di Erica Moretti
Anniversari. A 150 anni dalla nascita della scienziata marchigiana, il suo metodo pedagogico l’ha resa famosa nel mondo. A oggi il suo approccio educativo conta migliaia di scuole, soprattutto in Nord Europa e negli Stati Uniti. Femminista, pacifista e viaggiatrice, molte le iniziative per omaggiarla
Il
2020 segna il centocinquantesimo anniversario della nascita di Maria
Montessori. Convinta della necessità di liberare l’infanzia dalla
repressione insita nei sistemi educativi improntati sul «principio
di schiavitù», la scienziata marchigiana ideò un nuovo approccio
pedagogico che ripensava il ruolo del bambino tanto nella classe
quanto nella società.
Rigore
scientifico, coraggio intellettuale, profonda fede nelle infinite
capacità del fanciullo: furono queste le caratteristiche distintive
di Maria Montessori, nata a Chiaravalle, in provincia di Ancona, il
31 agosto 1870.
In occasione del centocinquantesimo anniversario della nascita, in varie parti d’Italia prenderà vita un ricco calendario di eventi, conferenze, spettacoli, installazioni e laboratori: dalla mostra Toccare la bellezza presso la Mole Vanvitelliana di Ancona sul valore estetico della tattilità, al Congresso internazionale organizzato dall’Opera Nazionale Montessori, o la riqualificazione della casa dove nacque.
La grande varietà dei temi affrontati, dalla psichiatria al pacifismo, dall’umanitarismo all’applicazione del metodo nel trattamento di persone con demenza, permetterà di riscoprire, accanto alla ben consolidata immagine di Montessori come pedagogista della libertà, anche una figura di intellettuale eclettica e ricca di sfaccettature, femminista, filantropa, teosofa, cattolica, imprenditrice, scienziata positivista e pacifista. Una poliedricità straordinaria, che trovò inevitabile riflesso nel suo testo principale, Il Metodo della pedagogia scientifica. Pubblicato nel 1909, ha fatto da spartiacque nella vita di Maria Montessori e, soprattutto, nella storia della pedagogia internazionale.
Montessori visse e morì viaggiando. La leggenda narra che l’ultima conversazione avuta con il figlio Mario, all’età di 81 anni, riguardasse la pianificazione di un viaggio in Africa. La costante mobilità e le lunghe permanenze in Spagna, Olanda e India certamente raffinarono e influenzarono la sua visione pedagogica e posero le basi per la diffusione del metodo all’estero che all’oggi conta migliaia di scuole in tutto il mondo, soprattutto in Nord Europa e negli Stati Uniti. Eppure, fu l’atmosfera dinamica e cosmopolita respirata nella Roma di fine Ottocento, durante gli anni della formazione universitaria, a segnare profondamente il percorso scientifico, intellettuale e umanitario della dottoressa. Maria Montessori si trasferì a Roma con la famiglia, all’età di cinque anni, per seguire il padre Alessandro, impiegato ministeriale. La madre Renilde Stoppani, donna d’insolita cultura e guidata da idee liberali, sostenne la figlia, fin dal principio, nelle sue scelte formative anticonformiste. Proprio negli anni in cui la psichiatria, in accordo con l’antropologia, dichiarò la scientifica inferiorità morale e intellettuale femminile, Montessori scelse, dopo aver conseguito gli studi tecnici superiori, di laurearsi in medicina, confrontandosi con tutti gli ostacoli politici e culturali posti alle donne intenzionate a intraprendere una carriera in campi storicamente dominati dagli uomini.
Quando, nel 1896, Montessori parlò dal palco del congresso internazionale femminile di Berlino nelle vesti di rappresentante dell’Associazione femminile di Roma, sollevando temi scottanti come i diritti delle donne lavoratrici e la parità di salario, il Corriere della Sera preferì evidenziare l’appartenenza di genere sessuale, sottolineandone il connotato negativo, invece che l’urgenza dei temi affrontati o lo straordinario successo raggiunto dalla compatriota: «il discorsetto della Signorina Montessori, con quelle cadenze musicali, col gesto parco delle braccia correttamente inguantate, sarebbe stato invece un trionfo – anche senza il diploma dottorale e le velleità emancipatrici – un trionfo della grazia femminile italiana». Ciononostante, spinta da una tenacia e una costanza ferree, «la medichessa» non solo ottenne la specializzazione in Psichiatria, ma partecipò attivamente alle iniziative scientifico-umanitarie promosse dai suoi mentori e colleghi, tra cui la Lega Nazionale per la protezione dei fanciulli deficienti presieduta da Clodomiro Bonfigli.
La
scrittura di Montessori fu specchio della società da cui prese
ispirazione per oltre mezzo secolo. Di fatto, Il
Metodo, come un gioco
di scatole cinesi, apre a lettori e lettrici scenari complessi e
ancora attuali: ci informa del diritto degli emarginati a
un’educazione di qualità, della necessità di una formazione
scientifica per gli insegnanti, dell’urgenza di garantire un
sostegno alle donne lavoratrici e, soprattutto, dell’inalienabile
diritto di crescere scegliendo liberamente ciò che si vuole
diventare. Una Montessori viva, che parla di un passato profondamente
simile al presente.
Nasce,
con lei, un nuovo modo d’intendere l’educazione, la scuola e il
bambino. L’insegnante passa dall’essere soggetto attivo della
lezione a osservatore silenzioso e il fanciullo, in piena libertà,
si avvicina al materiale didattico auto-correttivo. La scuola e la
classe sono concepite come proprietà collettive. I bambini, non più
«fissi sul posto rispettivo, sul banco come farfalle infilate a uno
spillo», sono liberi di perseguire il proprio sviluppo, fisico,
intellettuale e spirituale. Questo pensiero caleidoscopico non si
limita al suo testo più famoso ma s’irradia in una costellazione
di scritti brevi, saggi e conferenze.
Una Montessori pacifista emerge nel progetto della Croce Bianca, l’organizzazione umanitaria pensata per soccorrere tutti «i bambini che avevano sofferto emozioni violente nelle zone di guerra, ed erano rimasti indeboliti nel sistema nervoso». Pronta a curare i «piccoli derelitti», Montessori li accolse in più occasioni nelle sue scuole, in «uno stato di stupefazione, incapaci di comprendere, tremanti all’approssimarsi di chicchessia, paurosi del giorno come della notte» e bisognosi di un clima di protezione e di stimolante tranquillità.
Un
messaggio, quest’ultimo, che non può che trovare echi nella nostra
crisi contemporanea. Commentando il suo impegno pacifista, il leader
spirituale Mohandas K. Gandhi disse a Montessori: «Hai giustamente
osservato che se vogliamo ottenere una pace vera in questo mondo e se
vogliamo combattere contro la guerra, dobbiamo cominciare dai
bambini. Se quest’ultimi cresceranno nella loro naturale innocenza,
non saremo più costretti a lottare, non dovremo approvare inutili
risoluzioni, ma passeremo dall’amore all’amore e dalla pace alla
pace».
L’anniversario
della nascita offre l’occasione per ripensare Montessori in grande,
per far luce su aspetti del suo pensiero fino a questo momento
rimasti nell’ombra della riflessione pedagogica. Un’occasione da
non perdere per dare il giusto risalto a una figura famosa nel mondo
ma ancora non sufficientemente apprezzata in patria.
Ci sarà anche un tulipano speciale
Il volto di Montessori insieme a materiali per lo sviluppo della mente logico-matematica è stato impresso in una nuova moneta per festeggiare l’anniversario dall’artista Luciana De Simoni. Lo avevamo già visto su francobolli, sulle monete da duecento e i biglietti da mille lire. Questa volta l’effigie, fortemente voluta dall’Opera Nazionale Montessori, non rappresenta l’icona di una gloria nazionale passata, ma il tributo di una comunità intellettuale globale che festeggia insieme la poliedricità della scienziata di Chiaravalle, il cui lavoro ha tutt’ora ripercussioni transnazionali. E anche l’Olanda si prepara a festeggiare la sua figura con un tulipano speciale che scuole e famiglie potranno coltivare presso di loro. È un omaggio alla sua visione ecologica dell’educazione. «Quando il bambino esce, è il mondo stesso che si offre a lui. Non esiste una descrizione, un’immagine in qualsiasi libro che sia in grado di sostituire la vista di alberi reali e tutta la vita che si trova intorno a loro, in una foresta vera e propria». Infine, per saperne di più: Maria Montessori, «Il Metodo della pedagogia Scientifica applicato all’educazione infantile nelle case dei bambini» (Lapi, 1909); Maria Montessori, «Educazione e pace» (Opera Nazionale Montessori, 2004); «Le ricette di Maria Montessori» (Fefè Editore, 2008); «In giardino e nell’orto con Maria Montessori» (Fefè Editore, 2010); Renato Foschi, «Maria Montessori» (Ediesse, 2012).
(Il manifesto, 14 febbraio 2020)