1 Luglio 2019
Leggendaria

Parole cantate

di Laura Colombo


Il nuovo disco di Ardesia, gruppo di ricerca filosofica politica e femminista


Dove non potrò è il secondo e ultimo lavoro del gruppo musicale Ardesia band, un progetto ideato dalla filosofa e musicista Stefania Tarantino, che fa della ricerca musicale una delle strade del suo lavoro filosofico e del suo impegno politico femminista. Il primo album, Incandescente, ispirato dalla lettura de Le tre ghinee di Virginia Woolf, era stato portato al grande convegno femminista di Paestum del 2013 e le donne presenti avevano sentito dal vivo quanto fosse potente la trasposizione in musica delle parole di chi, con un libro, ha operato un vero e proprio taglio nella storia.

La cifra del lavoro di Tarantino e della sua band è “tenere insieme”: musica, storia, filosofia, letteratura, parole e pratiche radicali delle donne, femminismo, differenza. Il linguaggio musicale permette di distillare significati, dopo che le parole hanno risuonato nell’intimità dello spirito, la pratica filosofica ha permesso di guadagnare pensiero, le pratiche femministe del partire da sé e della relazione con le altre donne hanno regalato nuove possibilità alla libera creatività. Un tratto che dà carattere al lavoro di Ardesia band è la “musicalità mediterranea”: si tratta dell’intensità della musica e della lingua, delle parole di donne come Angela Putino o Lina e Teresa Mangiacapre, dell’esperienza condivisa con loro, della vita di Stefania Tarantino e le altre donne del gruppo, Claudia Scuro e Giovanna Grieco, insieme alle due ragazze che hanno contribuito ai lavori dell’ultimo album, Giusy Franzese e Veruska Graziano. È un’impronta che tuttavia non chiude, al contrario, il lavoro di Ardesia band è aperto al mondo, si fa interprete di ciò che il presente pone come sfida oltre a restituire in musica le parole delle grandi donne del Novecento, filosofe, romanziere, poete.

Dove non potrò è un lavoro accurato e raffinato, a partire dalla copertina realizzata da Marianna Sannino, una riproduzione dell’affresco delle tre dame in blu che si trova nel Palazzo di Cnosso a Creta. Tre donne con il corpo di prospetto e il volto di profilo, accurate nell’acconciatura e nel vestiario, sullo sfondo un blu intenso che esalta il loro fiero portamento. Queste nobili figure restituiscono l’immagine di una consapevolezza e una forza femminile che ha radici lontane, messa al mondo dal movimento delle donne a partire dagli anni Settanta del secolo scorso e diventata ormai imprescindibile: “the rules of the game change” canta Stefania Tarantino in “Me too”. C’è una verità nascosta che si sta facendo avanti e cresce, dilaga in tutto il mondo, domanda di essere ascoltata e pretende di cambiare le regole del gioco, a partire dal rapporto tra i sessi, “No, you can do nothing without my consent”. Tiene questo filo anche la canzone “Libera di essere”, ispirata al testo di Ingeborg Bachman Ondina se ne va, un testo potente, inserito nella raccolta Il trentesimo anno, un misto di invettiva e saggio filosofico dove l’autrice trasforma la sirena, amante marina, in una figura di libertà. Stefania Tarantino è “alla ricerca di frasi vere”, è fedele all’incessante lavoro sulla lingua che l’autrice austriaca ha ostinatamente condotto per tutta la vita e così canta che “il corpo non è un gioco ma terra acqua aria fuoco” e “guardo il tuo ordine fatto di crimini / ubbidiente solo a ciò che segue / la tua ragione solitaria”. Questa canzone è stata scritta da Stefania Tarantino per supportare un centro antiviolenza e, attraverso il lavoro sul testo di Ingeborg Bachman, diventa un manifesto in musica contro la violenza sulle donne.

La poesia entra potente nelle liriche di Stefania Tarantino: “C’è la vita / Ci sarà la vita / una strada che porta sempre oltre” è l’incipit della poesia messa in musica di Lina Mangiacapre “Dove non potrò”, che dà il titolo all’intero album, dedicato alle Nemesiache e in particolare a Lina e Teresa Mangiacapre, figure storiche del femminismo napoletano. Ancora poesia in “Mani sulla pelle”, che mette in musica la libera elaborazione dei versi di Anna Santoro. Infine “Di che no!”, ispirata a una poesia di Giovanna Petrelli dedicata ad Angela Putino, maestra di Stefania: “Muoio, se vuoi, del tuo falso potere / Unico vero ritratto / per distrazione da compassione / Vivo, se vuoi, della tua leggerezza / Unica vera risorsa / che cura un cuore mai guarito”.

Le canzoni di Stefania Tarantino danno parole e fanno conoscere anche testi nuovi e non pubblicati. È il caso della bellissima “Non sappiamo chi siamo”, un testo intenso, liberamente tratto da un inedito di Anna Correale: “No, non sappiamo chi siamo / e andiamo a caccia di vita come belve affamate”.

Infine ci sono un paio pezzi cantautorali di Stefania Tarantino, dove la centralità sembra essere la riflessione sul tempo, da far decantare perché emerga una verità, perché venga restituita giustizia (“Il tempo ti darà ragione / bisogna solamente attendere”); ancora il tempo e la ricerca soggettiva di abitarlo in modo sensato e in fedeltà a sé (“Ciò che riempie il tempo è il perderlo”).

La ricerca musicale di Ardesia band è accurata e si è trasportati dalle melodie intense, che esaltano la densità dei testi, in cui si incrociano i temi cardine del pensiero politico delle donne: identità e differenza, cruda vita e senso del limite, desiderio e bisogno, amore e lotta. Si tratta di canzoni però, di più, l’album Dove non potrò è un insieme di belle canzoni, non sono trattati politico-filosofici. Sono liriche in cui perdersi, brani in cui ci si può ritrovare, sono canzoni da cantare a squarciagola per gridare giustizia e affermare libertà, sono musiche da ballare a perdifiato.


Per informazioni sul gruppo e sulle date degli appuntamenti live: http://www.ardesiaband.it/index.php

Video di presentazione dell’album:
https://www.youtube.com/watch?v=KKbcoWI_B2g

Per acquistare il disco (presente anche su Spotify):
https://www.adestdellequatore.com/shop/dove-non-potro/


(Leggendaria n. 136/2019)

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