26 Aprile 2018

Addio Gio

di Vita Cosentino

Se ne è andata troppo presto Gioconda Pietra, il 25 aprile 2018, colta di sorpresa dal male nel pieno della vita attiva, con ancora tanti desideri e progetti. Da poco in pensione, si dedicava con passione alla politica cittadina, presa dalle tante battaglie sociali e civili che le stavano a cuore come consigliera comunale.

Da sempre Gio era instancabile. Per dirne solo qualcosa, oltre al lavoro di insegnante, da anni e anni organizzava Sestogioca per tutte le scuole elementari di Sesto San Giovanni e con la sua associazione di donne Le Malandre gestiva a livello volontario un centro di aggregazione giovanile cittadino.

Gio emanava simpatia ed era la donna più generosa che ho conosciuto nella mia vita. Buona lettrice, soprattutto di romanzi, preferiva su tutte Virginia Woolf. L’ho sempre vista accompagnata da un cane dalmata. L’ultima, la Selly, l’ha fatta disperare perché era sordastra e non rispondeva ai comandi. Quando abitava in via del Riccio, ogni primavera aspettava le rondini, che avevano fatto il nido sotto la sua tettoia.

Un paio di anni fa si era riavvicinata alla Libreria delle donne di Milano e in un testo per Via Dogana 3 ne parla come “tornare alla casa della madre”. Sì, perché l’avventura femminista di una vita per lei era cominciata da lì.

Gio aveva la fierezza di essere donna. Era una qualità della sua persona e della sua presenza. Che attraeva. Quando la conobbi negli anni 80 nel bel mezzo di lotte sindacali era alla ricerca di qualcosa e si entusiasmò subito all’idea, che veniva dalla Libreria, di esserci a scuola come donna. Poi ci ritrovammo come colleghe nella Calamandrei, e fu la sua forza contagiosa che permise di avviare esperienze che cambiarono in profondità il modo di intendere e di fare la scuola. Intere serate passate a leggere e discutere. Era elettrizzante riportare al centro l’umano, il fatto di essere maschi e femmine e abbandonare con leggerezza il ruolo del “buon programmatore”. Gio era una donna libera e trasgressiva, sapeva ridere e fare battute al vetriolo. L’ambizione era di cambiare la scuola da cima a fondo e sarebbe tutta da scrivere la storia di quello che con l’apporto di tante altre insegnanti fu realizzato nei dieci anni successivi. Ma ora lei non c’è più a ricordare la sua parte.

Gio insegnava educazione fisica e aveva la passione dell’animazione teatrale. Ne fece uno strumento duttile per portare la ragazze alla scopertà del sé attraverso il gioco corporeo e il racconto “con una sempre maggiore coscienza di ciò che si è e del proprio valore”. Questo in termini diversi funzionava anche per i ragazzi. Ma in quegli anni ci interrogavamo soprattutto su come favorire nelle ragazze il costituirsi della soggettività femminile. E in questo con il suo lavoro ha contribuito a un cambiamento di cui oggi si vedono i risultati.

Man mano negli anni aveva perfezionato il suo impianto di lavoro teatrale e assieme a Candida Canozzi aveva scritto un vero e proprio manuale per cui ha cercato invano un editore. Su questo tema veniva chiamata a tenere corsi per le future insegnanti. Mi auguro che quel buon manuale veda la luce. Lo merita!

In quell’articolo di Via dogana scrive: “Il mondo è anche mio. Non solo loro”. Gio era impulsiva, impetuosa, non poteva star ferma di fronte alle ingiustizie e a volte si arrabbiava con il mondo intero. Però poi ci ripensava e ne discuteva con le amiche più fidate e trovava le parole per fare la mediazione politica necessaria. Gio era veramente presente nella sua città e sentiva che tutto la riguardava. Voleva esserci nella cosa pubblica e “contrastare in ogni modo che il potere prendesse il posto della politica”. Quel libro di Diotima, Potere e politica non sono la stessa cosa, le era piaciuto molto e lo regalava alle assessore con cui era in relazione.

Gio conosceva tutti e tutti la conoscevano. Era amata, a cominciare dai fratelli a cui era molto legata, e amava la vita. Solo ogni tanto, fin da giovane, sul suo volto si stampava una ruga di malinconia. In quei momenti diceva che sentiva l’inutilità della vita di fronte all’abisso della morte. È vero. Eppure per lei questo non vale perché ha lasciato un segno nel mondo e nel cuore di chi l’ha conosciuta.

 

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(www.libreriadelledonne.it, 26 aprile 2018)

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