9 Settembre 2015

Lampedusa, 3 ottobre 2013 – 3 ottobre 2015

di Mirella Clausi e Anna Di Salvo

L’associazione Askavusa di Lampedusa, con cui noi delle Città Vicine siamo in relazione da parecchi anni, invita tutte le realtà con cui collabora ad aderire a un’iniziativa comune per il 3 ottobre p.v., per commemorare le vittime del naufragio del 3 ottobre 2013.

 

Il 3 ottobre del 2013 a mezzo miglio dalle coste di Lampedusa, vicinissimo al porto, una barca naufraga con a bordo 540 persone circa, la maggior parte di nazionalità eritrea. L’affondamento provoca 366 morti accertati e circa 20 dispersi presunti, i superstiti salvati sono 155, di cui 41 minori. I sopravvissuti dicono che tra le 3.00 e le 3.30 due imbarcazioni si avvicinano alla loro barca, puntandogli i fari addosso, una delle due barche ha un faro molto potente ed è simile a una vedetta militare. Dopo questa operazione le due barche si allontanano lasciando nel panico le 540 persone che sono a bordo, uno di loro accende un indumento per fare dei segnali ma cadendo a terra provoca un incendio che fa muovere in maniera brusca tutte le persone a bordo provocando il ribaltamento della barca. Verso le 7.00 un gruppo di persone che si trova in barca nella zona della Tabbaccara per una battuta di pesca, nota i naufraghi e dà l’allarme, intanto anche altre barche civili e pescherecci si portano sul posto, caricando la maggior parte dei superstiti a bordo. I soccorritori parlano di un ritardo della Guardia Costiera di un’ora circa. La Guardia Costiera non ha mai rilasciato dichiarazioni sul 3 ottobre del 2013. Non è stata aperta un’indagine per mancato soccorso e il 36enne tunisino Khaled Bensalem è stato condannato a diciotto anni di reclusione e a una multa di dieci milioni di euro per naufragio colposo e “morte provocata come conseguenza di un altro reato”, ma egli si è sempre dichiarato un semplice passeggero. Khaled Bensalem è stato individuato esclusivamente in base al suo colore di pelle, in quanto tutti i superstiti parlavano di un “White man” come capitano della barca. Il comune di Lampedusa e Linosa si è costituito parte civile nel processo.

Il 10 ottobre del 2013 veniva approvato a larga maggioranza dal Parlamento Europeo “Eurosur”, un sistema di sorveglianza delle frontiere marittime e terrestri dell’Ue con uso di droni. 244 milioni di euro sono stati garantiti dal bilancio dell’Unione europea per l’installazione e la manutenzione del sistema fino al 2020, ma i costi del progetto potrebbero superare un miliardo di euro.

 

Askavusa propone che il 3 ottobre 2015 si organizzino delle proiezioni del film-inchiesta di Antonino Maggiore sul 3 ottobre 2013 e che il film (on line dal giorno 3/10/2015 con sottotitoli in inglese) venga diffuso il più possibile: per chiedere di aprire un’indagine per mancato soccorso sulla strage e di aprire una discussione sulle connessioni tra gestione delle migrazioni e militarizzazione.

Come Città Vicine da molti anni ormai abbiamo avviato analisi e iniziative rispetto alla questione dei migranti, della violenza che subiscono molte donne africane e arabe che tentano di arrivare sulle nostre coste, dei processi di militarizzazione che accompagnano questi movimenti. Le Città Vicine hanno contribuito alla stesura della Carta di Lampedusa, dal 2011 ci siamo recate ogni anno in estate a Lampedusa per le nostre Vacanze Politiche partecipando al LampedusaInFestival, organizzato da Askavusa, dove abbiamo realizzato, insieme a Colors Revolution, la mostra itinerante Lampedusa porta della vita, collaborato con le mamme di Lampedusa rispetto alle problematiche delle donne delle isole Pelagie e allestita l’installazione La porta della vita. Tutto ciò ci induce a ritenere importante la nostra adesione all’appello di Askavusa e giriamo a tutte/i voi l’invito ad aderire.

Vi preghiamo di farci sapere in breve tempo chi volesse partecipare all’iniziativa in quanto verrà stilata e pubblicizzata una lista delle città che proietteremo il video. Per chi volesse ulteriori delucidazioni, rivolgersi ad Anna Di Salvo, 333/2083308, e Mirella Clausi, 328/4850943.

 

(www.libreriadelledonne.it, 11 settembre 2015)

 

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