25 Aprile 2013
http://www.ilprimoamore.com

A nuova vita

di Serena Gaudino

Tam Tam
(ed. nottetempo) è un piccolo libro che si legge tutto d’un fiato: la storia autobiografica di una donna a cui da un giorno all’altro la vita svolta. Con sorpresa, cambia binario. Imbocca una strada secondaria, stretta e buia. Nella quale, solo ogni tanto, si aprono piazzole di respiro. Piazzette illuminate, piene di amici, di amore, di passione. Mentre tutto il resto si trasforma in una battaglia. Nuova e involontaria. Atroce e triste. In cui lei perde ogni certezza e i punti di riferimento della sua vita impegnata di maestra, femminista, pensatrice.

Un bel giorno, a Verona, poco prima di uscire dalla casa di una amica che l’ospitava per andare a un convegno, viene colpita da una fitta alla schiena. E dopo pochi minuti arriva il colpo muto. potente e definitivo che la costringe a cambiare tutto. Ma soprattutto a combattere una battaglia a mani nude, senza armi. Un corpo a corpo estenuante. Contro un nemico doppio: sé stessa e la malattia improvvisa. E gravissima.

Se l’esperienza di Vita Cosentino è stata un’esperienza dolorosa, il racconto della sua malattia è un diario leggero e breve. Pieno di sorprese. Pieno di cose che pochi sanno. Perché per vergogna, paura, evidente pudore, quasi nessuno, colpito, si racconta con tanta limpidezza e si rituffa nella vita come ha fatto lei. Portandosi dietro ciò che ha potuto della sua vecchia vita.

Grazie anche a questo racconto che ha il carattere di una terapia sperimentale e la delicatezza di un dono. Sottolineata, la delicatezza, anche dal tono scelto dalla voce narrante. Che vuole stare fuori dalla scena. Nascondersi dietro la porta della stanza da letto, e spiare attraverso il buco della serratura quell’orrore privo di suoni di cui pian piano si libera per accettare la nuova vita: lenta, goffa, accorta, senza più nessuna sbavatura. Intrappolata. Come in una di quelle tovagliette di plastica che produce per ingannare il tempo e far lavorare le mani. Ma che le rivela, momento dopo momento, piccole cose mai viste, affetti mai considerati, comportamenti inusuali, sorprese.

Non c’è tristezza nelle parole della Cosentino. Evidentemente già in parte metabolizzata. Solo il racconto, con parole piene, di un’avventura di riscatto e di speranza.

Il libro si apre con uno scritto di Luisa Muraro: Bella e Crudele.

Print Friendly, PDF & Email