobili è tradire la verità; la vita interiore si oscura, tremola e comincia a spegnersi, non appena si cerca di tenersi stretti a qualcosa. È come cercare di servirsi di questo respiro per il prossimo, o pretendere che la cena di stasera funzioni anche per mercoledì prossimo… La verità corre sulla freccia del tempo.8 agosto Lunedì mattina.Devo aiutare I. a scrivere. E se scrivo anche io, metterò fine all´inutilità di starmene seduta così a fissarla e a implorala di amarmi ancora. […]Fa male allora amare. È come accettare di farsi scorticare sapendo che in qualunque momento l´altra persona può andarsene via con la tua pelle.14 agostoNON DOVREI CERCARE DI FARE L´AMOREQUANDO SONO STANCA.DOVREI SEMPRE SAPERE QUANDO SONOSTANCA. MA NON LO SO.MENTO A ME STESSA. NON CONOSCOI MIEI VERI SENTIMENTI.(Ancora?!)3/12/61Prendere coscienza dei “luoghi morti” del sentimento – Parlare senza provare niente. (Cosa molto diversa dall´antica avversione che provavo per me stessa quando parlavo senza sapere niente.)Uno scrittore deve essere quattro persone:1) il pazzo, l´obsédé1) l´imbecille1) lo stilista1) il critico1) fornisce il materiale1) lo lascia venir fuori1) è il gusto1) è l´intelligenzaun grande scrittore li ha tutti e 4 – ma si può comunque essere un buono scrittore solo con 1) e 2); sono i più importanti.9 dic. 1961La paura di invecchiare viene nel momento in cui si riconosce di non vivere la vita che si desidera. Equivale alla sensazione di abusare del presente.(Senza indicazione di data)Il ghigno di Mary McCarthy – capelli grigi – abito stampato blu e rosso, fuori moda. Pettegolezzi da circolo femminile. Lei è Il gruppo. È gentile con il marito. […]Scrivo per definire me stessa – un atto di auto-creazione – parte di un processo di divenire – in un dialogo con me stessa, con gli scrittori vivi e morti che ammiro, con i lettori ideali.Perché mi dà piacere (un´”attività”)Non so per certo a cosa serva il mio lavoroSalvezza personale – Lettere a un giovane poeta di Rilke3 sett. 1962Sono seduta sull´erba vicino al fiume. David gioca a palla con un uomo e un bambino portoricani.Sola, sola, sola. Il fantoccio di un ventriloquo senza ventriloquo. Ho il cervello stanco e il cuore che fa male. Dov´è la pace, il centro?Ci sono sette tipi d´erba qui dove sono stesa. Soffioni, scoiattoli, piccoli fiori gialli. […]Voglio essere capace di stare sola, e di trovarlo stimolante – non una semplice attesa.Hyppolyte dice, benedetta la mente che ha qualcosa di cui occuparsi al di là delle proprie insoddisfazioni.Ho sognato Nat[han] Blazer ieri notte. Veniva a prendere in prestito un mio vestito nero, un vestito bellissimo, per la sua ragazza che doveva indossarlo a una festa. Io cercavo di aiutarlo a trovarlo. Lui si stendeva su un letto a una piazza e io mi sedevo accanto a lui e gli accarezzavo la faccia. Aveva la pelle bianca tranne che per alcune chiazze di barba nera, simile a muschio. Gli chiedevo come mai la sua faccia fosse diventata così bianca e gli dicevo che doveva prendere un po´ di sole. Volevo che mi amasse ma lui non ha voluto.@_CITTA´ nero dx:12 sett. 1962La prematura arrendevolezza, la disponibilità tali da fare in modo che non si arrivi mai alla caparbietà di fondo spiegano per l´80% il mio famigerato bisogno di flirtare, di sedurre16/10/62Sentimentalità. L´inerzia delle emozioni.Non sono leggere, briose. – Io sono sentimentale. Mi aggrappo ai miei stati emotivi.O sono loro ad aggrapparsi a me?27 luglio 1964Arte = un modo per entrare in contatto con la propria follia.Il mio bisogno di liberarmene, una volta arrivata alla fine.Un testo appena dattiloscritto, nel momento stesso in cui è finito, comincia a puzzare. È un corpo morto – deve essere seppellito – imbalsamato, a caratteri di stampa. Corro a impostare il dattiloscritto, non appena è finito, anche se sono le quattro del mattino.Il crimine più grande: giudicare.Il difetto più grande: la mancanza di generosità.(su un foglio di carta sciolto, probabilmente del 1964)Starò bene entro le 7.00 di stamattina.M. [Mildred Jacobsen, madre della Sontag] non rispondeva quando ero bambina. Il castigo peggiore – e la frustrazione per eccellenza.Era sempre “fuori servizio” – anche quando non era arrabbiata. (Il bere era un sintomo di ciò.) Ma io continuavo a provare.Ora è lo stesso con I. Ancora più straziante perché per quattro anni lei mi ha risposto. Perciò so che ne è capace. […]I miei difetti:- biasimare gli altri per i miei stessi vizi*- trasformare le amicizie in storie d´amore- pretendere che l´amore includa (ed escluda) tutto*ma forse ciò diviene più ossessivo ed evidente – raggiunge un climax, quando la cosa in me si sta deteriorando, spezzando, crollando – ad esempio, la mia indignazione per gli atteggiamenti schizzinosi di Susan [Taubes] e Eva [Kollisch].NB: il mio ostentato appetito – il mio vero bisogno – di mangiare cibi esotici e “disgustosi” = un bisogno di affermare il mio rifiuto di essere schizzinosa. Una contromossa.17 nov. 1964Quando mi sono accorta di essere invidiata, mi sono astenuta dal criticare – per paura che le mie ragioni fossero poco chiare, e il mio giudizio non del tutto imparziale. Sono stata benevola. Sono stata malevola solo con gli sconosciuti, con le persone che mi erano indifferenti.Sembra nobile.Ma, in tal modo, ho salvato i miei “superiori”, coloro che ammiravo, dalla mia avversione, dalla mia aggressione.Ho riservato le critiche solo per chi era “sotto” di me, per coloro che non rispettavo… ho usato il mio potere di critica per confermare lo status quo. […]tutte le capitali si assomigliano tra loro più di quanto assomiglino al resto delle città del loro paese (la gente di NY assomiglia più a quella di Parigi che a quella di St Paul) […](Senza indicazione di data, probabilmente 1964)L´estasi intellettuale cui ho avuto accesso sin dalla prima infanzia. Ma l´estasi è estasi.Il “bisogno” intellettuale simile al bisogno sessuale. 6085 copie di Contro l´interpretazione sono state venduterestano 1915 copie della prima tiratura. […][George] Balanchine, l´ultimo dei geni modernisti.26/3/65la pittura recente (Pop, Op) – fredda; la minima consistenza possibile – colori chiariil bisogno di avere la tela, perché non è possibile far galleggiare i colori nello spazio […]ciò che si prova davanti a un quadro o a un oggetto di Jasper Johns potrebbe assomigliare a ciò che si prova per le Supremes […]La Pop Art è arte Beatle […]Un altro testo chiave: Ortega, La disumanizzazione dell´arteOgni epoca ha la sua fascia anagrafica rappresentativa – per noi è la giovinezza – lo spirito del tempo è essere distaccati, disumanizzati, gioco… sensazioni… apolitici. […]Jasper Johns – Duchamp dipinto da Monet20 aprileIl mio sguardo è poco raffinato, insensibile, è questo il mio problema con la pittura.Un altro progetto: Webern, Boulez, Stockhausen. Comprare dischi, leggere, lavorare un po´. Sono stata molto pigra. […]Non concedere interviste fino a quando non potrò essere chiara, autorevole e diretta come Lillian [Hellman] sulla Paris Review.20 maggio, Edisto Beach, South Carolina”l´oggetto arrogante” (Johns)non si impara con l´esperienza – perché la sostanza delle cose cambia continuamentenon c´è una superficie neutra – una cosa è neutra solo rispetto a qualcos´altro (un´intenzione? Un´attesa?) Robbe-GrilletL´uso che Rauschenberg fa della carta di giornale, dei pneumatici.Johns: scopa, gruccia.L´unica trasformazione che mi interessa è la trasformazione totale – per quanto infinitesimale. Voglio che l´incontro con una persona o un´opera d´arte cambi tutto.4 luglio, Bled (Jugoslavia)Mailer: come essere puri ed essere una stella del cinemaIn ogni importante scrittore americano moderno si avverte una lotta con la lingua – la lingua è il tuo nemico, il suo funzionamento non ti è naturale. (Completamente diverso in Inghilterra, dove la lingua è data per scontata). Devi soggiogarla, reinventarla.16 luglio, ParigiNon ho imparato a mobilitare la rabbia (compio azioni militanti, senza sentimenti militanti)17 sett. (su un aereo diretto a New York)Sartre: “Quando le persone hanno opinioni così diverse, come fanno anche solo ad andare a vedere un film insieme?”Beauvoir: “Sorridere allo stesso modo a nemici e amici significa ridurre ciò in cui si crede allo stato di mere opinioni, e tutti gli intellettuali, sia di destra che di sinistra, alla loro comune condizione borghese.”8 nov.Per 2/3 di Private Potato Patch di Greta Garbo volevo essere la Garbo (l´ho studiata, volevo assimilarla, imparare i suoi gesti, sentire quel che sentiva lei) – poi, verso la fine, ho cominciato a desiderarla, a pensare a lei in termini sessuali, a volerla possedere. Il desiderio ha preso il posto dell´ammirazione – mentre si avvicinava la fine e avrei smesso di vederla. La sequenza della mia omosessualità? […]Il piacere più grande negli ultimi due anni me l´ha dato la musica pop (i Beatles, Dionne Warwick, le Supremes) e quella di Al Carmines [attore, compositore, regista] […] Un problema: l´esilità della mia scrittura – è scarna, frase per frase – troppo architettonica, discorsiva.(metà novembre)Mailer dice di volere che i suoi scritti cambino la coscienza del suo tempo. Lo stesso voleva DHL[awrence], ovviamente.Io non voglio che i miei lo facciano – almeno non rispetto a un particolare punto di vista, visione, o messaggio che cerco di comunicare.Io non sono.I testi sono oggetti. Voglio che abbiano effetto sui lettori – ma in ogni modo possibile. Non c´è un modo giusto di considerare quello che ho scritto.Io non “dico qualcosa”. Permetto a quel “qualcosa” di avere una voce, un´esistenza indipendente (un´esistenza indipendente dalla mia).24 nov.Lillian [Hellman] si identificava con Becky Sharp – ha sempre voluto essere una strega, tormentare gli altri.Io non sono mai riuscita ad andare oltre l´ammirazione e l´invidia per la Becky capace di lanciare il dizionario in faccia alla sdolcinata direttrice della scuola. Tutti quegli sforzi per manipolare gli uomini non sono mai riuscita a capirli.Analisi: due o tre cataratte mi sono cadute dagli occhi. Altre cento da eliminare?Vengo ogni notte verso le 2.00 o le 3.00. Il mio amante è il N. Y. Times.(Senza indicazione di data, fine 1965)La sgradevolezza del riscontro – le reazioni degli altri, ammirate o ostili, alle mie opere. Non voglio reagirvi. Sono abbastanza critica (e so meglio degli altri quel che è sbagliato).Mi piace sentirmi ottusa. È così che so che al mondo c´è qualcosa di più importante di me stessa. […]la mia formazione intellettuale:a) Knopf +M[odern] L[ibrary]a) P[artisan] R[eview] (Trilling, Rahv, Fiedler, Chase)a) University of ChicagoP & A attraverso Schwab-MckeonBurkea) la “sociologia” dell´Europa centralegli intellettuali ebrei tedeschi rifugiatiStrauss, Arendt, Scholem, Marcuse, Gourevitch, [Jacob] Taubes, ecc.(Marx, Freud, Spengler, Nietzsche, WeberDilthey, Simmel, Mannheim, Adorno, ecc.)a) Il Wittgenstein di Harvarda) i francesi – Artaud, Barthes, Cioran, Sartrea) storia della religionea) I. – Mailer, anti-intellettualismoa) Arte, storia dell´arteJasper [Johns][John] Cage[William S.] Burroughsrisultato finale: Franco-ebraico-cageiana?4 gennaio 1966La situazione della pittura è difficile: simile a quella della scienza. Tutti sono consapevoli del “problema”, delle cose su cui bisogna lavorare. Attraverso le sue opere, ogni artista contemporaneo produce “un libro bianco” su questo o quel problema, e i critici giudicano se i problemi scelti sono interessanti o banali. (L´approccio alla Barbara Rose). Così Rosalind Kraus ritiene che le torce, le lattine di birra, ecc. di Jasper siano la soluzione o l´esplorazione di un problema periferico (banale) della scultura di oggi: cosa fare del piedistallo…[…]Jasper va bene per me. (Ma solo per un po´) Ti fa sembrare naturale, buono e giusto essere pazzi. E muti. Mettere tutto in dubbio. Perché è pazzo. […](Senza indicazione di data, tardo inverno 1966)NYC con la sua intellighenzia, il suo consenso liberale, è, in relazione al resto degli USA, come il Vaticano nel bel mezzo dell´Italia, un minuscolo stato privato con ricchezze e poteri immensi, ma separato. […]Duchamp ha detto due cose contraddittorie:1) che un´opera d´arte ha un (breve) arco di vita e1) che il suo valore può essere stabilito solo dalla posterità.Un punto di vista: l´arte è un linguaggio, non semplicemente ciò che è.È il punto di vista “conservatore”?I quadri “neri” di Ad Reihardt sono come i romanzi di Robbe-Grillet: un´idea tracciata su un reticolato. Si “capiscono” troppo facilmente. In un certo senso ciò è “romantico” (romanticismo inteso come concentrazione su una parte piuttosto che sul tutto). […]L´espressione di sé e un´idea limitante, limitante se è centrale. (L´arte come espressione di sé è molto limitante) Dall´espressione di sé non si può mai arrivare a giustificare, in modo autentico, genuino, e non meramente opportunistico, la gentilezzaMa se si parte dalla gentilezza, si può far spazio alla maggior parte delle cose che si attribuiscono all´espressione di sé (attraverso l´idea della gentilezza verso se stessi). […]1 giugnoUna delle mie emozioni più forti e più dispiegate: il disprezzo. Disprezzo per gli altri, disprezzo per me stessa.Sono impaziente (sprezzante) con la gente che non sa come proteggersi, come rivendicare le proprie ragioni.La mia mente = King Kong. Aggressiva, fa a pezzi la gente. Per la maggior parte del tempo la tengo in gabbia – e mi mangio le unghie.27 giugno, ParigiQuando i provos mettono in scena “happenings” notturni nelle strade di Amsterdam, c´è un rischio. Provocano la polizia, “dicono” qualcosa, cercano di far succedere qualcosa. (Più libertà, ecc.)Gli happenings a NY non solo sono apolitici. Non rischiano niente. Sono spiritosi esercizi di irrazionalità – del tutto prudenti.Se solo il mio romanzo potesse avere la velocità – e la portata e l´importanza – degli ultimi due film di Godard. L´ulcera del Vietnam, il rumore degli spari – 6 agosto, LondraPeter Brook: molto intenso, occhi azzurro chiaro – calvizie incipiente – porta maglioni neri a collo alto – stretta di mano calda e generosa – volto carnoso, sensualeHa studiato con Jane Harp (famosa signora della Little Review negli anni ’20) quando, alla fine della sua vita, viveva a Hampstead; un´allieva di Gurdjieff; le sue domeniche pomeriggioun uomo a caccia di idee […]Grotowski:sui trentacinque annisimile a Caligari o al mago di Mario e il magonessuno sa niente della sua vita sessualenon ha mai fatto il criticoper qualche tempo ha studiato Yoga in India in sua compagnia, nessuno parla di problemi personali9 agostoHo il Romanzo… credo! Grazie a Brook e a Grotowski, gli ultimi pezzi sono andati a posto.8 ott.Jap [Jasper Johns], a proposito delle opere di un giovane pittore che ha visto oggi pomeriggio. “I quadri sono molto belli. Ma è tutto qui.”L´autorevolezza di Jasper, la sua eleganza. Non è mai turbato, contrito, in colpa. Una sicurezza assoluta. Perciò, anche se si mette le dita nel naso o mangia in un Automat, resta elegante. […]Le uniche persone che dovrebbero interessarsi all´arte (o alle varie arti) sono quelle che la praticano – o lo hanno fatto – o aspirano a farlo. L´idea di un “pubblico” è completamente sbagliata. Il pubblico di un artista è fatto dai suoi pari.(Senza indicazione di data, fine 1966)Joe [Chaikin] mi ha chiesto stasera come mi sento quando, arrivata, per esempio, a tre quarti di quello che sto scrivendo, scopro che è mediocre, inferiore. Gli ho risposto che mi sento bene e tiro avanti fino alla fine. Mi libero di quello che è mediocre in me. (Immagine escrementizia che uso per la mia scrittura.) È lì. Voglio liberarmene. Non posso negarlo attraverso un atto della volontà. (Oppure sì?) Posso solo consentirgli di avere una voce, farlo venir fuori. E poi fare qualcos´altro.Quanto meno, so che non ci sarà bisogno di rifare quello.22 feb 1967, 3 a. m.Sto finendo la recensione di [Histoire d´] O che si è trasformata in un saggio di 35 pagine. È ok. Eppure, non credo a una parola di quello che dico.È interessante, forse valida – ma non so quanto “vera”.6 aprilegruppi di San FranciscoThe Grateful DeadNitty Gritty Dirt BandThe Great SocietyJefferson AirplaneThe Only Alternative + his OtherPossibilities The Myddle Class+The Mothers of Invention (Los Angeles?)The Byrds (Los Angeles)Country Joe + the FishThe Quicksilver Messenger ServiceBig Brother + the Holding CompanyThe TurtlesThe MiraclesThe Sparrows + the CharlatansIn California uno sconosciuto è un (potenziale) amico fino a quando non dimostra il contrario; a NY, uno sconosciuto è un nemico fino a quando non dimostra il contrario. Si consuma un sacco di energia a NY a causa di questa ipotesi. […]La vita ideale: fare solo cose indispensabili.Due modi d´essere: santo o ladro.L´immagine che ho di me stessa da quando avevo 3 o 4 anni: il genio-idiota. Permetto a uno di compensare l´altro. Sviluppo relazioni per soddisfare ora l´uno ora l´altro. […]Sartre (cf. Les Mots), l´unica altra persona che conosco che aveva la “certezza” del genio. Che ha vissuto una vita già postuma, sin dall´infanzia. (L´infanzia di un uomo famoso.) Una sorta di suicidio – , con l´”opera”di genio che sai che farai da adulto come pietra tombale. La più gloriosa pietra tombale possibile.Sartre era bruttissimo – e lo sapeva. Perciò non ha dovuto sviluppare l´”idiota” per ripagare gli altri del fatto che era “il genio”. La Natura si era occupata del problema al suo posto. Non ha dovuto inventare una causa di fallimento o di rifiuto da parte degli altri. Come ho dovuto fare io, rendendomi “stupida” nelle relazioni private. (Per “stupida” intendo anche “cieca.”) Copyright © The Estate of SusanSontag 2006. Reprinted with the permission of The Wylie Agency (UK) Ltd(traduzione di Paolo Dilonardo)

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