1 Maggio 2015
www.vita.it

Chiese valdesi e Sant’Egidio: corridoi umanitari autofinanziati con l’8×1000

di Marco Dotti

 

Di fronte alle stragi del Mediterraneo, la Federazione delle Chiese evangeliche e la Comunità di Sant’Egidio lanciano una proposta concreta e realizzabile in tempi rapidi: aprire nei Paesi da cui partono i migranti un canale dedicato, per ottenere visti per motivi umanitari. Come finanziare la proposta? Con l’8×1000 della Chiesa valdese e di Sant’Egidio.La proposta verrà sottoposta ai Ministeri dell’Interno e degli Affari Esteri nelle prossime ore.

 

Che fare? Mentre molti avanzano soluzioni finali disumane o, semplicemente, irrealizzabili, altri invitano a firmare appelli e altri ancora “si apprestano a discutere” (cosa che, sia detto per inciso, a quello che dovrebbero essere i decisori europei riesce particolarmente bene negli ultimi mesi), arriva dalle Chiese Evangeliche e dalla Comunità di Sant’Egidio una proposta concreta e potenzialmente rivoluzionaria rispetto ai dispositivi, retorici o repressivi, che per molti rappresenterebbero le “uniche opzioni possibili”.

[…]

La proposta di Sant’Egidio e delle Chiese Valdesi

Sant’Egidio e valdesi chiedono di aprire un primo “canale umanitario” in Marocco, precisamente a Rabat e Tangeri, per testare immediatamente la tenuta del sistema. E, tempo un anno, propongono la creazione di altri “Humanitarian desk”, gestiti dalle realtà promotrici dell’iniziativa in accordo con le autorità locali e quelle italiane, nelle altre aree del nord Africa.

La scelta del Marocco per la sperimentazione dei “canali umanitari”, fanno sapere da Sant’Egidio, è dovuta alla stabilità politica e ai rapporti di collaborazione e cooperazione stabiliti con l’Italia e con l’Europa.

Operativamente, i desk entrerebbero in contatto con i potenziali richiedenti asilo attraverso partenariati con associazioni già operative (come l’Acnur, la Chiesa evangelica del Marocco e la diocesi di Tangeri) promuovendo programmi sociali nelle aree di concentrazione dei migranti.

Ottenuto il visto,la persona richiedente potrà imbarcarsi su  un volo regolare e, una volta giunto in Italia, potrebbe richiedere asilo in Italia.

Se da un lato conta l’esperienza relazionale e internazionale di Sant’Egidio, su un altro piano, ma in ottima sinergia, l’esperienza valdese dell’autofinanziamento si fa sentire: la sperimentazione del “canale umanitario” sarà infatti interamente finanziata dall’8×1000 della Chiesa valdese e dalla Comunità di Sant’Egidio.

 

Giuridicamente si può fare

Spiegano da Sant’Egidio che «la base giuridica dell’iniziativa si fonda sull’art. 24 del Regolamento CE n. 810/2009 del 13 luglio 2009 che istituisce il Codice comunitario dei visti, vale a dire la possibilità di concedere visti con validità territoriale limitata, in deroga alle condizioni di ingresso previste in via ordinaria dal codice frontiere Schengen, per motivi umanitari o di interesse nazionale o in virtù di obblighi internazionali”.

In attuazione di questa disposizione, su indicazione congiunta del Ministero dell’Interno e del Ministero degli Affari Esteri, una o più rappresentanze diplomatiche verrebbero autorizzate a rilasciare un numero predeterminato di visti per motivi umanitari.

Si tratta di sperimentare una “buona pratica” che negli auspici potrebbe essere estensibile anche ad altri Paesi europei».

 

8×1000: tutto al sociale

Resta da chiarire un punto, rispetto a tante polemiche che, tra le altre cose, proprio nelle scorse settimane hanno spesso confuso 8×1000 e 5×1000.

Nel 2014, le chiese valdesi e metodiste hanno ricevuto 41 milioni di euro. Più di 600mila italiani – le cifre si riferiscono al 2011, ma l’erogazione è avvenuta, appunto, nel 2014 – hanno deciso di destinare il loro 8×1000 alle iniziative valdesi.

Si tratta di un dato pari a trenta volte la consistenza numerica della comunità di fede valdese ed evangelica. Qualcosa, dunque, deve aver spinto laici e appartenenti a altre confessioni ad avere fiducia nelle iniziative di questa piccola, ma operosa comunità.

Come spiega il pastore Eugenio Bernardini, moderatore della Tavola valdese, la maggior parte dei fondi ricevuti viene «destinata a progetti realizzati da associazioni esterne rispetto alle chiese e alle opere sociali valdesi e metodiste». Associazioni selezionate in base a rigorosi standard di valutazione dei progetti, senza alcuna considerazione per l’appartenenza confessionale.

Le somme destinate a ciascun progetto, inoltre, vengono rese pubbliche sul sito web della chiesa valdese o attraverso iniziative pubblicitarie su testate nazionali che non possono sforare il 5% del budget complessivo.

Il pastore Bernardini ritiene che «il punto di forza della nostra gestione dell’8×1000 sia il fatto che non destiniamo neanche un euro alle spese per il culto, la costruzione o la ristrutturazione di chiese, l’evangelizzazione, gli stipendi pastorali». La proposta di autofinanziamento dei corridoi umanitari ha, dunque, basi solide e finanze concrete.

 

Corridoi umanitari vs. logica dell’emergenza

In un articolo, pubblicato il 15 aprile scorso su Notizie evangeliche da Marta Bernardini e Francesco Piobicchi del progetto Mediterranean Hope, si legge: «Nessuno, o quasi, accenna più ai corridoi umanitari, tutti parlano di emergenza ma nessuno vuole affrontare veramente questo tema».

Oggi, che l’emergenza è davvero esplosa, forse sarebbe il caso di uscire da un ragionamento unicamente emergenziale, prendendo una decisione saggia e lungimirante, che potrebbe rappresentare per molti la via di salvezza e per l’Europa una plausibile via per assumersi davvero, ma umanamente, le proprie responsabilità.

(Pubblicato su vita.it il 22 aprile 2015)

Print Friendly, PDF & Email