14 Febbraio 2019

La spirale del tempo. Impressioni di lettura

di Vittoria Longoni

AAVV, La spirale del tempo. Storia vivente dentro di noi a cura della Comunità di storia vivente di Milano, Moretti&Vitali, 2019

Una copertina elegante e sobria, un bel titolo, una nuova frontiera del fare storia: ecco come si presenta il libro che raccoglie gli scritti della Comunità di storia vivente. Una modalità che non si pretende esaustiva, ma che consapevolmente affaccia alla ricerca storica (nell’accezione più ampia possibile) e alla comunicazione tra donne una prospettiva nuova: accanto e oltre il paradigma sociale, che non viene però accantonato. La spirale del tempo evoca subito la possibilità di una circolazione viva tra passato e presente, in cui schegge, figure, fatti, momenti e persone del passato si ripresentano, ogni volta rivisitati, resi nuovi, potenzialmente riscattati o ricompresi e riscritti. Leggiamo storie di donne che partono da un proprio nodo interiore per analizzarlo insieme e per riattraversare, mediante la relazione, la propria storia e quella del mondo. Sono spesso storie di un dolore che chiede di avere parola e significato, figure di madri e di nonne che aspettano di tornare viventi nella memoria e nel racconto per trasmettere messaggi alle figlie, per riproporre parti di sé e della propria vicenda che erano state accantonate e trascurate, prospettive lasciate fuori dallo sguardo e dall’emozione. La storia in tutte le sue accezioni torna a essere viva e si gioca nel presente, diventa elemento di trasformazione del passato e del presente perché si modifica lo sguardo, perché la relazione tra le donne la fa cambiare di segno e di senso nel momento stesso in cui viene riproposta. Accanto a questi passaggi di tipo “autobiografico” (ma il termine è inadeguato, è una pratica di autonarrazione e di autocoscienza che passa attraverso un metodo rigoroso di ascolto reciproco di sé e dell’altra) e inscindibilmente connessi con essi, troviamo nel libro momenti di riflessione teorica e metodologica: di Marirì Martinengo, di Laura Modini, di Laura Minguzzi, di Luciana Tavernini, di Marina Santini, di Marìa Milagros Rivera Garretas. Un modo nuovo di sentire e fare storia, e insieme un modo nuovo di scoprirsi e di dirsi. Ringrazio la mia cara amica Laura Minguzzi per avermi donato il libro e per avermi lasciato una narrazione di sé e della sua “casa interiore” che non mi era mai sembrata tanto intensa e ricca, e tanto connessa con le origini. E ringrazio tutta la Comunità per aver allargato in più dimensioni il mio modo di intendere, sentire e praticare la storia.

 

(www.libreriadelledonne.it, 14 febbraio 2019)

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