A cura di Piussi A.; Remei A.

L’università fertile. Una scommessa politica

Rosenberg & Sellier, Differenza&Differenze 2011

pp. 156 - € 18 euro

L’università, non più cittadella arroccata nei suoi privilegi, ha cominciato a essere abitata da nuove energie e passioni, che non lasciavano fuori da quel luogo le loro storie, le loro provenienze. Eppure, il crollo delle mura che ne facevano un luogo separato e privilegiato nelle politiche dello Stato ha mutato di segno: non apertura alla vita comune ed elaborazione sapiente dei suoi mutamenti e urgenze, ma colonizzazione da parte del mercato.
Secondo una traiettoria analoga ai tanti ambiti toccati dalla crisi della misura, meno Stato ha significato non un di più di vita associata, bensì un di più di mercato.

Qui troviamo anche la stella di orientamento per il prossimo avvenire di una politica dell’università fertile: non spazi organizzati secondo misure diverse e che rischiano di restare staticamente contrapposti, bensì lo spazio grande che mette in rapporto l’università e la società, docenti e studenti e le tante donne e uomini che si muovono, agiscono, generano ricchezza e un altro ordine delle relazioni, altrove, nei tanti luoghi e momenti della vita comune.

Ci ha spinte un’intuizione, una visione: l’attuale crisi delle università occidentali, strette tra sofferenza finanziaria e conflitti simbolici sul senso della loro missione può rappresentare la fine dell’università come istituzione dell’Uno, durata un millennio al servizio dei vari poteri di turno ma sempre maschili, e l’inizio di una nuova universitas.
Una universitas intesa non come realtà istituita ma come realtà istituente, dinamica e aperta, come vita universitaria che si fonda sul potere di unire. Una universitas che per le autrici di questo libro si simbolizza nel nostro presente come università fertile.

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