21 Gennaio 2006

“Pensando Marghera” di Antonella Saccarola

Luciano Sartirana

Ho letto (tutto d’un fiato, va che è un piacere) PENSANDO MARGHERA, di Antonella Saccarola, ed. Alcione, 10 euro.
E’ un testo composto da 14 interviste a persone che, con le loro esistenze e il loro essere attivi nella zona fra Venezia, Mestre e Porto Marghera, costituiscono importanti punti di riferimento: operatori sociali e istituzionali, sindacalisti, sacerdoti, ambientalisti, intellettuali… operai ed ex-operai e abitanti…
Il contesto è quello di un polo industriale – il Petrolchimico di Marghera – creato dal nulla nel 1917 e che dal nulla ha generato una città e un tessuto sociale al suo servizio. Sfruttamento intensivo degli impianti, decine di migliaia di lavoratori, inquinamento “libero” dell’acqua e dell’aria, incidenti (l’ultimo il 28 novembre 2002, l’Italia non se n’è accorta ma si è rischiata una strage) e morti atroci da PVC… tangenti e silenzio… declino, dismissione industriale, nocività riconosciuta solo da poco tempo ma evidente da sempre… incertezza e dibattito sul futuro…
E, fin qui, questo libro potrebbe interessare chi è di quelle parti, chi ha seguito le lotte e i processi come sindacato o come associazione ambientale, chi guarda al di là della nostra politichetta per parlare di Kyoto… che già non sarebbe male.
Ma, da qui, arriva ciò che questo libro ha di più bello e stimolante: un suggerimento di metodo e di interpretazione (quindi: di azione) per capire la storia e la politica vera, dalla parte delle persone che vivono e lavorano in un luogo. Qualsiasi luogo, perché il modo di raccontare qui Marghera può essere utilizzato per raccontare qualsiasi altro posto.
In prima battuta, perché le persone non sono leggibili o classificabili solo in relazione a un problema, ma anche e soprattutto al modo di affrontarlo; ai punti di vista diversi di vivere una situazione (dai preti-operai degli anni ’70 al sindacalista “costruttivo” verso la produzione… fino alle donne, che come altrove sembrano assenti dal racconto ma esistono e sviluppano una presenza del tutto differente) fino al fatto che un tessuto sociale ha una dinamica capace di andare anche al di là di ciò che politica classica ed economia vedono e decidono per esso.
Che ci fa un attore e regista teatrale siciliano in un posto simile, per esempio? Che cosa può dire un docente tedesco di filosofia nostalgico di illuminismo (un vero illuminismo moderno) in un posto simile? Eppure sono saperi che girano, te li ritrovi nei discorsi della gente e nelle serate insieme a teatro, nei progetti di bilancio partecipato, nel molto verde attorno a ogni casa di Marghera (lo credereste? no grattacieli, orto per tutti… e fiori e pomodori ci sono), nelle molte associazioni culturali che vanta questo territorio, che parlino di Petrolchimico o di tutt’altro.
Insomma: Antonella Saccarola ci propone un modo di leggere la realtà vicino alla realtà, libero da opinioni pregresse o precostituite, eticamente teso alla necessità di un progetto collettivo che guardi alle differenze. A Marghera e in molti altri luoghi, specie quelli dove la politica appare solo urlo per portarsi a casa la vacca rimasta, o pretesto per chiudersi in una casa sempre più paurosa degli altri.
Antonella Saccarola è una giovane ricercatrice, insegnante alle scuole medie, drammaturga sociale (ha scritto TANGENZIALE, una pièce sulla tangenziale di Mestre; e INDIGENA, sulla memoria di un Veneto che cambia e fatica a ricordare).

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