10 Dicembre 2019
#VD3

Come possiamo aiutare l’umanità e la Terra a non farsi del male?

di Luisa Muraro

Con la democrazia, ha suggerito qualcuno. La mia idea è un’altra. Non vedo che ci sia un rapporto stretto tra le nostre democrazie e il benessere del pianeta: gli abitanti di Vicenza non sono riusciti a impedire la seconda base militare Usa e oggi non si può legalmente impedire l’invasione degli scatoloni di Amazon, tanto per rendere l’idea. Il credito della democrazia è così scarso che le persone sinceramente democratiche hanno paura del voto popolare.

Secondo me è meglio fare leva sul crescente favore di cui gode, in questi ultimi decenni, l’umanità femminile. L’ecologia e il femminismo tendono a formare, nella rappresentazione diffusa, un continuum. Lo dice anche la citazione fatta da Marina Santini verso la fine della sua introduzione.

È sbagliato? Potrebbe essere ideologico: le donne sono migliori degli uomini. Ma noi qui e molte altre femministe abbiamo il linguaggio per significare l’eccellenza femminile senza fare confronti sommari tra donne e uomini. Rendiamoci conto che, nel secolo scorso, il femminismo si è dimostrato un movimento vincente, e che questo oggi ci viene riconosciuto da più parti. I risultati si vedono. I rapporti tra donne (punto fondamentale) e delle donne con gli uomini (punto decisivo) stanno cambiando e vanno nel senso di una maggiore libertà femminile.

Inserisco un inciso: opponiamoci alla riduzione del femminismo a una lotta per la parità. La parità è una misura quantitativa che ha il merito di non mentire, come ha detto giustamente Geneviève Fraisse. Ma non è il traguardo.

Si tratta, da parte nostra, di procedere sul crinale tra una spontanea rivendicazione di parità, da una parte, e dall’altra l’idea diffusa che le donne siano superiori agli uomini nella cura della vita. Non vogliamo essere idealizzate ma neanche diventare delle imitatrici. E allora? Ho detto “procedere sul crinale”: non deve succedere che la parità sia un limite al desiderio né, viceversa, che l’ideale sia un pretesto per sacrificarsi. Si può fare e io sostengo che noi qui e altre abbiamo la risposta: è la politica del simbolico. Può sembra una formula enigmatica ma in pratica non lo è. Nel contesto attuale, tradotta in altre parole, dice: usiamo quelle tendenze spontanee favorevoli al femminile per prendere autorità nella vita pubblica e qui facciamo la differenza dal come finora sono andate le cose.

(www.libreriadelledonne.it, #VD3, 10 dicembre 2019)

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