Laura Pariani| Nicola Fantini

Nostra Signora degli scorpioni

Sellerio editore Palermo 2014

pp. 448 - € 15

La vicenda si svolge nella tarda estate del 1869 a Orta sulle rive di un piccolo lago piemontese, meta durante tutto l’Ottocento del Grand Tour dei viaggiatori stranieri in Italia. Fedor Michajlovic Dostoevskij, in viaggio da Firenze verso la Germania, si ferma nel paesino per una settimana dove affitta una stanza nella casa di Abigaille Agnoni, donna colta ed eccentrica che racconta, a questo pensionante curioso e affamato di storie, la strana vicenda di un delitto avvenuto in paese nel 1813, durante l’epoca napoleonica. Il morto si chiamava Teodoro Costa: uomo rozzo e avido, ha avuto tre figli dalla giovane moglie Catterina, ma da donnaiolo impenitente qual era coltivava una tresca con una serva da cui ha avuto un figlio illegittimo, Efrem, non riconosciuto legalmente ma accolto in casa. Tale situazione causa prima di tutto la disperazione e la morte della moglie; poi l’allontanamento dei figli legittimi: Giovanni se ne va in Francia al seguito di Napoleone, Demetrio va a bottega a Milano, il piccolo Sandrino è affidato ai frati di un vicino eremitaggio. Il delitto avviene durante un breve ritorno in paese di Demetrio che viene subito incolpato, sia perché porta rancore al padre, sia perché tutti sanno che ha il vizio del gioco e conseguentemente necessita di soldi. Demetrio Costa per tutto il processo si proclama innocente, ma viene condannato e ghigliottinato. Fedor Michajlovic ha occasione di parlare con alcuni testimoni di quei lontani fatti. Sono questi colloqui, l’esplorazione dei luoghi, i collegamenti a illuminare di nuova luce il caso giudiziario

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