1 Dicembre 2012

A una mia poesia

Wislawa Szymborska

Nel migliore dei casi,
poesia, sarai letta attentamente,
commentata e ricordata.
Nel peggiore
sarai soltanto letta.
Terza eventualità:
verrai sì scritta,
ma subito buttata nel cestino.
Potrai approfittare di una quarta soluzione:
scomparirai non scritta,
borbottando qualcosa soddisfatta.

Nel sonno
di Wislawa Szymborska

Ho sognato che cercavo una cosa,
nascosta chissà dove oppure persa
sotto il letto o le scale,
all’indirizzo vecchio.
.
Rovistavo in armadi, scatole e cassetti,
inutilmente pieni di cose senza senso.
.
Tiravo fuori dalle mie valigie
gli anni e i viaggi compiuti.
.
Scuotevo fuori dalle tasche
lettere secche e foglie scritte non a me.
.
Correvo trafelata
per ansie e stanze
mie e non mie.
.
Mi impantanavo in gallerie
di neve e nell’oblio.
Mi ingarbugliavo in cespugli di spine
e congetture.
.
Spazzavo via l’aria
e l’erba dell’infanzia.
.
Cercavo di fare in tempo
prima del crepuscolo del secolo trascorso,
dell’ora fatale e del silenzio.
.
Alla fine ho smesso di sapere
cosa stessi cercando così a lungo.
.
Al risveglio
ho guardato l’orologio.
Il sogno era durato due minuti e mezzo.
.
Ecco a che trucchi è costretto il tempo
dacché si imbatte
nelle teste addormentate.

Print Friendly, PDF & Email