21 Gennaio 2006

“Vertigo” di Louise Desalvo

Sabina Baral

“Vertigo; verse. L’una, poi l’altra. L’una e l’altra. Queste parole negli anni si presentano congiunte, a un livello molto profondo. Volgere una frase nel mezzo della mia instabilità. Attraverso l’atto del versificare, trasformare la mia instabilità, il mio senso di vertigine, in qualcosa di valore”.
Mi colpisce subito l’accostamento tra i due termini, vertigo e verse. La scrittura come terapia, come strumento di elaborazione e di armonizzazione dell’esistenza, capace di lenire i mali dell’anima e gli strappi della vita.
L’autrice, oggi docente universitaria e saggista di successo, ripercorre la sua biografia e il suo percorso di emancipazione tramite una scrittura limpida, a tratti audace, quasi in contrasto con la complessa matassa di ricordi che la parola si trova a dipanare. Figlia di immigrati italiani di origine proletaria nell’America degli anni Cinquanta, Louise DeSalvo ci narra del suo travaglio esistenziale segnato dall’esperienza della guerra, dalla depressione della madre e dal suicidio della sorella. Accanto a tutto questo il rapporto conflittuale col padre e la propria classe sociale di appartenenza, la scoperta del sesso e dell’amore, l’incontro con donne significative che rappresenteranno un punto di riferimento essenziale in una vita segnata da momenti di profonda vulnerabilità e fragilità. Fra queste la stessa Virginia Woolf, che DeSalvo studia con passione e con la quale si confronta costantemente sia come intellettuale che come donna.
Ne risulta un libro denso, di stile, a tratti arguto, dove la curiosità per la realtà circostante e la profonda passione per la parola scritta rappresenteranno una possibilità di riscatto per la protagonista. Consapevole delle numerose limitazioni imposte alle donne, DeSalvo troverà, grazie alla letteratura e al suo potenziale creativo, una via di salvezza da una vita sacrificata alla frustrazione, alla depressione e alla paura.
Vale la pena leggerlo, in primis per l’autenticità e l’onesta con cui è scritto. Ancora una volta, al centro, una donna capace di sfidare le convenzioni, che ogni tanto valica il limite entro cui la si vorrebbe circoscrivere e che sa porsi in ascolto della sua verità più profonda. Instancabile nel tentativo, a tratti disperato, di coniugare pensiero e vita.

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