10 Giugno 2016

Anche le donne hanno i polmoni

di Antonella Nappi

 

Nel 1992 mi presentai alle elezioni per i Verdi. Fui felice dei miei 200 voti, ma un gran numero di femministe preferì Rifondazione Comunista con Tiziana Majolo, che vinse con 5000 voti. Bastavano i riferimenti del partito e dell’essere femminista per surclassare il difficile problema del conflitto tra traffico automobilistico e salute.

Il mio volantino elettorale diceva “Anche le donne hanno i polmoni” e raccontava con precisione le manipolazioni della comunicazione al pubblico riguardante l’inquinamento dell’aria. Erano i miei studi. La polemica del titolo voleva ricordare che l’attività intellettuale e politica delle donne, su ogni argomento, può avere in sé priorità e profondità utili a tutto il vivente.

Quest’anno il gruppo di donne Difendiamo la salute e non soltanto loro, erano interessate ad approfittare della disponibilità dei politici durante la campagna elettorale per raccoglierli su un tema specifico: “ Che cosa fare quando l’inquinamento dell’aria supera la soglia di allarme per le polveri sottili di 50 ug/m3, con lunghe e frequenti emergenze che raggiungono punte di 120-170 ug/m3.”  Si badi che l’ Organizzazione mondiale della salute (OMS) raccomanda di non superare i 20 ug/m3.

Siamo riuscite nell’impresa con Gianmario Ubbiali di Legambiente che ci ha anche ospitate; con esponenti di altre associazioni: Cittadini per l’aria, Genitori Antismog, Chiama Milano; con diversi politici concorrenti: Basilio Rizzo, Gianluca Corrado, Marco Cappato, Francesco Majorino, Stefano D’Onofrio, Anita Sonego e altri ancora. C’è stato un confronto puntuale proprio sulla domanda, dando così qualche speranza che sull’argomento della protezione della salute pubblica ci si possa impegnare tutti assieme e lo si faccia davvero. Perché a cosa serve eleggere dei rappresentanti politici se non per tutelare in primo luogo la salvaguardia dei nostri corpi?

Altre  donne impegnate in politica con il femminismo avrebbero potuto aggiungersi a noi, come accaduto per altre iniziative che abbiamo condotto nei cinque anni passati sull’inquinamento elettromagnetico, su quello alimentare ed anche su quello atmosferico che fu il primo. Avrebbero potuto godere delle informazioni preziose che lo scienziato Paolo Crosignani illustrava: Cause ed effetti degli inquinanti atmosferici a Milano. Questa volta avrebbero visto uomini politici avvicinarsi alle nostre preoccupazioni di vita quotidiana, ascoltarci, costruire forse una possibilità di concorso responsabile nella difesa della salute .

Abbiamo invece ricevuto disinteresse a pubblicizzare la nostra iniziativa dalla Casa delle donne di Milano; altre che fanno abitualmente politica femminista l’hanno invece segnalatala, ma nessuna ci ha voluto ospitare, con la motivazione di non voler ospitare iniziative che coinvolgano candidati politici in periodo di elezioni. Ancora io penso però che i rappresentanti politici esistano; e perché affidare a loro le scelte che poi ci cadranno addosso ogni giorno senza coinvolgerci e coinvolgerli? Li esiliamo quasi fossero appestati perché facciano tra loro magari il peggio che possono?  Se ci esiliamo noi stesse dalle scelte sociali e amministrative, ne va della nostra capacità di mettere in discussione le azioni e i condizionamenti che finiscono per coinvolgerci nel contesto che altri scelgono per noi.

Lo specifico femminile, di cui molte femministe preferiscono occuparsi rifiutando alcuni argomenti, consiste secondo me  nella capacità di mettere in discussione tutte le nostre azioni e i nostri condizionamenti sociali con lo studio di tutti gli argomenti  che ci riguardano. Specifico è l’amore per il corpo che fa essere le donne più attente alla salute.  Specifico è riflettere anche su ciò che appare scontato e mutarlo.

 

(www.libreriadelledonne.it, 10 giugno 2016)

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