Domenica 11 ottobre, alle 22.10, su Rai 5 è andata in onda la prima puntata di Alfabeta, un programma di Nanni Balestrini, Maria Teresa Carbone e Andrea Cortellessa, che ne è anche il conduttore.
Al centro dell’attenzione della puntata c’era Amare. Tra gli interlocutori, Walter Siti, Aldo Nove, Rossana Campo, Gilda Policastro, Franco Berardi Bifo, Massimo Recalcati e Luisa Muraro, dal cui intervento riportiamo qui un breve stralcio.
(…) Le donne hanno accelerato, e in qualche maniera reso consapevole e detto, la fine del patriarcato. Sull’amare, sull’amore, la fine del patriarcato ha avuto effetti benefici: questa è la gloria della mia biografia personale e di tante altre donne della mia generazione. E con la fine del patriarcato abbiamo scoperto cose importanti.
Prima di tutto, abbiamo scoperto l’amore e l’amicizia tra donne. Un tempo l’amore e l’amicizia tra donne, se c’erano, venivano interrotti con la fine degli studi, col matrimonio, coi figli. Mia madre aveva delle bellissime, grandissime amiche, mio padre se le ricordava, ma lei non le andava più a trovare. Anzi, non voleva neanche che mio padre gliene parlasse.
E l’altro punto di amore, di innovazione, portato dalle donne sono le amicizie affettuose tra figlie e madri. Un giorno ho sentito in una trasmissione culturale del terzo programma un signore che diceva: «il ’68 è stata la rivolta dei maschi verso i padri, delle figlie verso le madri». Errore! Il femminismo ha voluto dire che abbiamo perdonato le nostre madri per gli sbagli che facevano nell’educarci, per esempio la sessuofobia… Abbiamo perdonato perché abbiamo capito che loro erano dentro il meccanismo del patriarcato, erano strette in questo ingranaggio. Noi ci siamo ribellate alle madri, avevamo anche l’anima ferita da questa ribellione, però poi abbiamo ristabilito il legame con loro.
(www.alfabeta2.it, 11 ottobre 2015)