15 Marzo 2016
eredibibliotecadonne.it

8 marzo tra le generazioni

di Eredibibliotecadonne

Il ricordo dell’ultimo 8 marzo rimarrà molto probabilmente legato al salto generazionale che abbiamo sperimentato in meno di ventiquattr’ore con i due eventi che ci hanno viste protagoniste: la presentazione di MIA MADRE FEMMINISTA. Voci da una rivoluzione che continua a Vado Ligure il pomeriggio del giorno 7 e al Liceo Scientifico ‘O.Grassi’ di Savona la mattina del giorno 8 con la presenza delle autrici Luciana Tavernini e Marina Santini.

L’iniziativa di Vado L. era indetta dalla Biblioteca Civica che è anche il punto di riferimento delle attività dell’UniSabazia; ci aspettavamo quindi una discreta partecipazione di persone non più giovani, utenti di quell’università o comunque legate biograficamente alla tradizione delle Festa della Donna, ma le presenze sono andate ben oltre le previsioni. I numerosi posti a sedere delle grande Sala Consigliare già alle 17 erano pressoché completamente occupati da un pubblico a netta prevalenza femminile di evidente età superiore alla nostra; la presenza della sindaca Monica Giuliano, dell’assessora Mirella Oliveri, della consigliera Stefania Moraglio e poche altre più giovani abbassava di poco l’età media del convegno. Il nostro timore che l’incontro potesse di conseguenza rivelarsi ‘rituale’ è però venuto meno quando in mezzo al pubblico vadese abbiamo notato la presenza di molte amiche (e anche qualche amico) di Savona e abbiamo realizzato che forse l’interesse per la vicenda storica e politica che il libro evocava più che per la ricorrenza aveva contribuito a riempire la sala; la conferma ci è arrivata poi dalla curiosità e dalla benevola attenzione con cui sono state seguite l’introduzione di Betti Briano e gli interventi delle autrici come anche i segnali di apprezzamento delle immagini d’epoca proiettate e commentate e infine da un dibattito che ha saputo entrare nel merito del problema della trasmissione dell’eredità storica della rivoluzione femminista.

Il giorno dopo a scuola abbiamo incontrato invece ragazze e ragazzi in età liceale e insegnanti più vicine alla nostra che alla loro generazione ed in entrambi abbiamo riscontrato una curiosità non certo inferiore a quella delle signore/i presenti a Vado. Le/i giovani, sia quelli che avevano partecipato l’anno scorso al progetto ‘La storia delle donne: quella scritta e quella ancora da scrivere’ come gli altri che non avevano ancora avuto occasione di conoscerci, si sono dimostrati non soltanto interessati ad apprendere su accadimenti risalenti quasi all’epoca della giovinezza delle loro nonne ma anche pronti a collegare il racconto del passato alla situazione di oggi, molto rapidi nel formarsi e formulare idee intorno alle questioni più controverse. Il loro interesse in particolare si è concentrato su due nodi critici che sono al centro del dibattito nella politica donne: il senso attuale del femminismo alla luce della evidente parità acquisita (‘ le donne sono ovunque’) e il rapporto tra la libertà e l’autodeterminazione su sessualità e procreazione guadagnate con le lotte e la presa di coscienza delle donne e le rivendicazioni universalistiche di ‘libertà’ e diritti indistinti per etero ed omosessuali, per gay e lesbiche; questioni peraltro difficili da affrontare in tempi ristretti e con poche battute, sulle quali pensiamo di ritornare insieme alle insegnanti con incontri di classe prima della fine dell’anno scolastico.

Con l’incontro di Vado L. abbiamo ancora una volta constatato che la vita culturale delle città è animata principalmente da donne, sia dalla parte di chi progetta e organizza eventi ed occasioni di incontro sia dalla parte di chi fruisce e presenzia; l’aver altresì nuovamente verificato che le donne coinvolte sono per lo più in età avanzata ci ha indotte a considerare come il giacimento di saperi e di esperienze che esse possono vantare, di fatto ignorato dal dibattito politico-culturale, rappresenti un potenziale di civiltà che andrebbe investito in ogni ambito della società e non soltanto in quello ricreativo, in attività formative generali prima ancora che in quelle legate alla terza età. Nella scuola infatti abbiamo anche in questa occasione sperimentato l’efficacia della testimonianza di chi è venuta prima nell’evocare spessore e consistenza degli avvenimenti che hanno dato vita al presente e nel formare pertanto quel senso della storia senza il quale è difficile capire l’oggi, impossibile progettare il domani.

L’interrogativo che ci siamo poste al termine delle due iniziative è stato: come riuscire a comunicare con la generazione femminile di mezzo? Le donne dell’età delle mamme delle/dei liceali sono quelle che oggi, alle prese col lavoro fuori casa e gli impegni di cura, hanno meno delle ragazze e delle anziane tempo ed energie da dedicare a se stesse e alle relazioni sociali, ragione per cui temiamo che la domanda possa trovare risposta soltanto se andrà avanti il processo di superamento della separazione tra vita e lavoro di cui si parla nella sezione Lavoro.

(eredibibliotecadonne.wordpress.com, 15 marzo 2016)

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