22 Gennaio 2023
La Stampa

Se lo Stato strappa i figli alle madri. Lo scandalo degli “orfani per sentenza”

di Flavia Perina


Nel giugno del 2021 in Piazza Montecitorio, sotto il Parlamento, si tenne una staffetta oratoria che non dimenticherò. Al microfono si susseguivano madri e avvocate, ognuna con una storia di separazione coatta dai figli incredibile e qualche volta raccapricciante. A un certo punto gli altoparlanti diffusero la registrazione delle urla di un bambino prelevato a forza dalla casa materna, a Pisa. Non sembrava reale. Gli stessi racconti andavano contro ogni senso comune, avevano un tocco di follia. «Sembrano tutte un po’ fuori di testa», dissi all’amica che mi aveva accompagnato. Lo saresti anche tu, mi rispose, se da due, cinque, dieci anni vivessi con l’incubo che i tuoi figli siano prelevati e portati in una casa famiglia perché sei giudicata malevola, alienante, simbiotica, adesiva, da un padre che magari hai denunciato per violenza o che non paga gli alimenti. Aveva ragione. Glielo dissi allora, lo confermo oggi dopo aver letto il saggio a più mani Senza madre. Storie di figli sottratti dallo Stato, in libreria per Edizioni scientifiche Magi e frutto del lavoro di dieci tra giornaliste e attiviste. Un libro coraggioso per molti motivi, ma soprattutto per il suo obbiettivo: sfatare il mito della bi-genitorialità, cioè il concetto all’origine del corto circuito giudiziario per cui il figlio che ha difficoltà nei rapporti con un genitore (solitamente il padre) deve essere “resettato”, anche con la violenza e con l’obbligo aggressivo di stare insieme all’uomo di cui ha paura.

Senza madre è un collage di storie estreme e di testimonianze dirette di un sistema che rende centinaia di bambini “orfani per sentenza”, sottraendoli alle mamme sulla base di Consulenze Tecniche d’Ufficio che ribaltano il principio di non colpevolezza: per il solo diniego del bambino a frequentare l’altro genitore, le madri si ritrovano sotto accusa, costrette a dimostrare di non essere cattive genitrici e di non manipolare i sentimenti dei figli. Il punto che più colpisce è l’eclissi di un principio che credevamo assodato nella giurisprudenza, cioè la prevalenza del benessere psico-fisico dei minori su ogni altro dato. Quasi mai i bambini vengono ascoltati dal magistrato, anche se la legge lo imporrebbe. Quasi sempre il “verdetto” è affidato agli psicologi delle CTU. E spessissimo, come osserva Flavia Landolfi nel saggio, quelle consulenze si riducono a una «rincorsa forsennata di un mondo perfetto», con la pretesa che ciò che non funzionava durante il matrimonio o la convivenza, dopo la separazione si metta in marcia come un orologio svizzero. Così la bigenitorialità nella pratica quotidiana dei tribunali è letta come interesse supremo del minore e «diventa un mostro che tutto divora, anche i diritti fondamentali e inalienabili, come quello alla vita, alla sopravvivenza e alla libertà». Le autrici di Senza madre sono Clelia Delponte, Franca Giansoldati, Flavia Landolfi, Silvia Mari, Assuntina Morresi, Monica Ricci Sargentini, Nadia Somma, Paola Tavella, Emanuela Valente e Livia Zancaner. Vengono tutte da una formazione femminista o cattolica ma propongono un lavoro non-ideologico, scientifico, disvelando una verità che è storia quotidiana nei tribunali minorili ma che la grande opinione pubblica non conosce. La loro lucida ricostruzione è il miglior sostegno a quelle madri “folli” che combattono per la vita e l’equilibrio dei loro figli e anche alle moltissime che si rassegnano a relazioni tossiche o violente per paura di perdere i loro bambini. Ma è anche una poderosa inchiesta che si impone all’attenzione della politica, rivelando pratiche inconciliabili con uno Stato di diritto e con lo stesso principio di umanità.


(La Stampa – Specchio, 22 gennaio 2023)

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